I medici di base piemontesi: 'Preoccupati per la gestione dei vaccini antinfluenzali'
Le organizzazioni sindacali Smi, Fimmg e Snami sentite nella seconda riunione del gruppo di lavoro della Regione Piemonte che si occupa dell’indagine conoscitiva sulla gestione dell’emergenza Covid“Quest’autunno la campagna vaccinale contro l’influenza potrebbe essere complicata: al momento non siamo in grado di gestirla sotto il profilo organizzativo e abbiamo la necessità di vaccinare il maggior numero di pazienti, per evitare che all’insorgere di sintomi influenzali ci sia l’intasamento dei Pronto soccorso e un boom di tamponi per Covid 19. Metteteci in condizione di poterli effettuare”.
E’ l’appello lanciato dalle organizzazioni sindacali dei medici di base Smi, Fimmg e Snami Piemonte, sentite nella seconda riunione del gruppo di lavoro della Regione Piemonte che si occupa dell’indagine conoscitiva sulla gestione dell’emergenza Covid. I sindacati sono stati convocati per fare il punto sull’evoluzione dei tamponi effettuati dall’inizio dello stato di emergenza sanitaria, ma nel corso dell’incontro sono state toccate le numerose questioni che la medicina territoriale ha affrontato e continua ad affrontare in relazione alla pandemia.
“Sui tamponi si è scontata una grande disorganizzazione - hanno detto - dovuta all’impreparazione dei Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp) a gestire una richiesta massiccia, all’iniziale mancanza dei reagenti e dei laboratori per processarli. Un errore è stato non eseguire da subito tamponi mirati a chi era più esposto al rischio di contagio e quindi di trasmissione, a partire dal personale sanitario. Oggi siamo arrivati a 5 mila tamponi al giorno, ma potrebbero non essere sufficienti ad ottobre, con il rischio di aumentare le code dei pazienti negli hub dove possono essere effettuati gratuitamente. La richiesta è di mettere i medici di famiglia nella condizione di richiederli e ottenerli rapidamente, per poter garantire l’isolamento dei pazienti positivi il prima possibile”.
Inoltre è stato rilevato che all’interno delle Rsa, nonostante le richieste inoltrate più volte ai Sisp, a febbraio e marzo non sono stati eseguiti tamponi e persiste tuttora il problema della disparità di trattamento tra pazienti in regime di convenzione, che hanno diritto al tampone, e pazienti privati, per i quali non è possibile accedere attraverso il sistema sanitario pubblico. Secondo i sindacati, più in generale, si è scambiato un problema di sanità pubblica con un problema di assistenza sanitaria, concentrando l’attenzione e gli investimenti sugli ospedali e tralasciando la medicina territoriale, rispetto alla quale - hanno precisato - mancano investimenti da 15 anni. Si chiedono soluzioni normative adeguate, il potenziamento dei Sisp, maggiore integrazione tra i vari servizi territoriali, turn over dei medici di famiglia, che continuano ad andare in pensione senza essere sostituiti, luoghi idonei alla quarantena per i pazienti che non possono restare a casa.
Sulle questioni affrontate hanno fatto domande i consiglieri dei gruppi Lega, Luv, Pd e M5S. Al termine dell’incontro il gruppo della Lega ha proposto di sottoporre all’esame della commissione Sanità alcune delle problematiche sollevate, in particolare quelle legate al vaccino antinfluenzale.
Redazione
CUNEO vaccini - coronavirus