Ex caserma Cantore, un affare solo per qualcuno?
Per le opposizioni a guadagnarci è stato soltanto il “solito” Dalmasso, ex gestore della Tettoia Vinaj. Ma la giunta non ci sta: “Grazie a noi non è una scatola vuota”L’ex caserma Cantore di piazza Foro Boario è l’“altra faccia” dell’affaire Tettoia Vinaj ed è quella meno illuminata, anche perché qui il Comune di Cuneo non ha particolari lamentele da muovere al gestore. Che poi sarebbe sempre lo stesso - ovvero il geometra Dario Dalmasso - che per quasi dieci anni ha gestito la Tettoia senza pagare i canoni che l’amministrazione ritiene dovuti.
Anche sull’ex caserma c’è un problema di canoni, sintetizzato da Giancarlo Boselli (Indipendenti) a conclusione della commissione consiliare dedicata all’immobile: “È evidente che oggi abbiamo un parametro di confronto che si esprime con cifre che hanno gli stessi numeri, ma zeri diversi: il bando per la Tettoia Vinaj, una struttura con 760 metri quadri, è stato fissato a 120mila euro all’anno. La ex Cantore, a cinquanta metri dalla Tettoia Vinaj, ha 1.940 metri quadrati ed è al prezzo di 12mila euro l’anno”. Mille euro al mese è infatti la cifra che la Exin Cantore srl di Dalmasso paga al Comune per gestire l’edificio, i cui locali sono affittati - tra gli altri - all’Atl del Cuneese e ad alcuni uffici del Consorzio Socio Assistenziale.
La disparità salta agli occhi, ma va altresì detto che questi dieci anni, per quell’area della città, hanno rappresentato un’era geologica. Lo ricorda a tutti il vicesindaco Luca Serale: “La fotografia che ho in testa e risale al 2013 è di una piazza completamente desolata: c’era un fenomeno di prostituzione e di spaccio di droga vicino a quegli immobili disabitati e la piazza, in quel momento, era un parcheggio che ospitava circa 550 automobili. Oggi abbiamo una piazza che è viva, di fortissimo passaggio e le attività nella Tettoia Vinaj e nell’ex Cantore attirano persone: è il miglior presidio naturale”. Tutto questo grazie ai fondi del Pisu, che proprio Serale gestì nella prima giunta Borgna: “Gli interventi riguardavano l’intera piazza ex Foro Boario, via Roma e un aiuto capillare alle attività commerciali presenti nel nostro centro storico. Per due immobili, la Tettoia Vinaj e l’ex caserma Cantore, si decise di realizzare il progetto di finanza perché non si volevano riqualificare luoghi che poi potessero restare ‘scatole vuote’”.
Le opposizioni: “Tettoia Vinaj e caserma Cantore sono collegate”
Lo scopo, riconoscono tutti, da quel punto di vista è stato raggiunto. Sul “come”, però, si addensano le critiche delle minoranze - di ieri e di oggi. La premessa è che il bando per il progetto era andato deserto e fu poi chi l’aveva proposto, ovvero il Consorzio Emiliano Romagnolo (Cer), a farsi carico della riqualificazione, con un contratto trentennale al famoso canone di 12mila euro. “La cifra messa a disposizione dall’amministrazione fu di 2 milioni, - ricorda Serale - a cui si dovettero sommare cifre da parte dei privati per circa 350mila euro per completare il recupero dell’ex infermeria, peraltro sottoposta al vincolo della Soprintendenza”. Del consorzio, fa presente Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), erano socie le due cooperative che avrebbero costituito con operazioni parallele la società di progetto Tettoia Vinaj srl e la Exin Cantore srl, ovvero Consital e Cooperativa Edile Cuneese: entrambe riconducibili a Dario Dalmasso. “Tale consorzio era già economicamente traballante a febbraio 2014, perché entrava in amministrazione coatta ma provvedeva ad affittare un ramo d’azienda alla Consital” aggiunge Bongiovanni.
Quanto sono costati davvero quei 350mila euro di investimento privato, ci si chiede adesso? Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) dà la sua risposta: “Gli investimenti hanno reso a Dalmasso circa 1 milione sulla Tettoia Vinaj e altrettanto con gli affitti della ex caserma Cantore. Dalmasso paga 12mila euro di affitto all’anno per la caserma e intanto si è incamerato un milione con i canoni non pagati sulla Tettoia”. “Nessuno mette in discussione che l’area sia stata rigenerata” premette Boselli, avanzando però una serie di domande: “È vero che per sette anni non si è proceduto per via giudiziaria a ottenere un debito ormai rilevantissimo su Tettoia Vinaj? È vero che non fu mai chiesta la fideiussione sull’operazione? È vero che nel 2016 si stipula un contratto con una società che ha fra i titolari soggetti con una posizione debitoria nei confronti del Comune? C’è stata la tentazione di gestire le due vicende come se non fossero collegate, lo stesso fatto che ci siano voluti tre mesi e mezzo per ottenere questa commissione qualcosa dice”.
“Qualsiasi altro soggetto avrebbe fatto una serie di iniziative che sono state intraprese nei confronti di chi non pagava multe o altro” incalza Beppe Lauria (Indipendenza!), che sottolinea: “Mi risulta che la Tettoia Vinaj srl abbia a tutt’oggi crediti per 280mila euro: non capisco perché il Comune non ne chieda il congelamento”. “Sulla riqualificazione del Foro Boario nulla da dire, con una piccola eccezione: è stata fatta a metà” obietta Franco Civallero di Forza Italia: il tema da lui sollevato è quello del parcheggio che non fu realizzato. Ma anche del prezzo: “Quel posto era appetito da tutti, infatti non c’è una stanza vuota: con quel timore da parte del Comune è stato svenduto a un privato qualcosa che avrebbe potuto rendere molto di più”.
La maggioranza: “Il canone è basso? Troppo facile dirlo adesso”
Storie vecchie, ribattono dalla maggioranza. Dove il più “annoiato” è il capogruppo di Centro per Cuneo Vincenzo Pellegrino: “Sono un po’ stufo di tutta questa dietrologia: è un annoso sentire le solite cose dette all’interno del Consiglio comunale e sentire da parte dell’esecutivo le solite risposte. Siamo stati capaci di trasformare quest’aula in un’aula di tribunale: c’è in corso una procedura. Spero che inizieremo a fare i consiglieri comunali e non gli investigatori”. Nel merito, comunque, l’operazione è ritenuta un successo: “Non mi scandalizzo, se quello che vediamo è il risultato di oggi, come sui Lavatoi: è vero, prendiamo poco. Ma abbiamo riqualificato un’area degradata di questa città e portato un presidio. Se avessimo alzato l’asticella non ci sarebbe stata nemmeno quell’unica offerta”.
“Adesso è facile dire, a posteriori, che 12mila euro di affitto sono pochi: se fosse stata una zona appetibile, avrebbero partecipato più aziende” osserva Elio Beccaria (Cuneo Civica), smentendo il collega Civallero sul livello di “occupazione” del fabbricato: “Lo frequento per lavoro e so benissimo che c’è un andirivieni continuo di aziende e non è pieno”. Luca Paschiero (Cuneo Civica) parla a sua volta di “vicenda trita e ritrita”, sostenendo che sul contenzioso per Tettoia Vinaj “qualche passo in avanti sia stato fatto”. È d’accordo Stefania D’Ulisse di Cuneo Solidale Democratica: “La sentenza riconosce la grave inadempienza di Tettoia Vinaj srl e la correttezza dell’agire del Comune: il prossimo passo su cui si lavorerà è quello di giungere alla riscossione del dovuto. Non reputo sia corretto paragonare il nuovo bando per l’affidamento di Tettoia Vinaj all’affitto, già in vigore da dieci anni, per la ex caserma Cantore”.
Quanto alla mancata realizzazione del parcheggio, la replica spetta ancora una volta a Serale: “Quando mi fu chiesto qual era l’unico neo del progetto Pisu, dissi che era il non aver realizzato il parcheggio sotto piazza Foro Boario. Perché anche il Pisu, come il Pnrr oggi, era una corsa contro il tempo: erano fondi europei destinati all’amministrazione comunale. Avevamo il timore di perdere il finanziamento”. La questione meriterebbe più considerazione da parte degli enti superiori, in particolare l’Unione Europea: perché se è vero che le tempistiche dei lavori e le rendicontazioni sono importanti, è altrettanto innegabile che la fretta sia cattiva consigliera. E dall’ansia di “chiudere”, forse, nascono anche i guai all’ombra della Tettoia.
Andrea Cascioli
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