Digital divide, aumenta il disservizio in val Grana: "Così spegniamo la montagna"
Ultimo passo lo spegnimento dei ripetitori Mediaset: il gap tecnologico, unito alla lentezza sulla banda larga, rischia di compromettere l’attrattività della vallePubblicato in origine sul numero del 7 luglio del settimanale Cuneodice - ogni giovedì in edicola:
Un’interrogazione al Mef da parte di Flavio Gastaldi, deputato in quota Lega, è quanto di più concreto la politica abbia potuto fare in questi giorni per protestare contro lo spegnimento dei ripetitori Mediaset sul territorio dell’alta valle Grana.
A partire dalla prima settimana di luglio buona parte del territorio della valle non riesce più a ricevere il segnale delle tre maggiori reti private, se non via parabola satellitare. Questo perché ElTowers, l’azienda che gestisce i ripetitori in questione, ha ritenuto di spegnere gli stessi, probabilmente valutando il bacino di mercato non abbastanza redditizio. “Così spegniamo la montagna però - dice Marco Marino, presidente dell’Unione Montana e sindaco di Pradleves -, togliendo un ulteriore servizio alla popolazione residente”.
Il problema del digital divide, la forbice che si apre tra la fornitura di servizi digitali alle aree interne del paese e quelle urbane o peri-urbane, vede aggiungersi quindi un nuovo capitolo, peraltro non limitato alla valle Grana, ma diffuso a macchia di leopardo su tutto l’arco alpino piemontese. “È gravissimo, inammissibile lo spegnimento dei ripetitori Mediaset, della società ElTowers, sui territori montani italiani e nelle zone dei piccoli comuni - spiega Marco Bussone, presidente nazionale Uncem -. Già lo spegnimento dei ripetitori di proprietà degli enti locali montani, per il cambio di frequenze, era stato gravissimo, a inizio 2022. Ora una situazione nuova e grave. A danni delle comunità locali. I sindaci sono arrabbiati e pronti alla mobilitazione. Anche nei confronti di chi, con il cambio di frequenze, sta facendo niente. Imponendo parabole e altri sistemi di accesso alla tv a carico dei cittadini. Il digital divide è gravissimo e pericoloso. Aumenta di ora in ora. Intervenga subito il governo, il Mise in particolare, per individuare urgenti soluzioni tecniche vere e durature. Costringa Mediaset a riparare questo enorme danno perché l’affronto alle aree interne e montane del Paese è gravissimo”.
Bussone, aggiunge che: “Obbligare tutti ad acquistare e installare, con la spesa media di 300 euro, una parabola, divide i cittadini. Non è costituzionale. Non siamo dunque tutti uguali. Forse questo a Mediaset ed ElTowers interessa poco, non lo sanno. Ma a Uncem e ai Comuni sì. Spegnere i ripetitori che servono bassi numeri di ‘utenti’, come li chiamano loro, è indegno di un Paese moderno e di un moderno sistema delle telecomunicazioni, europeo ed italiano, al quale Mediaset e ElTowers dicono di voler contribuire”.
Questo ulteriore disservizio va a sommarsi alla cronica lentezza della diffusione della connessione internet a banda larga, il cui piano di diffusione nazionale procede molto più lentamente di quando preventivato, impedendo di fatto lo sviluppo concreto di forme innovative di telelavoro e lavoro a distanza. Nel periodo post Covid sono molti i lavoratori interessati a trasferirsi in luoghi più inseriti nella natura potendo sfruttare le nuove tecnologie per lavorare. Il gap tecnologico rischia però di trasformarsi in un boomerang e annullare la potenziale attrattiva dei paesi della valle Grana. A questo si aggiunge il gap di segnale telefonico, mai superato definitivamente, di alcune lacune importanti sul segnale telefonico ancora assente in gran parte ad esempio nei valloni di Frise, Coumboscuro e nelle frazioni di Castelmagno: ai disagi lavorativi e dei residenti si aggiunge in questo caso un problema di sicurezza, vista la difficoltà di allertare i soccorsi in caso di necessità.
Roberto Ribero
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