'Dopo le recenti alluvioni è bene riparlare del traforo del Mercantour'
Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un nostro lettore sui collegamenti stradali tra Italia e FranciaRiceviamo e pubblichiamo.
Alle saltuarie discussioni sulle comunicazioni stradali fra il sud-ovest del Piemonte e il sud-est della Francia, si aggiungono le recenti disastrose conseguenze di alluvione e frane, riproponendo le sempiterne problematiche della grande viabilità e dei trasporti che penalizzano soprattutto lo sviluppo economico, turistico e sociale della provincia di Cuneo. Noi cuneesi abbiamo dimostrato in tanti anni la capacità di sfornare progetti, di pagarne gli studi, di approntare una serie di riunioni e consultazioni per poi dimenticarceli e abbandonarli. Fin dal lontano 1989 il Ministro francese dell’Equipement ed il Ministro italiano dei Lavori Pubblici, trassero le prime conclusioni dagli studi condotti da parte francese ed italiana e dai loro gruppi tecnici sui diversi progetti di trafori alpini nelle Alpi del Sud. In seguito, gli accordi politici fra Italia e Francia (Ministri Merloni e Bianco del 2511993 a Parigi e ministri Merloni e Besson del 26111993 a Roma), l’appello della Conferenza delle Province di Cuneo e di Imperia e del Dipartimento delle Alpi Marittime ai capi di Stato e dei governi italiano e francese del 2692000, la mozione della C.A.F.I. (Conferenza delle Alpi Franco-Italiane) del 2792002, implicitamente la “Carta di Cuneo (1252003), nonché i progetti indicati dalla “Legge Obiettivo” del 2001 del governo Berlusconi, fissarono in quegli anni che l’itinerario più adeguato passa attraverso le Valli della Stura di Demonte e della Val Tinèe, collegate da un traforo di poco più di 14 Km. ad una quota media di 850 m. Ciò considerando che negli anni a venire il traforo del Mercantour sarebbe stato servito sul lato italiano dall’autostrada Asti-Cuneo e da una nuova viabilità di accesso (circonvallazione di Cuneo e circonvallazione di Demonte-Aisone-Vinadio sulla S.S. 21).
Da parte italiana in questi anni sono protagonisti dell’attuazione del progetto la Camera di Commercio di Cuneo con il suo presidente Dardanello, la Sitraci con il suo presidente Revelli, la Provincia di Cuneo con il suo presidente Quaglia. La Regione Piemonte nel 1997 approva a larga maggioranza la proposta di legge regionale al Parlamento relativa alla “Autorizzazione di spesa per la realizzazione e l’ammodernamento dei collegamenti internazionali autostradali Asti-Cuneo-Nizza e ferroviario Fossano-Cuneo-Ventimiglia”. In allora tutti gli studi e la documentazione predisposta negli anni sono consegnati dalla Sitraci in giacenza presso l’Ufficio Tecnico della Regione Piemonte. Nel frattempo, però, alterne vicende politiche avvengono in Italia e in Francia. In Italia, all’alibi della mancanza cronica di finanziamenti, si aggiunge la solita mancanza di volontà politica di operare scelte prioritarie e la incapacità di predisporre progetti a lungo termine. In Francia il nuovo governo muta indirizzo: la strategia di Parigi riguardo i grandi collegamenti stradali transeuropei privilegia il passaggio al Nord delle Alpi, anziché attraverso il Piemonte e la Pianura Padana.
Un nuovo sussulto per il progetto del Mercantour si ha nel 2008, allorchè il sen. Giuseppe Menardi, vicepresidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, propone una nuova ipotesi progettuale, che riscuote giudizi positivi fra gli addetti ai lavori: supera il disegno del traforo “basso” del Mercantour, per uno che in Alta Valle Stura raggiunga Bercellonette in Val Ubaye e consenta quindi il collegamento all’autostrada A 51 che da Sisteron porta ad Aix en Provence e da qui verso le grandi arterie della Francia meridionale. La soluzione eviterebbe la saturazione della Riviera di Ponente e della Costa azzurra. La galleria prevista è lunga circa 25 km., la quota è a 1.250 m. La realizzazione dell’opera viene inserita nel Documento di programmazione economica e finanziaria per gli anni 2010-2013, predisposto dal ministro Tremonti e approvato dal Consiglio dei Ministri con il parere favorevole dell’Unione Europea. Da allora la classe dirigente politica ha dimostrato che o non conosce la portata della questione o il pensiero programmatico riguardante le grandi infrastrutture è in tutt’altre faccende affacendato. Senza alcuna lungimiranza nessuno autorevolmente considera più l’asse stradale Cuneo-Nizza come indispensabile terzo valico di collegamento nelle Alpi Marittime. E’ bene però riparlarne, ricordando “c’era una volta il progetto del traforo del Mercantour” ...
Magari per il futuro può tornare utile, se non vogliamo strozzare il nostro territorio.
Paolo Chiarenza - Busca
Redazione
CUNEO mercantour