Guerra, Bergesio (Lega): "Dal Governo subito misure importanti per salvare l’agricoltura italiana"
Il senatore cuneese: "Il conflitto nel 'granaio d’Europa' avrà conseguenze devastanti anche sulla nostra economia"“Il conflitto nel “granaio d’Europa” avrà conseguenze devastanti anche sulla nostra economia, con rincari pesanti dell’agroalimentare e prezzi in continua crescita. Il Governo intervenga con decisione”. A chiederlo è il Senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, capogruppo Lega in Commissione Agricoltura, che aggiunge: “Bene la disponibilità dell’agricoltura italiana ad aumentare di 75 milioni di quintali per il 2022 la produzione di mais per allevamenti, ma anche di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, per rispondere alle difficoltà di approvvigionamento dall’estero determinate dalla guerra”.
La situazione è già critica. Kiev è il primo produttore di olio di girasole e con le navi bloccate dalla guerra, nella necessità di sostituirlo, i prezzi dell’olio di palma sono saliti alle stelle. Inoltre, già prima della guerra, a causa degli aumenti di gas e petrolio, i prezzi delle materie prime agricoli erano saliti a livelli che non si vedevano dal 2011: a febbraio del 20,7% rispetto al 2021 e, con la guerra, la situazione è addirittura peggiorata. Ma l’Ucraina è anche tra i maggiori produttori di mais e grano e lo stop alle esportazioni di molte materie prime agricole avrà ripercussioni importanti. Mentre la Russia produce il 13% dei fertilizzanti. Con il blocco alle esportazioni del granturco ucraino e dell’Ungheria, che rappresentano la metà delle nostre importazioni di mais, in Italia le scorte di materie prime agricole per i mangimi basteranno al massimo per un mese, poi si rischia l’abbattimento degli animali. E la decisione degli allevamenti di tagliare le porzioni alimentari agli animali ha già effetti sulle produzioni alimentari, con la riduzione di quella di latte, carne e uova. Per fronteggiare la carenza di materie prime alimentari occorre produrre di più. E per farlo bisogna mettere a coltura più ettari, e non rispettare alcune delle indicazioni della nuova Pac. Da qui la richiesta delle associazioni di categoria di sospenderne temporaneamente l’adozione.
Il Senatore commenta: “L’Italia oggi deve importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti per anni agli agricoltori, costretti a ridurre di 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque. Per far fronte a questa situazione, in Piemonte serve poter utilizzare i circa 20.000 ettari di terreni a riposo per le prossime semine primaverili, di cui 3.000 solo nella Provincia di Cuneo, per coltivare frumento e mais”. “In Italia la zootecnia, tra latte, carne e uova, genera un giro d’affari di 40 miliardi di euro. Chiudendo le stalle si perdono posti di lavoro e si rischia spopolamento e degrado dei territori più svantaggiati”, afferma Bergesio. Spaventati dall’idea di rimanere senza cibo, molti Paesi europei intanto hanno già iniziato a proteggersi, diminuendo le vendite all’estero. Un pericoloso domino che potrebbe compromettere gli approvvigionamenti europei.
“Come richiesto dalle associazioni di categoria, servono misure importanti – elenca il Senatore della Lega -. Dal Ministero delle Politiche Agricole è stato annunciato un regime di aiuto straordinario sul modello dell'emergenza Covid. E, per quanto riguarda la Politica Agricola Comune (PAC), di rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare. Ma serve anche la riduzione immediata di accise e Iva su gasolio agricolo, la moratoria delle scadenze previste per i prossimi due anni relative agli indebitamenti con istituti di credito od altri operatori, la sospensione degli oneri previdenziali, incentivi per le semine di mais, soia e girasole ma anche orzo primaverile e sorgo, la semplificazione delle procedure per l’autorizzazione dell’agrovoltaico e deroghe al biologico per l’approvvigionamento di mangimi”. “È nostro dovere sostenere il comparto agricolo, che garantisce la sopravvivenza delle famiglie italiane”, conclude Bergesio.
c.s.
CUNEO Giorgio Bergesio