Emergenza siccità, Coldiretti: 'Occorre anticipare la stagione irrigua e diffondere la cultura della prevenzione'
Oltre alle misure straordinarie a tutela della nuova annata agraria, servono progetti strutturali e lungimiranti per una più efficiente gestione dell’acquaGli effetti della siccità degli ultimi mesi si svelano, giorno dopo giorno, in tutta la loro criticità. Dopo un quadrimestre, da dicembre 2018 a marzo 2019, caratterizzato da precipitazioni di carattere nevoso e piovoso estremamente scarse e da un andamento anomalo delle temperature, tanto nei valori medi quanto in quelli massimi, le condizioni di portata dei nostri corsi d’acqua risultano estremamente ridotte.
La situazione desta grande preoccupazione in tutta la Granda, considerato anche il fatto che l’acqua immagazzinata nel manto nevoso, già a fine febbraio, risultava ridotta del 70-80% rispetto a quella presente alla stessa data nel 2018. L’apprensione, nelle nostre campagne, riguarda soprattutto le giovani piante appena trapiantate, che rischiano di disidratarsi molto velocemente senza apporti d’acqua. Preoccupano le semine primaverili di granoturco, soia, girasole, ma anche le colture invernali in campo, i foraggi, la frutta e la vite. “L’emergenza siccità non può far rimanere in silenzio ed immobili le Amministrazioni territoriali” evidenzia il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo, che spiega: “Abbiamo chiesto in una lettera alla Regione e all’Amministrazione provinciale di intervenire urgentemente per anticipare l’avvio del periodo irriguo, in linea con quanto sollevato da ANBI Piemonte, l’associazione regionale dei Consorzi di gestione delle acque irrigue. Ciò consentirebbe alle nostre imprese di partire con l’irrigazione straordinaria per le colture che ne hanno più bisogno”. “Alla luce degli evidenti cambiamenti climatici in atto - prosegue Moncalvo - è necessario definire un piano di invasi per gestire in maniera efficiente le risorse idriche e non arrivare ad agire solo in situazioni di emergenza. Così come rendere più flessibile l’inizio e la fine della stagione irrigua”. Infine, conclude Moncalvo, “serve un cambio di mentalità per passare ad una cultura della prevenzione con opportuni interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque attraverso opere infrastrutturali”.
c.s.
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