Fondazione CRC, Borgna esce allo scoperto: “Io presidente? Non è una corsa contro nessuno”
Prima i programmi e poi i nomi, ma “non si può pensare di guidare questa istituzione senza esperienze a servizio della comunità ”. Un messaggio al rivale Gola?Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’ex sindaco di Cuneo Federico Borgna:
Prima i programmi e i progetti, dopo le persone. Tutti gli stakeholder che sono chiamati a designare per il rinnovo della governance della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo devono riunirsi intorno a un tavolo per un programma comune. Per loro stessa natura le Fondazioni sono soggetti in relazione, la partecipazione deve essere allargata e responsabilizzata il più possibile. Partecipazione all’economia, alla salute, alla vita culturale, allo sport, alla natura, sono grandi questioni che interessano il territorio e il mondo. Per questo motivo è necessario costruire una governance di un’istituzione che non contempla la presenza di una maggioranza o di una minoranza. Oggi si sta solo parlando di nomi e non ci si chiede la cosa più importante: che cosa ci si aspetta che la Fondazione faccia nei prossimi anni? Questo passaggio secondo me è fondamentale che si faccia e che si faccia adesso, tutti insieme.
Da settimane mi danno come uno dei possibili aspiranti alla presidenza, ma non è una corsa muscolare contro nessuno. Prima bisognerebbe parlare di proposte a servizio dell’istituzione Fondazione e del territorio. Il principio della fraternità può essere una delle parole chiave su cui far riflettere oggi le Fondazioni, come istituzioni e organismi intermedi della società . Una Fondazione deve poter superare la solidarietà o sussidiarietà prevista dallo Stato, sostenere quindi tutte le rappresentanze associative che disegnano i presupposti per alimentare una società democratica e libera. Le Fondazioni hanno l’interesse, la forza e la capacità di creare un luogo dove si lavora non solo per interessi personali puntuali, ma soprattutto per valori universalmente riconosciuti, con la consapevolezza di costruire società plurali e la pazienza nell’esprimere i modi e le forme più corrette per seguire questa verità . Il vero problema non è riconoscere l’assolutezza dei valori, quanto fare una sintesi capace di indirizzare e puntare l’attenzione sul perché piuttosto che sul cosa fare, solo ponendosi questa domanda ci si può infatti mettere nelle condizioni di ripensare al senso di comunità e al futuro. Non è detto che tutte le risposte siano già pronte e confezionate, ma dobbiamo abituarci a costruire riflessioni di senso collettivo e non risposte da prodotti di supermercato.
La Fondazione deve perseguire un’idea di laicità che non esclude, ma che riunisce e sappia dialogare con tutti i soggetti, enti, associazioni, privati e istituzioni, che alimenti il terreno della discussione e della riflessione, che non sia di parte, che non sia solo governata da nomi, che non abbia forzature o padroni a cui rispondere, ma che nel principio dell’autonomia che la contraddistingue apra spazi di ascolto plurali. Non si può pensare di guidare questa istituzione senza l’umiltà e il coraggio di esperienze a servizio della comunità .
Credo che i pilastri che dovrebbero reggere l’indirizzo della governance siano: l’autonomia della Fondazione, l’autonomia e il rispetto della struttura nel rispetto delle regole generali e statutarie, l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio, l’attenzione alle erogazioni per tutti a partire dai più fragili, il ruolo del Centro Studi. La nostra Provincia è fatta da 247 piccoli comuni che sono le sentinelle del territorio, che la abitano e la rendono unica e solo con la vicinanza a tutte queste realtà possiamo permetterci di vivere oggi in una terra che sa prendersi cura di sé stessa. Allo stesso tempo però è necessario guardare lontano e aspirare a grandi progetti che possano guidare a cambiamenti attesi e reali nella nostra comunità , in tutti i campi, dallo sport alla cultura, dall'educazione al volontariato, dalla salute all’economia e alle grandi sfide etiche e sociali che la nostra società sta affrontando. Grandi progetti e interventi che potrebbero essere gestiti in co-programmazione con gli enti del territorio, con le associazioni di categoria, con il mondo sindacale e del volontariato, con l’Università .
La Fondazione può contribuire a far diventare la Provincia di Cuneo un luogo dove si aspira a vivere e abitare, dove la cultura e la formazione siano lo strumento di crescita e di attrazione per l'intera comunità , dove tutte le realtà aspirino a voler continuare a stare e dove possano nascere nuove imprese e crescere le grandi realtà che tutti conosciamo. La Fondazione può aiutare a creare questo futuro, con gli strumenti e i modi di cui è capace, con la tessitura e l'esperienza di chi sa far dialogare tutte le realtà , senza prepotenza o forzature.
La struttura Fondazione e le persone che lavorano per l’istituzione possono garantire traiettorie stabili nel tempo, evitando di essere oggetto di contese su chi governerà pro tempore l’istituzione. Non si distrugge o si svende una casa ogni volta che si cambiano gli inquilini, ma al contrario ci si augura che questi possano dare un contributo per renderla più aperta, accessibile, bella e patrimonio di inclusione. I governi passano, amministrano, indirizzano, ma i valori dell’istituzione rimangono grazie alle persone che ne fanno parte con le loro idee e la loro professionalità . Per questo dobbiamo essere orgogliosi di avere un’istituzione privata, ma che lavora per tutta la comunità sopra ogni interesse.
Arrivati alla costruzione di un programma ampiamente condiviso, la governance è solo la conseguenza. La squadra che governerà dovrà avere la fiducia di tutti per portare a compimento un progetto. Mi piace ricordare il presidente Gianni Genta, che ha saputo dare un'impronta molto forte sul modo di interpretare la Fondazione e ne ha aperto le porte al futuro.
Federico Borgna
Redazione

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