Frutta, Coldiretti: "Il 2021 anno nero, perdite fino al 100% per il Made in Cuneo"
Gravi danni da maltempo per kiwi, pesco, albicocche, melo e pero: "Servono nuovi investimenti infrastrutturali, liquidità e una riduzione del carico contributivo"Il comparto frutticolo in Granda conta numeri importanti con un fatturato complessivo di oltre 400 milioni di euro (circa l’80% di tutto il fatturato piemontese), una superficie di 14.000 ettari (su 18.000 di tutto il Piemonte) e 3.500 aziende. L’annata, però, in Piemonte è stata fortemente colpita dal maltempo, in particolare dalle gelate e dalla grandine, che ha causato perdite di oltre il 60% per le albicocche e le mele e circa l’80% (anche fino al 100% in alcune zone) per pesche, pere, susine e kiwi. Il 2021 sarà ricordato come l’anno nero per l’ortofrutta italiana colpita dagli effetti del meteo impazzito a causa dei cambiamenti climatici fra gelo, grandine, bombe d’acqua, tempeste di vento e siccità che hanno devastano campi, serre e raccolti danneggiando, proprio mentre cresce nel mondo la richiesta di cibi salutistici, la voce più importante dell’export agroalimentare Made in Italy. Una situazione drammatica che colpisce produttori e consumatori con un pesante impatto sull’economia, il lavoro e il territorio che sarà al centro del Macfrut di Rimini, il più grande salone della frutta e verdura Made in Italy inaugurato oggi.
“L’andamento climatico – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – ha fatto sì che ci sia stato un impatto fortemente negativo su tutto l’indotto frutticolo con manodopera pressoché azzerata e, di conseguenza, una netta perdita di reddito per le imprese e per le famiglie che solitamente in stagione potevano avere un lavoro assicurato proprio dalla raccolta della frutta. In certe zone della Provincia di Cuneo, invece, la raccolta è stata pressoché nulla a causa delle gelate e degli sconvolgimenti climatici con grandinate, raffiche di vento e trombe d’aria. Con il modificarsi della distribuzione delle precipitazioni per salvaguardare la produzione occorrono immediati interventi strutturali al fine di accumulare l’acqua quando cade e distribuirla quando manca, soprattutto nelle aree interne”.
“Proprio alla luce dei cambiamenti climatici in atto e con il costante aumento delle temperature e la sempre più frequente ridotta disponibilità di acqua – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – sono necessari nuovi investimenti infrastrutturali finalizzati a ridurre i costi di produzione delle aziende e, primo fra tutti, una riduzione del carico contributivo oltre alla necessità di liquidità da parte del sistema bancario poiché per molte imprese i prossimi incassi saranno solo a partire da settembre 2022”.
c.s.
CUNEO Coldiretti