Giordana torna sul “caso” delle celebrazioni resistenziali: “Sono un sindaco politicamente scorretto”
La minoranza comunale condanna il primo cittadino di Valdieri, che ribatte: “Molti partigiani volevano sostituire la dittatura fascista con quella comunista”Riceviamo e pubblichiamo:
Egregio direttore,
in queste ultime settimane come Sindaco di Valdieri sono stato coinvolto in un crescendo di polemiche storico-politiche sulla questione Costituzione italiana-Lotta di Liberazione. La vicenda è giunta in Consiglio comunale con una interrogazione che mi condanna perentoriamente presentata dal gruppo di minoranza, composta da aderenti a Forza Italia che senza alcun distinguo o autonomia di giudizio dai dettami imposti dall’esterno da parte della sinistra e dall’Anpi, si sono buttati a capofitto.
Sono un sindaco “politicamente scorretto” e ripropongo con convinzione le mie dichiarazioni sulla questione che ho fatto porre a verbale della seduta. Il Comune di Valdieri ha doverosamente aderito all’iniziativa dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea, al progetto “Le radici della Costituzione, avente come finalità quella di sensibilizzare la comunità civile circa l’importanza dei valori della Costituzione italiana”. Sottolineo la denominazione “Istituto Storico della Resistenza” e l’aggiunta “e della società contemporanea”. Sfugge a molti che questa aggiunta fu deliberata dal Consiglio provinciale negli anni Novanta, prevedendo anche un finanziamento, che fu votato anche dall’allora consigliere provinciale di AN Chiarenza, con la precisazione che l’Istituto completato da allora nella dicitura non doveva occuparsi solo della Storia della Resistenza ma anche degli avvenimenti storici degli anni seguenti.
Il progetto “Le radici della Costituzione” prevede la piantumazione di 12 alberi, ognuno dei quali sarà intestato alla indicazione dei 12 Principi fondamentali del testo costituzionale. Ciò ad evidenziare i valori su cui si fonda la nostra Repubblica e in cui si identificano uniti tutti gli Italiani.
Su questa ineccepibile iniziativa (per la quale il sindaco si è occupato personalmente di reperire i 12 gelsi da piantumare), su espressa volontà di forze e associazioni politiche ed ideologiche si è voluto inserire e identificare la celebrazione della Liberazione abbinando ai Principi della Costituzione il nome di un partigiano caduto. Il Sindaco di Valdieri - che è il sindaco di tutti i valdieresi - ha dichiarato di non accettare questa commistione dai risvolti politici strumentali, poiché la lotta di Liberazione si rivela divisiva per molti concittadini. E che sia vero questo concetto lo dimostra la stessa interrogazione del gruppo di minoranza, che nell’ultima parte afferma: “Non crede (il Sindaco) che occorrerebbe avere maggiore sensibilità quando si rilasciano dichiarazioni a mezzo stampa e sui social media anche perché il ruolo principale del sindaco, rappresentante di tutti i cittadini e non solo della sua parte politica, è di tutelare il proprio paese che oggi ne esce indebolito e diviso, teatro di forti contrapposizioni ideologiche?”.
Quindi lo stesso gruppo di minoranza riconosce che i termini disposti per questo evento determinano oggi forti “contrapposizioni ideologiche”, quindi ho ragione di dire che sono divisive. Ma per istruirci meglio, facciamo un passo indietro nella nostra Storia.
Siccome è stabilito che la maggior parte dei combattenti della Resistenza erano i comunisti, e in quel tempo i comunisti erano obbedienti esaltatori dell’Unione Sovietica e soprattutto di Stalin, e volevano sostituire la dittatura fascista con quella comunista, sono curioso di sapere quale nome di partigiano comunista si indica a fianco dei Principi fondamentali della nostra Costituzione?
Alla luce di queste circostanze credo di aver fatto bene chiedere di separare i due eventi, quello relativo alla Costituzione da quello della celebrazione della lotta di Liberazione. Mi si ingiunge infine di imparare la Storia. In proposito replico che io ho avuto buoni Maestri, a partire dall’illustre professor Renzo De Felice, che ha avvertito di diffidare dalla ideologizzata “vulgata antifascista”, alla “memoria storica” della Destra cuneese Paolo Chiarenza, all’avvocato Ludovico Boetti Villanis, già deputato di Torino, che in un suo recente incontestato saggio ha scritto: “Se la Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, dovesse definirsi antifascista per il momento storico dal quale scaturì o per il credo politico dei cosiddetti padri costituenti, non si comprenderebbe ad oggi la ragione dei 75 anni di coesistenza - per citare solo due esempi - con il codice penale del 1930, detto Codice Rocco dal Ministro di Giustizia di allora, e annoverato tra le ‘leggi fascistissime’ - e ciò malgrado gli interventi soprattutto della Corte Costituzionale che però mai ne hanno intaccato l’impianto nel suo complesso, né la stragrande maggioranza dei singoli articoli che lo compongono - ed alla stregua del Codice Civile del 1942 che tuttora consta a chi lo consulta decretato da “Vittorio Emanuele III°, per grazia di Dio e volontà della Nazione, Re d’Italia e Albania, Imperatore d’Etiopia”.
In nome della Costituzione cerchiamo finalmente di unire gli Italiani, anziché continuare a dividerli secondo i dettami delle drammatiche vicende della guerra civile di 80 anni fa. La Costituzione è una nuova pagina della Storia del popolo italiano.
Ringrazio se vorrete pubblicare questa mia lettera. Distinti saluti.
Guido Giordana (Sindaco di Valdieri)
Redazione

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