Ex caserma Cantore, il Comune non sapeva chi si fosse messo “in casa”
Boselli (Indipendenti) torna a invocare la Corte dei Conti. La modifica degli assetti di Exin Cantore non venne comunicata dal gestore (lo stesso di Tettoia Vinaj)Non era noto all’amministrazione comunale cuneese, proprietaria dell’immobile, il fatto che a gestire l’ex infermeria della caserma Cantore fosse lo stesso soggetto che nel frattempo accumulava canoni non pagati a pochi metri di distanza, nella Tettoia Vinaj. La risposta, data dall’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale ai consiglieri lo scorso novembre, ha aperto un ulteriore fronte nella polemica sulla rigenerazione dell’ex Foro Boario.
“Un’operazione importante” ammette Giancarlo Boselli, capogruppo di Indipendenti, tornando a chiedere però che si faccia luce sui vari passaggi, anche riguardo all’ex Cantore. Con un’interrogazione depositata in settimana per chiedere al Comune di integrare l’esposto, già presentato alla Corte dei Conti, sul possibile danno erariale derivato dall’affaire Tettoia Vinaj. Il 19 febbraio 2014 il Consorzio Emiliano Romagnolo, che si era aggiudicato il progetto di finanza per l’ex infermiera, comunicò l’affitto del ramo di azienda a Consital, con cui il municipio sottoscriverà un nuovo contratto di appalto in data 8 luglio 2014.
Passano due anni, il 10 agosto 2016 la Consital comunica di aver costituito la società di progetto Exin Cantore, con soci la stessa Consital (95% delle quote) e la Cooperativa Edile Cuneese per il restante 5%. Con quest’ultima, sottolinea Spedale, “il Comune non aveva rapporti contrattuali”. Agli uffici del municipio “non è stata comunicata alcuna modifica degli assetti societari di Exin Cantore”. Ciononostante un’ulteriore variazione c’è stata, il 28 novembre dello stesso 2016, determinando il passaggio del 100% delle quote a Dama sas: ovvero a un soggetto riconducibile al geometra Dario Dalmasso, amministratore della società Tettoia Vinaj srl che a sua volta era subentrata a Consital nella gestione dell’altro immobile.
Il punto è che Dalmasso, a cui è riconducibile la Cooperativa Edile Cuneese di Beinette, aveva già un piede nell’ex infermeria nel momento in cui la Tettoia Vinaj srl aveva iniziato a non pagare i canoni di affitto (ma ci sarebbero voluti ancora anni, fino al 2021, prima che l’amministrazione pubblica si muovesse, pungolata dalle interpellanze di Beppe Lauria da destra e Ugo Sturlese da sinistra). “Si era aperta la situazione debitoria e dal 2014 mancava la fideiussione. Se il Comune se ne fosse accorto, il contratto sarebbe decaduto e non si sarebbe arrivati a un debito di 1 milione 250mila euro” fa notare ora Boselli.
“La gravità - si sostiene - non è tanto nell’aver affittato duemila metri quadri di uffici a 12mila euro a una società che ne ricava 150mila all’anno: il Comune non può non fare ogni anno visure camerali di prassi per capire con chi ha a che fare a livello societario”.
Questione, quella degli affitti dell’ex caserma, già trattata in una commissione consiliare dedicata. Il vicesindaco Luca Serale, che seguì il progetto, difende la scelta dei canoni “calmierati”: bisognava evitare il rischio che il complesso diventasse un insieme di scatole vuote. E le scatole vuote in effetti sono state evitate: ma alle scatole cinesi nessuno, a quanto pare, aveva pensato per tempo.
Andrea Cascioli
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