Eredità Ferrero e Palazzo Chiodo, Bongiovanni: "Che città vogliamo?"
Il consigliere comunale di Cuneo MIA: "All'amministrazione manca una prospettiva lunga: si agisce per spot, in base alle occasioni che si presentano"Riceviamo e pubblichiamo.
Non si può rispondere alle alienazioni delle proprietà avanzate in commissione consiliare da parte della maggioranza quali alloggi eredità Ferrero e Palazzo Chiodo senza prima aver stabilito: “Che città vogliamo?”. Solo la risposta a questa domanda può dare un profondo significato a quello che andiamo a decidere in fatto di recupero, rifunzionalizzazione delle aree o delle costruzioni.
Questa prospettiva lunga da tempo é assente nell’amministrazione cittadina: si agisce per spot in base alle occasioni che si presentano, iniziative private o partecipate, estemporanee, a progetti, ma non si è in grado di scegliere o inserire gli interventi in un quadro deciso a livello amministrativo. Nel caso di Palazzo Chiodo poi c’è il tema del valore storico che non pare entrare nella sensibilità amministrativa, mentre nella gestione dell'eredità Ferrero un’incapacità di gestire e valorizzare il patrimonio pubblico. Evidentemente è debole anche l’idea di Cuneo città turistica, sempre a rischio di essere ridotta ad etichetta da incollare qua e là su singole iniziative.
Sul recupero di Palazzo Chiodo si sono formulate nel tempo ipotesi via via rivelatesi inconsistenti, con il risultato che ora il recupero è un’impresa difficile e sempre più costosa. Purtroppo si è preferito destinare attenzione e risorse ad altri interventi controversi (vedi piazza Europa) piuttosto che salvaguardare e rivitalizzare una testimonianza di valore storico, giustificando così le risorse finanziarie a suo tempo impegnate per l’acquisto. Lo stesso discorso vale per gli undici alloggi situati in Corso Dante.
Su questi alloggi, su Palazzo Chiodo e come per il recupero di aree abbandonate o che presto lo saranno, l’amministrazione non può continuare ad agire da sola, senza un programma e senza confrontarsi con la città, perché la città è una ed è di tutti e ha diritto di esprimersi anche fuori dal ristretto cerchio della maggioranza politica che la amministra pro tempore.
Questo é quanto sosteniamo in un’interpellanza del prossimo Consiglio comunale. L’amministrazione comunale deve imparare a condividere, raccogliere idee, aprire dibattiti a mettere in discussione l’argomento "la città che vogliamo".
Claudio Bongiovanni
Consigliere comunale Cuneo MIA
Redazione
CUNEO cuneo