Dopo il “caso Birrovia”, Cuneo chiede a Siae e Lea Soundreef di cambiare musica
Approvato all’unanimità l’ordine del giorno sulla questione dei diritti d’autore. In Consiglio comunale anche un minuto di silenzio in onore di Luca BergiaSi è parlato di musica nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Cuneo, in due diverse occasioni. Ieri (martedì 28), con la commemorazione ufficiale di Luca Bergia, docente ed ex batterista dei Marlene Kuntz scomparso all’età di 54 anni. Prima ancora, lunedì, con l’approvazione unanime dell’ordine del giorno che chiede al parlamento di correggere la nuova normativa sui diritti d’autore.
“È un argomento molto serio che mette in evidenza un paradosso delle liberalizzazioni” ha detto Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), illustrando il testo proposto dal suo gruppo e da Cuneo Mia. A far da apripista è il “caso” scoppiato a inizio febbraio dopo la multa da 420 euro comminata al gestore della Birrovia, Michele Trapani. Il motivo? Mancato pagamento dei diritti d’autore. Non quelli di Siae, ma quelli gestiti dalla società italo-inglese Soundreef per il tramite del suo “braccio operativo”, Lea. Si tratta di un nuovo operatore nel campo della tutela della proprietà intellettuale, emerso sul mercato in conseguenza della direttiva europea del 2014 che ha liberalizzato i diritti - e che l’Italia ha recepito nel 2017.
Il problema è che i costi di questa concorrenza ricadono sui gestori di locali, ora “tartassati” non più da un solo ente di tutela ma da due. E con la possibilità, tutt’altro che peregrina, che in futuro siano anche di più. In mancanza di una piattaforma comune, ognuno ha diritto di reclamare la propria spettanza: se nel corso di una serata vengono suonati otto brani Siae e due protetti da Lea, bisognerà pagare per entrambi. Lea ha proposto un accordo forfettario, mediato dal Sindacato italiano locali da ballo (Silb): 900 euro per tre anni, senza più borderò da inviare per ogni serata. Ma se altri eventuali operatori volessero fare altrettanto? O peggio, se lo facesse Siae, che a tutt’oggi agisce da quasi monopolista e che potrebbe pretendere cifre astronomiche?
Tutti questi temi sono affiorati nel dibattito tra i consiglieri. Serena Garelli di Centro per Cuneo, nella vita soprano e docente di musica, ha posto all’attenzione anche i problemi di ordine burocratico: “Se un tempo ci si rivolgeva per i permessi direttamente agli uffici Siae, cosa già questa non sempre così immediata, oggi a questa prassi si deve ottemperare anche nei confronti di Lea”. “Da musicista e cantante - ha aggiunto - posso dire che questi locali danno un’opportunità di lavoro che soprattutto dopo il periodo terribile del Covid non è più così scontata: ora gli si complica la vita, andando a togliere entusiasmo e poco per volta a spegnere la musica. Come maggioranza non possiamo fare altro che sostenere l’odg con un voto convintamente favorevole, nella speranza che la voce del Consiglio comunale possa essere la prima di un coro molto più numeroso”.
Ha dato voto favorevole, pur precisando di farlo senza l’entusiasmo della collega Garelli, anche il capogruppo del Partito Democratico Carmelo Noto: troppo sbilanciato a favore di Siae, secondo lui, il testo dell’ordine del giorno. Queste le motivazioni del suo scetticismo: “Si sta provando ad aprire quello che è stato un mercato blindato da Siae. Capisco che per gli esercenti sia un problema, ma i diritti amministrativi li mette anche la Siae che rappresenta il 99% dei musicisti e li spalma su tutti, mentre Lea, appena entrata sul mercato, non può farlo. È necessario che il parlamento intervenga per calmierare e uniformare, ma il fatto che finalmente si apra questo mercato, per anni vincolato, è positivo”.
L’appello, ad ogni modo, è passato. Ora resta da vedere se qualcuno dei parlamentari cuneesi vorrà farsene portavoce.
Andrea Cascioli
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