Emergenza coronavirus, Confindustria dice no al blocco totale di fabbriche e imprese
Il presidente provinciale Mauro Gola si oppone alla soluzione caldeggiata da Cirio e propone l’adozione di un codice di autoregolamentazioneL’ipotesi del blocco totale delle attività economiche in Piemonte, caldeggiata con forza dal presidente Alberto Cirio come misura di contenimento del contagio, non piace ai vertici cuneesi di Confindustria.
Ad esplicitarlo è il presidente provinciale Mauro Gola, intervenuto nell’edizione straordinaria del tg online sulla pagina Facebook di Confindustria Cuneo. Gola ha affermato che l’associazione di categoria preferirebbe “dare continuità a tutte le attività produttive”, pur comprendendo “il momento di grave emergenza sanitaria che stanno attraversando la nostra regione e il nostro Paese”.
L’appello guarda soprattutto a chi lavora nel campo delle esportazioni: “Abbiamo una grande vocazione al mercato estero, scegliere in questo momento il blocco totale delle attività sarebbe davvero problematico”. Gola non fa mistero delle incertezze riscontrate anche tra gli associati (“alcune aziende ci scrivono che sarebbe opportuno chiudere, altre invece denunciano che sarebbe un grave errore”) e propone in alternativa alla serrata generale l’adozione di un codice di autoregolamentazione che permetta di far fronte a ulteriori restringimenti delle normative in ambito sanitario: “Si possono chiudere i settori produttivi e i reparti in questo momento non necessari e mettere in campo maggiori strumenti per il lavoro agile”.
Tra i rappresentanti degli industriali, per il resto, trova accoglienza positiva il piano da 25 miliardi di stanziamenti annunciato stamane dal premier Giuseppe Conte. Il direttore provinciale Giuliana Cirio ha riepilogato le misure annunciate dal governo per far fronte agli impatti economici dell’emergenza. Il decreto, che dovrebbe essere approvato venerdì 13, mette in campo un fondo con 12 miliardi di euro utilizzabili nell’immediato, mentre le altre risorse costituiranno la riserva per i futuri interventi.
Nello specifico, si prevede un allargamento degli ammortizzatori sociali con la possibilità di utilizzo del fondo di integrazione salariale per le aziende tra i 5 e i 15 dipendenti e della cassa in deroga speciale per tutti i lavoratori. Nel decreto dovrebbero rientrare la sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e un fondo di 2 miliardi destinato alle aziende. Sul tema della liquidità si lavora a una ‘moratoria creditizia’ con garanzia pubblica: “Potrebbero rientrare anche la sospensione delle rate delle sanatorie, della rottamazione ter e del cosiddetto saldo stralcio” aggiunge Cirio.
A vantaggio delle famiglie l’esecutivo intende varare un congedo parentale speciale da 15 giorni (ripartiti tra padre e madre) e un voucher baby sitter tra i 600 e i 1000 euro, oltre alla sospensione dei mutui sulla prima casa fino a 18 mesi in caso di riduzione o interruzione completa dell’orario di lavoro. Altre norme, secondo quanto annunciato dal ministro Catalfo, interesseranno i lavoratori stagionali e autonomi.
a.c.
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