Francesca Nanni si è insediata a capo della Procura di Milano: ''Borrelli il mio modello''
È la prima donna a ricoprire il ruolo. Forte il legame con Cuneo, dove ha lavorato per ben otto anni"Mi darò molto da fare per essere all'altezza dei miei predecessori, e Francesco Saverio Borrelli sarà un punto di riferimento pur non avendolo conosciuto: è una figura imprescindibile". Così - riferisce l’edizione milanese di ‘Repubblica’ - Francesca Nanni, la nuova procuratrice generale di Milano che da oggi si è insediata in uno degli uffici giudiziari più importanti d’Italia. È la prima donna a ricoprire il ruolo da quando, più di cinquant’anni fa, sono state aperte le porte della magistratura all’altra metà del cielo.
La Nanni ha ricordato anche la sue esperienze passate, tra cui quella di piazza Galimberti dal 2010 al 2018. Nella sua carriera infatti, le è capitato spesso di essere la prima donna ad avere un incarico: "Per me è un cosa naturale anche esserlo alla Procura generale di Milano: sono estremamente soddisfatta e orgogliosa. Mi è già accaduto: sono stata la prima procuratrice generale a Cagliari, e a capo della Procura di Cuneo, e ancora prima sostituto a Sanremo e a Genova dove ho guidato la Dda. Mi impegnerò per meritarmi tanta stima in questo ufficio così importante”.
Originaria di Millesimo (Savona), in magistratura dal 1986, la Nanni nella sua carriera ha svolto funzioni di pm a Sanremo dal 1987 al 1992, anno in cui ha iniziato a prestare servizio presso la procura di Genova. Dal 2010 e per 8 anni, come detto, ha guidato la procura di Cuneo, fino alla sua nomina, nel dicembre del 2018, a capo della procura generale di Cagliari.
Tra i procedimenti di cui si è occupata nella sua carriera vengono ricordati l'inchiesta sul sequestro di persona a scopo di estorsione dell'imprenditore Claudio Marzocco, trasferito in Calabria e custodito per oltre un mese in Aspromonte e il procedimento che si svolse a Sanremo per corruzione nell'assegnazione dell'organizzazione del Festival della canzone italiana.
La sua nomina è vista positivamente nell’ottica di un maggiore equilibrio di genere negli incarichi apicali della magistratura (le donne costituiscono il 54% delle toghe italiane, ma i ruoli di vertice sono quasi sempre assegnati a uomini).
s.m.
CUNEO cuneo - Francesca Nanni