Emergenza peste suina africana: a Cuneo il commissario straordinario Caputo
Lunedì 22 aprile ha incontrato in Provincia la cabina di regia e i sindaci dei quaranta Comuni cuneesi collocati in zona di restrizioneL’emergenza legata alla diffusione dell’epidemia di peste suina africana (Psa) che colpisce i cinghiali e rischia di trasmettersi agli allevamenti di suini della Granda è stata al centro degli incontri che si sono svolti lunedì 22 aprile in Provincia a Cuneo con il commissario straordinario Vincenzo Caputo. Al mattino si è riunita la cabina di regia, istituita dalla Provincia di Cuneo per contrastare l’emergenza e di cui fanno parte, oltre al presidente della Provincia Luca Robaldo e i consiglieri provinciali delegati, i tecnici del settore, rappresentanti delle Asl Cn1 e Cn2, i referenti sanitari della Regione, il commissario per l’emergenza Psa per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo Giorgio Sapino, i delegati delle organizzazioni sindacali di categoria e della filiera produttiva. In collegamento era presente l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi.
La cabina di regia è un’istituzione che sta dando buoni risultati tanto da essere stata presa di esempio ormai in parecchie realtà del nord Italia e dal prossimo incontro vi parteciperà anche la Provincia di Savona, nell’ambito della collaborazione tra regioni vicine per contrastare l’emergenza.
Con le ultime modifiche degli allegati al Regolamento di esecuzione (UE) 2023/594, che stabilisce misure speciali di controllo della peste suina africana, sono 40 i Comuni cuneesi collocati in zona di restrizione I e II. Nonostante l’intensa attività di controllo sulla specie cinghiale portata avanti dalla Provincia e le iniziative di carattere sanitario che sono state attivate dalla Regione e dalle Asl presso gli allevamenti di suini, l’epidemia - seppur lentamente - avanza e non è escluso che le zone di restrizione possano essere ulteriormente ampliate in un prossimo futuro in base al ritrovamento del virus nel selvatico sul territorio.
Il fronte dell’epidemia verso l’area della provincia di Cuneo appare attualmente fermo, anche nel Cebano. Il piano di eradicazione per la regione Piemonte è stato appena approvato e contiene indicazioni per gli abbattimenti, individua quelli che saranno i “distretti suinicoli” nelle aree a maggior concentrazione di allevamenti, nei quali la tendenza all’eradicazione dovrà essere totale. Il dirigente della Provincia Alessandro Risso ha precisato i dati dell’attività di depopolamento dei cinghiali nel 2024: 803 capi abbattuti in attività di controllo e 944 in quella di caccia, per un totale di 1747 capi abbattuti, per il 70% nelle aree a ridosso della zona di restrizione. Tale attività si svolge anche tramite i centri di raccolta (attualmente 44 di cui 2 gestiti dall’Asl), tra i quali uno riconosciuto come Cls (centro lavorazione selvaggina) che può accogliere le carni del selvatico provenienti dalla zona di restrizione. Continuano poi l’attività di sorveglianza sanitaria tramite monitoraggio del territorio suddiviso per celle e quella sulla biosicurezza negli allevamenti condotta finora per circa il 40% del totale.
Tra le iniziative più apprezzate dal commissario Caputo l’assunzione del personale della Provincia in forza al Nucleo faunistico-ambientale della Polizia locale, incrementato a 28 guardie. Caputo ha anticipato alcuni contenuti dell’imminente l’ordinanza 2 del 2024 e ne anticipa alcuni contenuti: l’importanza dei bioregolatori, da utilizzare là dove nasce l’emergenza in maniera continuativa; il divieto di foraggiamento per i cinghiali ai bordi delle strade; l’importanza dei distretti suinicoli dove, come nei centri abitati, la presenza del cinghiale dovrà sparire. Saranno previste barriere a chiusura dei varchi sotto le autostrade utilizzati dai cinghiali per i loro spostamenti. La nuova ordinanza si occuperà anche di arginare le speculazioni sul prezzo delle carni suine di allevamenti entrati a far parte di una zona di restrizione. Tra le novità l’inserimento di personale specializzato dell’Esercito per attività di “dronaggio” nelle zone critiche e la collaborazione con il personale delle Province, scala massiva, attingendo dal registro nazionale dei bioregolatori, che all’attualità conta già 13.500 iscritti. Conoscere la malattia anche da parte del cittadino comune è importante per permettere attività di outdoor, nelle zone di restrizione, importanti per il sostegno economico delle realtà locali.
Gli stessi temi sono stati ripresi anche nel pomeriggio durante l’incontro con i sindaci, a cui hanno partecipato anche alcuni parlamentari eletti in provincia di Cuneo, consiglieri regionali e tutte le guardie della Polizia faunistico ambientale della Provincia.
c.s.
CUNEO psa