“I cuneesi amano sempre la pizza, ma oggi è più difficile lavorare”
Viaggio tra alcuni locali del centro del capoluogo per capire come siano cambiate le abitudini della gente e quali siano le difficoltà principali che i pizzaioli si trovano ad affrontare in questo periodo di ripartenza dopo la pandemiaIl sabato sera, all’ora di punta, riuscire a trovare un posto in una pizzeria del centro di Cuneo senza aver prima prenotato risulta un’impresa. I tavoli sono occupati in ogni posto e fuori dai locali ci sono lunghe code di gente in attesa. A giudicare da queste immagini, il settore sembra ripartito a pieno regime dopo le difficoltà dei lockdown, ma se si va maggiormente in profondità nell’analizzare la situazione, si scopre che non è tutto oro quello che luccica, che ci sono numerose difficoltà da affrontare e che tanto è cambiato rispetto ad alcuni fa. “Una volta si lavorava con maggiore spensieratezza - sentenzia Alessandro Coccorullo, da 40 anni titolare della Pizzeria Express, in corso Nizza, riassumendo nel modo migliore lo stato d’animo di molti titolari di pizzerie cuneesi -: si lavora, ma molto meno rispetto ad un tempo. Se ci si sofferma solo sul weekend e sugli orari di punta, sembra che tutto sia uguale ad anni fa: il sabato sera dobbiamo mandare via la gente perché non riusciamo ad accontentare tutti. In realtà, però, la situazione è cambiata tantissimo. È tutto concentrato nel fine settimana ed in determinate fasce di orario, mentre durante la settimana ed oltre una certa ora, c’è decisamente meno gente. Dopo le 21 in giro non si vede più nessuno”. L’evoluzione della città, i problemi infrastrutturali del territorio e poi la pandemia hanno cambiato le abitudini dei cuneesi. “La pedonalizzazione di via Roma ha portato via un po’ di lavoro ai locali di questa zona – continua Coccorullo -. Inoltre, mancano i francesi che arrivavano attraverso il Tenda. Poi ci si è messo anche il Covid, che comunque in un modo o nell’altro siamo riusciti a superare, e adesso ci sono i rincari, che ci hanno costretto ad un leggero aumento dei prezzi. La passione per questo lavoro rimane sempre intatta, però una volta i sacrifici davano più soddisfazioni, si lavorava con meno problemi e maggiore spensieratezza”.
Le difficoltà legate ai rincari e soprattutto una città che va a dormire troppo presto sono temi che ritornano anche nelle analisi di altri titolari di pizzerie cuneesi. A poche centinaia di metri di distanza dalla Express, in corso Dante c’è un altro locale storico di Cuneo, la Pizzeria Vesuvio, gestita dal 1988 da Pasquale Giordano: “Una volta dopo mezzanotte arrivava a mangiare ancora gente che usciva dalle discoteche – racconta il titolare -: si lavorava fino alle 2 di notte, su più turni. Intendiamoci, i cuneesi la pizza la mangiano sempre volentieri, però sono cambiate tante cose. A noi per fortuna il lavoro non manca neppure adesso, come presenze siamo tornati pressoché sui livelli che avevamo prima della pandemia, ma rispetto a qualche anno fa si guadagna decisamente meno”. Colpa dei rincari, che rendono complicato riuscire a fare utili: “Stai qui a lavorare 12 o 13 ore, per poi non vedere il risultato – prosegue Pasquale Giordano -: la situazione dell’approvvigionamento per noi è un disastro, con aumenti del 40 o del 50% su prodotti come farina, pelati e oli. Sono difficili da trovare e costano carissimi. Pensate che un bidone di olio di arachidi che solitamente pagavamo 21 euro, adesso ci costa 34 euro. Per non parlare delle bollette, passate da 400 euro a oltre 1000 euro. Aumenti nel menù? Per ora non li abbiamo apportati, avevamo ancora merce in magazzino e siamo riusciti ad andare avanti con questi prezzi, ma credo che a breve dovremo adeguarci”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il pensiero di Alfonso Adamo, titolare di Pizza Flash, in via Felice Cavallotti: “Stiamo facendo tutti gli sforzi per cercare di mantenere i prezzi attuali, perché sappiamo che i rincari pesano su tutti, indistintamente. Fino ad oggi ci siamo riusciti, ma non è facile, e temo che saremo costretti anche noi ad aumentare qualcosa, seppur a malincuore. Capiamo il consumatore, ma anche noi ci troviamo in difficoltà con tutti gli incrementi che ci sono stati su pomodoro, mozzarella ed altri prodotti che utilizziamo, per non parlare delle bollette”. Tra pranzi e cene, consegne a domicilio e pizza al taglio, Pizza Flash continua comunque ad avere un buon numero di presenze: “Fortunatamente lavoriamo – aggiunge Adamo -, anche se non siamo ai livelli di una volta: in pausa pranzo ed in settimana la gente viene meno a mangiare la pizza, soprattutto sedendosi ai tavoli, ma è cresciuto il delivery. In generale, ci sono meno persone in giro e la sera, dopo una certa ora, non viene più nessuno”.
Anche in pieno centro storico, dove ci si aspetterebbe il boom della movida, si constatano gli stessi problemi: “È come se ad un certo punto tutto si bloccasse – spiega Rosa Mansi, titolare della Pizzeria Il Tagliere di via Roma, oltre all’omonimo locale di corso Francia -: dopo una certa ora, non passa più nessuno, neanche qui in centro. Il sabato sera c’è un po’ più di movimento, ma niente di paragonabile ad alcuni anni fa, mentre a pranzo, salvo qualche giornata, facciamo poco: lo smart working ci ha tolto un pezzo di clientela. Prima c’è stata la pandemia, in mezzo l’alluvione, poi di nuovo la pandemia, e adesso la guerra, con la conseguenza dei rincari: il cuneese è tradizionalmente molto cauto, in queste situazioni si chiude ulteriormente e tende ad uscire di meno. In più, tanti hanno case al mare o in montagna e quando possono vanno via per qualche giorno, come è accaduto lo scorso weekend di Pasqua”. A rendere tutto ancora più complicato ci si è messa l’impennata dei prezzi delle materie prime: “I rincari sono davvero alti sui prodotti che utilizziamo. L’olio di semi, in particolare, è aumentato in maniera incredibile. Prezzi più alti in menù? Ci stiamo pensando, ma finora non lo abbiamo fatto. Temo però che sia l’unica soluzione, perché i clienti non crescono, i costi sì, e abbiamo sempre meno margine”.
Redazione
CUNEO cuneo - Pizzerie