“Dopo pandemia e crisi, attenzione all’usura e alle infiltrazioni criminali nel tessuto economico”
Il monito del presidente di Confcommercio Luca Chiapella durante la nona edizione di “Legalità ci piace!”, l’iniziativa per il contrasto dei fenomeni illegaliCon la presenza del prefetto Fabrizia Triolo, delle autorità militari della Provincia, dei dirigenti delle Ascom territoriali e dei referenti delle federazioni rappresentate, si è tenuta oggi la nona edizione di “Legalità ci piace!” di Confcommercio, occasione nella quale porre al centro dell’attenzione le problematiche legate al fenomeno dell’illegalità e dell’abusivismo.
All’apertura dei lavori da parte di Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo, è seguito il collegamento con la sede nazionale di Confcommercio con l’illustrazione dell’indagine confederale sull’usura da parte di Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, l’intervista ad imprenditore vittima di usura, l’intervento di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e le conclusioni da parte del sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, Ivan Scalfarotto.
Quest’anno in particolare si è posta l’attenzione sugli effetti provocati dal perdurare della pandemia e le restrizioni sulle imprese e sull’economia, che hanno provocato fenomeni pericolosi di criminalità quali l’usura ed i tentativi di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico.
L’usura è lo sfruttamento del bisogno di denaro di un altro individuo per procacciarsi un forte guadagno illecito. Nel rapporto usurario ci sono, dunque, la necessità di denaro ed un’offerta che può apparire come un’immediata possibile soluzione per chi si trova in difficoltà. Viene così concesso un prestito a un tasso d’interesse superiore al cosiddetto “tasso soglia”, rilevato ogni tre mesi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che si calcola aumentando del 50% il tasso effettivo globale medio (TEGM) relativo ai vari tipi di operazioni creditizie.
“Fin dall’avvio dell’emergenza sanitaria - afferma Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo - il credito ha assunto un ruolo cruciale per assicurare la necessaria liquidità alle imprese, private delle loro entrate o comunque investite da shock imponenti sulla loro attività economica; il bisogno di liquidità ed il rischio usura sono diventati quindi oggetto di indagini serie”.
Su questo tema sono state affidate da Confcommercio a istituti di ricerca qualificati periodiche indagini campionarie nazionali, rivolte alle imprese rappresentate e finalizzate a far emergere quelle situazioni “grigie” che difficilmente vengono esplicitate chiaramente, nonché le condizioni che determinano l’esposizione al rischio usura, nel quale la liquidità è il discrimine tra mantenere l’attività delle imprese o chiuderla. Sono infatti le imprese che non hanno ricevuto pieno soddisfacimento della propria richiesta di credito quelle sulle quali è stata calcolata, dall’Ufficio Studi, la platea di attività “potenzialmente” esposte al rischio chiusura.
I fenomeni illegali - contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione - alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata.
“È necessario - conclude Chiapella - supportare il delicato e sofferto percorso di denuncia da parte delle vittime di racket e usura, incentivando i progetti di partenariato fra associazioni anti racket e usura riconosciute, attraverso l’iscrizione ad appositi albi prefettizi, e le associazioni di categoria, per ottimizzare le sinergie fra l’esperienza e la professionalità delle associazioni anti racket ed anti usura e la capillarità e la vicinanza al sistema imprenditoriale delle organizzazioni datoriali”.
c.s.
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