Granda in Azione sostiene il salario minimo: “Non è populismo”
Dal partito di Calenda una riflessione sul tema dei lavoratori poveri, anche in provincia di Cuneo: “La situazione attuale è frutto di anni di assenza della politica”Riceviamo e pubblichiamo:
Negli ultimi giorni, il settimanale Provincia Granda ha pubblicato un articolo nel quale si pone accento al tasso di disoccupazione della Granda, pari al 3,7%: il dato in sé sembra davvero positivo, specie se non si tengono in considerazione ulteriori fattori; non a caso, se si guarda alle condizioni di lavoro si scopre che il 60% dei lavoratori è precario. A tal proposito, il Segretario generale Nidil Cgil afferma che: “157 mila persone non hanno certezze di reddito per il futuro”.
Il tema del lavoro è oggi centrale nel dibattito pubblico e, in particolare, gli alti tassi di inflazione hanno acceso i riflettori sui livelli di salari che nel nostro Paese, è opportuno ricordarlo, non solo non sono aumentati ma sono persino diminuiti nel corso degli ultimi trent’anni. Inoltre, salari non sufficienti hanno, a loro volta, fatto approdare in Italia un fenomeno sempre più diffuso in tutto il mondo, ossia quello dei “working poors”: se ancora per tutta la seconda metà del XX Secolo le persone che avevano un lavoro potevano sperare in una vita dignitosa, oggigiorno il lavoro non è più una causa necessaria per la mobilità sociale e per la scalata del proprio status economico.
La situazione odierna non è ovviamente il frutto della casualità, bensì il risultato di anni e anni di assenza di una politica economica, di una politica industriale e di una politica del lavoro che incentivassero le imprese a fondare la propria competitività sull’attività di ricerca e sviluppo e non sulla moderazione salariale. Se tutto ciò viene poi associato all’economia italiana in cui a prevalere sono soprattutto i settori a bassa intensità di capitale e a bassa intensità tecnologica, si può comprendere le ragioni che sottostanno alle condizioni precarie di moltissime lavoratrici e lavoratori.
Ne consegue, pertanto, la necessità di avviare un rinnovato dibattito sulle politiche attive e passive del lavoro, sulla politica industriale e sul livello dei salari. Azione, insieme con il suo leader Carlo Calenda, si è fatta promotrice di una proposta volta alla fissazione di un livello minimo salariale: il nostro non è un tentativo populista di accrescere il nostro consenso; difatti, siamo estremamente consapevoli che sia necessario studiare attentamente il livello di salario minimo promuovendo, eventualmente, anche delle differenziazioni a seconda del settore economico. Infatti, alti livelli di salario minimo rappresentano un costo per le imprese e qualora quest’ultime non fossero nelle condizioni di garantire il salario minimo sarebbero costrette a ridurre il proprio organico. Il risultato finale sarebbe dunque un incremento del tasso di disoccupazione.
A tal proposito, Maurizio Iovinelli, responsabile della comunicazione di Granda in Azione e consigliere comunale di Saliceto, afferma: “Siamo fermamente convinti che si possano trovare delle soluzioni che consentano di migliorare le condizioni di lavoro. Infatti, è doveroso sottolineare che solamente un lavoro ben retribuito può garantire ai giovani di pianificare il proprio futuro. La Provincia Granda è stata sempre un luogo di grandi opportunità e di ricchezza: affinché ciò non diventi un vago ricordo, è bene che le amministrazioni locali in sinergia con quelle provinciali, regionali e nazionali cooperino al fine di ricreare quel tessuto economico, sociale e politico favorevole alla crescita economica e soprattutto ad alti standard di vita”.
Redazione
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