Emergenza casa a Cuneo, più dei soldi manca la fiducia: in città seimila alloggi sfitti
Il Comune fa il punto con le associazioni. L’Atc ha 800 alloggi, 77 sono da assegnare: “Ma l’utenza è cambiata, c’è chi distrugge le canaline per 50 euro di rame”Una seduta di commissione in Comune per fare il punto su quanto sta accadendo sul fronte della casa. Lo avevano chiesto i consiglieri cuneesi in un ordine del giorno, proposto da Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia e votato all’unanimità. La riunione si è tenuta nel pomeriggio di mercoledì, insieme ai rappresentanti del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, di Open House, della Caritas e dell’Atc.
L’allarme: “Neanche gli operai specializzati stranieri trovano casa”
Numeri e ambiti d’intervento cambiano, ma su un punto tutti sono d’accordo: affittare in città è sempre più difficile, e i soldi - sovente - non sono il primo problema. “Le dinamiche su Cuneo si caratterizzano per due fenomeni” spiega Marina Marchisio di Open House: “L’aumento degli affitti importante e avvenuto in breve tempo, e la scelta di orientarsi più alla vendita che all’affitto”. “È un tema di sfiducia soprattutto verso certe categorie” aggiunge Roberto Saba, responsabile amministrativo dell’impresa sociale: “Al punto Meet, ogni settimana, persone con buste paga importanti - magari da operaio specializzato a 1500 euro al mese - ci dicono che non riescono a trovare casa”. È un problema significativo a maggior ragione per gli immigrati che escono dal Sai, ovvero il sistema di accoglienza, conferma Enrico Manassero di Caritas: “Molti alloggi vengono usati anche in altro modo più redditizio, come i bnb. Ma fondamentalmente c’è un problema di fiducia. Noi mettiamo in campo un’assicurazione che copre le spese di eventuale sfratto e le prime 12 mensilità in caso di mancato pagamento. Al momento è comunque difficile trovare alloggi, se non c’è un rapporto personale di conoscenza”.
A mancare non sono le case. In città ci sono seimila alloggi sfitti, fa sapere il dirigente comunale Ivano Biga: “Abbiamo un patrimonio immobiliare che potrebbe essere messo a disposizione e a reddito”. Nel 2026, con il completamento delle ristrutturazioni nell’ambito del Pinqua, ci saranno 118 unità abitative e 267 posti in più. Nel frattempo il Comune vorrebbe convocare, per inizio 2025, gli “stati generali dell’abitare”, coinvolgendo insieme al terzo settore le associazioni dei proprietari immobiliari e degli inquilini.
L’Atc ha 800 case in città. Il problema? Fondi che mancano e inciviltà
“Il Comune - ricorda la sindaca Patrizia Manassero - ha dedicato buona parte del suo Pnrr al recupero di immobili. Abbiamo l’edilizia pubblica, rispetto alla quale il Comune di Cuneo ha fatto un bando un anno e mezzo fa: rimanendo fermi i finanziamenti per la realizzazione di nuove case, un bando può dare risposte. Ma le assegnazioni derivano solo dalle turnazioni naturali, in un patrimonio di circa 800 alloggi”. Quelli gestiti dall’Atc del Piemonte Sud per la precisione sono 785 in città, sui quattromila dell’intera provincia. Al momento 77 di questi sono vuoti: in 20 si attende la riconsegna delle chiavi o l’appartamento è ancora occupato da masserizie, altri 3 sono in cambio alloggio. A parte questi, 12 sono già assegnabili, 8 da sgomberare, 21 necessitano di manutenzione, 13 di interventi di ristrutturazione più pesanti per i quali però, precisa il direttore generale Gianluca Ghiglione, mancano i fondi. Un tema che si pone anche per quanto riguarda gli efficientamenti energetici, già eseguiti su un migliaio dei circa 12mila alloggi dell’Atc.
“Il fondo sostegno alla locazione - ricorda il dirigente - è bloccato da due anni, perché non finanziato: erano stati 230mila euro nel 2022, 130mila nel 2021, 123mila nel 2020”. Le assegnazioni di alloggi sono passate dalle 16 del 2022 a 10 nel 2023, con una risalita nel 2024: “Contiamo di arrivare a fine anno con l’assegnazione di ben 35 alloggi, di cui 20 in graduatoria e 15 in emergenza. Siamo anche riusciti a risolvere alcune situazioni problematiche conosciute dai servizi”. Sono schizzate in alto anche le decadenze, però: erano 5 nel 2022, 2 nel 2023, al momento sono 43 (3 per abbandono alloggio e 40 per morosità colpevole). “Ma non tutte si sono tradotte in sfratti” risponde Ghiglione: “Molti riescono a rateizzare e addirittura a chiudere”.
C’è un problema che riguarda gli inquilini: “Purtroppo l’utenza non è più quella di un tempo: a volte ci lasciano gli alloggi in condizione disastrata e con i costi, specialmente impiantistici, che sono andati lievitando, intervenire per renderli di nuovo assegnabili è molto oneroso. Ci sono capitati casi in cui, dopo pochi giorni dall’assegnazione, erano stati tolti i fili di rame dalle canaline per ricavarci magari 50 euro, facendo danni da migliaia di euro”. Il contrario di quanto accadeva fino a qualche anno fa, dove nelle popolari “c’erano le classi più modeste ma c’era un senso della casa: in certi casi era nostro orgoglio non distinguere la casa popolare dal residenziale privato. Molti inquilini davano la vernice e curavano le aiuole”.
“Fascia grigia” e vulnerabili, il lavoro del terzo settore
Su questo tema si inseriscono realtà come Open House, fondata nel 2017 da due cooperative cuneesi, con l’intento di lavorare anche sulla responsabilizzazione degli inquilini. La sede operativa è presso il centro servizi Communal Living di via XX Settembre, dove sono state messe a disposizione dal Comune tre unità abitative. Oltre a questo ci due coabitazioni giovanili pensate per chi non può accedere al mercato privato della locazione e sceglie di coabitare, impegnandosi in azioni di protagonismo civico. L’ultima esperienza è il progetto Il Tetto: una sperimentazione di accoglienza per immigrati in uscita dal Sai. Si guarda soprattutto alla cosiddetta “fascia grigia”, formata da persone in difficoltà ma non in emergenza.
Sulle vulnerabilità più gravi, invece, si concentrano le azioni del Consorzio Socio Assistenziale e della Caritas. I servizi sociali nel 2023 hanno seguito 93 nuclei con progetti di accompagnamento ed emergenza abitativa sul solo territorio di Cuneo: in tutto 205 persone di cui 76 minori, 41 adulti soli, 20 adulti disabili, 7 anziani. I dati del 2024 sono in linea: risultano 90 nuclei in emergenza abitativa, per un totale di 199 persone. Da inizio 2025 13 persone in stato di grave marginalità saranno ospitate in quattro alloggi ristrutturati con l’Atc: “Sarà allestito anche un monolocale nella ex casa del Fascio femminile: nei due piani superiori ci saranno 12 posti per l’autonomia abitativa dei disabili” ricorda la direttrice Giulia Manassero.
La Caritas ha inaugurato appena una settimana fa il dormitorio femminile con cinque posti: ospita al momento due donne. Per gli uomini ci sono 12 posti al centro servizi “Claudio Massa” di via d’Azeglio e altri 7 alla Città dei Ragazzi. L’accoglienza di secondo livello conta su una rete di 11 alloggi della Caritas diocesana, a cui si aggiungono quelli della Caritas parrocchiale del Cuore Immacolato (14 case per più di 70 persone). Alcuni sono destinati alle famiglie, altri a donne vittime di violenza, altri ancora all’accoglienza degli stagionali. Ospitano in media 25-30 persone, in base ai periodi. Poi ci sono paio di alloggi in “housing first” per i senza fissa dimora. L’idea nuova, avanzata dal responsabile ai funzionari Atc, è di collaborare con l’ente pubblico per finanziare piccoli interventi di rimessa in funzione delle case popolari.
Andrea Cascioli

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