''Finchè la retribuzione non sarà equa non si troveranno italiani disposti a lavorare 10 ore al giorno sotto il sole''
Cgil e Flai Cgil rispondono alla presa di posizione di Coldiretti sul lavoro agricolo. ''Semplificare ulteriormente i rapporti è la risposta peggiore''Cgil e Flai Cgil Cuneo replicano alle affermazioni del presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, che nei giorni scorsi aveva dichiarato: "Alle nostre imprese serve una riduzione della burocrazia e una radicale semplificazione del voucher agricolo, rispondendo da un lato ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito per giovani studenti, pensionati e disoccupati”. Riceviamo e pubblichiamo.
Semplificare ulteriormente i rapporti tra lavoratori e imprese è la peggiore risposta possibile per un settore che sta attraversando una stagione di incertezza e di cui l'emergenza sanitaria ha portato alla luce un problema strutturale: l'organizzazione della manodopera stagionale. Una ulteriore deregolamentazione (di questo si tratta) non è una cura, anzi non fa che aumentare il problema. Gli strumenti ci sono già, ma vanno applicati.
I voucher sono già utilizzabili, ma non danno tutele, permettono abusi e contribuisco ad estendere la zona grigia. I contratti, nazionale e provinciale di categoria, garantiscono le flessibilità richieste dai datori di lavoro e pongono contemporaneamente un argine alla precarietà insita nella natura stessa del lavoro stagionale. Le modalità di assunzione si rivolgono già allo studente, alla casalinga, al disoccupato, al lavoratore part-time e addirittura al pensionato e garantiscono quelle normali tutele, riconosciute alla maggior parte dei lavoratori dipendenti, conquistate in agricoltura in anni di lotte sindacali: dal riconoscimento della malattia, dell’infortunio, della disoccupazione agricola, degli assegni nucleo familiare e non ultimo dal versamento dei contributi validi per la pensione, il tutto in base ai giorni lavorati. Ma fino a quando il lavoro agricolo non verrà retribuito equamente, non si troveranno italiani disposti a lavorare 10 ore al giorno sotto il sole o esposti alle intemperie.
In merito all'emergenza sanitaria Coldiretti aggiunge che: “la soluzione più agile che si rende necessaria è sicuramente l’attivazione di protocolli di quarantena attiva, che prevede di concedere, nei primi quattordici giorni dall’arrivo dei lavoratori stranieri, lo svolgimento dell’attività agricola”. Non basta. E' necessario che le autorità competenti (Prefettura, Protezione Civile, Comuni e Commissario Straordinario) agiscano di concerto per gestire la situazione alloggiativa e garantire un presidio medico permanente nella zona di concentramento dei lavoratori stagionali.
Dalla crisi si esce attraverso il lavoro, la collaborazione e il rispetto della legalità.
c.s.
CUNEO Cgil