“Giusto revocare l’onorificenza a Tito, il dittatore colpevole del genocidio delle foibe”
Il Comitato 10 Febbraio di Cuneo si congratula con il senatore Menia e si appella nuovamente alla sindaca Manassero: “Serve un luogo alla memoria dei martiri”“Ieri è stato approvato l’odg presentato dal senatore Roberto Menia che impegna il governo ad attivare la procedura di revoca del cavalierato di Gran Croce, conferita nel 1970 al dittatore jugoslavo Tito, colpevole, lo ricordo, dell’esodo degli italiani da Istria Fiume e Dalmazia e del genocidio delle foibe. Un atto importantissimo che ci permette di rilanciare l’appello alla sindaca Manassero per individuare, quanto prima, un luogo da dedicare alla memoria dei martiri delle foibe”. Queste le parole con le quali Denis Scotti, presidente del Comitato 10 Febbraio di Cuneo, rilancia la richiesta all’amministrazione comunale di Cuneo con un video presentato sulla pagina Facebook dell’associazione.
Video girato in occasione dell’incontro in città con il presidente nazionale del Comitato, Silvano Olmi. “Quale miglior occasione, se non oggi che il Senato della Repubblica ha finalmente accolto una delle principali richieste delle famiglie degli infoibati e delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, per ricordare alla Giunta che a Cuneo manca un luogo della memoria - sottolinea Scotti - per ricordare lo sterminio di migliaia di italiani nelle foibe e l’esodo di oltre 350 milia italiani dalle loro case. Un orrore pensare che un criminale del genere possa avere ricevuto nel 1970 il titolo di Cavaliere di Gran Croce italiano”.
L’ordine del giorno recepito dal governo, precisa che a differenza di quanto accaduto fino ad oggi, se il procedimento dovesse andare avanti sarà possibile revocare, anche nei confronti di persone defunte, le più alte onorificenze italiane se si dimostrassero protagoniste di atti indegni.
“A fine maggio - ricorda Scotti - anche a Cuneo è stato approvato per la prima volta dal Consiglio comunale, e con larga maggioranza, un ordine del giorno presentato dai consiglieri d’opposizione Garnero e Mallone, per impegnare questa amministrazione ad individuare un luogo adatto a ricordare gli italiani vittime di questo genocidio come prescritto dalla Legge 92 del 30 marzo 2004. Un odg che in passato è stato bollato da qualcuno, lo ricordo, come inutile”.
Nel video si vede anche il momento nel quale il presidente Olmi riceve una targa dal Comitato presieduto da Scotti. L’associazione raccoglie uomini e donne di ogni età che, pur senza avere un legame diretto o famigliare con le tragedie delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, si accostano con particolare sensibilità a queste pagine di storia italiana relegate per troppo anni all’oblio. “È un impegno di civiltà conservare la memoria delle Foibe e ricordare la tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia”, aveva dichiarato lo scorso anno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota stampa.
“A Cuneo questo luogo ancora non c’è - dice Scotti - una lapide, una strada o un parco che ricordi quei tragici fatti ma tanti altri comuni si sono attivati in tutta la Provincia”. Nella tre giorni di visita del presidente Olmi il comitato ha organizzato celebrazioni e convegni. Tra questi incontri quello con il sindaco di Boves, Maurizio Paoletti, il sindaco di Valdieri, Guido Giordana e il consigliere regionale Paolo Bongioanni. E ancora. A Fossano, al Castello degli Acaja, Olmi ha partecipato a una tavola rotonda organizzata da Anna Mantini, consigliera di Parità regionale del Piemonte, che insieme allo storico Ernesto Zucconi si sono confrontati anche su altri drammatici fatti violenti avvenuti ai margini del dopo-guerra: gli stupri su donne e bambine ad opera delle truppe marocchine dell’esercito francese nell'Italia appena liberata. Violenze conosciute anche come “le marocchinate”.
Chiara Carlini
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