"Eliminare i distanziamenti tra slot e punti sensibili? Esprimiamo grande paura"
La Commissione Sanità della Regione ha ascoltato i rappresentanti di Caritas, Società Italiana Tossicodipendenze e Fondazioni Antiusura sulla modifica alla legge sul gioco d'azzardoCaritas Diocesana, Società Italiana Tossicodipendenze (SIDT) e Fondazioni Antiusura. Questi i tre soggetti ascoltati in audizione stamane, sul Ddl Gioco d’azzardo, dalla IV Commissione Sanità, assistenza, servizi sociali, politiche degli anziani, riunitasi in seduta congiunta con la Commissione Legalità, rispettivamente presiedute dai presidenti Alessandro Stecco e Giorgio Bertola.
“È maturata nella rete delle Diocesi e Caritas piemontesi, da tempo impegnate sulle manifestazioni patologiche del gioco d’azzardo, una forte preoccupazione - ha sottolineato Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino e delegato regionale della Caritas Piemonte e Valle d'Aosta - . Più che un articolato ex novo, sarebbe meglio un approfondimento di alcuni elementi già contenuti nella legge: penso alla prevenzione, ad azioni volte all’uso responsabile del gioco nelle scuole; alla stabilizzazione delle procedure di arginamento. Si impone oggi una scelta delle priorità, evitando la concorrenza tra bisogni di salute e bisogni economici. Al fianco di un dettato normativo regionale – conclude Dovis – occorre lavorare per migliorare anche la legislazione nazionale, coinvolgendo gli enti del terzo settore”.
Incentrato soprattutto sui dati è stato invece l’intervento di Paolo Jarre, della società italiana Tossicodipendenze: “I dati epidemiologici di cui disponiamo provengono da due fonti principali: l’Istituto superiore di Sanità e CNR ((Consiglio nazionale delle ricerche). Le misure restrittive della legge 9 riguardano soprattutto gli apparecchi automatici di gioco, le slot. In Italia, nel 2019, gli italiani hanno giocato 110 miliardi di euro, 50 miliardi solo negli apparecchi. Nell’ultimo anno ha dichiarato di aver giocato almeno una volta ad un gioco in denaro il 30-40% degli italiani. I giocatori di apparecchi automatici di gioco, nelle stime del CNR si attestano intorno al 5,9% degli italiani e intorno all’8,1% per Istituto di sanità. Si tratta di persone che giocano 50 miliardi di euro e ne perdono 10. I giocatori di apparecchi automatici, solo nel 2019, sarebbero tra l’uno e i due milioni. Quando parliamo di apparecchi parliamo di una droga pesante e dunque chi li utilizza è un giocatore patologico con problematiche che afferiscono ai servizi dipendenze”.
Roberto Mollo, rappresentante delle Fondazioni antiusura San Matteo, La Scialuppa e Fondazione San Martino, ha ribadito come quotidianamente le Fondazioni abbiano a che fare con le ferite delle persone affette dalla patologia del gioco d’azzardo. Ogni anno in Piemonte le Fondazioni rispondono a circa un migliaio di richieste di interventi, di queste il 25-30% riguardano problemi di azzardopatia: “Esprimiamo grande paura – ha ribadito Mollo - per il fatto che vengano eliminati i distanziamenti previsti dalla legge del 2016, penso ad esempio al distanziamento tra le sale giochi e i bancomat che facilitano più prelievi nell’arco di poche ore. Maggiore è l’offerta più aumentano le possibilità di essere attirati dal gioco. Siamo anche preoccupati che il ripristino delle distanze tra slot e scuole, parrocchie, luoghi di aggregazione, favoriscano la possibilità di poter giocare”.
Al termine delle audizioni sono poi intervenuti alcuni consiglieri fra cui Domenico Rossi (Pd) per chiedere la possibilità di audire nelle prossime settimane l’Istituto superiore di sanità e il CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) in quanto fonti istituzionali autorevoli per approfondire l’aspetto epidemiologico del gioco d’azzardo; Giorgio Bertola (M4O) che ha chiesto quali siano le azioni che il Consiglio potrebbe migliorare ai fini del contrasto fermo restano l’impianto della legge 9; Marco Grimaldi (Luv) che, alla luce delle valutazioni tecnico scientifiche esposte, ha chiesto se la Giunta si sia confrontata con le associazioni sulla clausole valutative della legge o sulle nuove possibili soluzioni; Monica Canalis (Pd) ha invece rivolto alcune domande rispetto alla natura epidemiologica dei pazienti affetti da gioco patologico (se provengono da sale gioco, online), ribadendo la necessità di fare lobby per il bene comune e non per interessi economici.
Redazione
CUNEO gioco d azzardo