I Radicali vanno dietro le sbarre: "Difficoltà immani per detenuti e personale"
Gli attivisti hanno visitato le quattro carceri della provincia di Cuneo. L'analisi per ogni istituto visitatoSi è concluso domenica il fine settimana di mobilitazione provinciale “dietro le sbarre”, organizzato dall’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei. I radicali hanno visitato le quattro carceri della Provincia di Cuneo: le case di reclusione di Fossano e Saluzzo e la case circondariali di Cuneo e Alba. La delegazione era composta da Filippo Blengino, Alessia Lubèe, Alexandra Casu e Sabatino Tarquini ai quali si è aggiunta, per Alba e Cuneo, Alice Depetro e, per Saluzzo, Claudio Marengo (Partito Radicale Transnazionale) e Martina Maero.
“Un weekend molto intenso e toccante! - dichiarano gli attivisti - Se la pandemia al di fuori delle mura ha creato problemi, dentro le carceri le difficoltà sono state immani, sia per detenuti che per il personale. La nostra, ci teniamo a precisarlo, è stata una visita a tutta la comunità penitenziaria, troppo spesso dimenticata dalla politica, anche locale. Le carceri sono città all’interno delle città ed è focale pensare a progetti ed iniziative che le coinvolgano nel tessuto cittadino. I problemi che abbiamo riscontrato, pressoché ovunque, sono la carenza di personale, specie educatori e agenti di polizia penitenziaria, mancanza di materiale, spazi, di una rete di trasporti pubblici per arrivare agli istituti e di iniziative rieducative. Su quest’ultimo punto, in particolare, il personale fa molto per colmare le mancanze che, evidentemente, non dipendono dalle singole amministrazioni penitenziarie. Molto buona la percentuale di detenuti vaccinati, più alta rispetto all’esterno. La pandemia ha fatto riemergere vecchi disagi, ed in particolare ha isolato ulteriormente la popolazione carceraria; i colloqui fisici sono ripartiti da poco, i volontari sono al lavoro solo da qualche settimana e le difficoltà di gestione dei detenuti positivi al covid non è stata semplice”.
Di seguito una breve analisi per ciascun istituto visitato:
Casa di reclusione di Saluzzo
“A Saluzzo – dichiarano i radicali - siamo stati accolti dal comandante, che ringraziamo per la disponibilità. L'istituto, difficilmente raggiungibile con mezzi pubblici, è composto da un padiglione nuovo, rispettoso di tutte le norme, e di due padiglioni più vecchi. Nella nuova struttura a breve dovrebbe entrare in funzione una sezione dedicata agli studenti universitari, con celle dotate di scrivanie. Nei padiglioni vecchi i problemi non sono pochi: celle strette, mancanza di docce nelle stanze e strutture obsolete. Importanti pure le iniziative rieducative per i detenuti, come quelle del biscottificio, che andrebbero indubbiamente incrementate. Carenze di personale, in primis educatori e agenti penitenziari, rendono più difficoltosa la gestione dell'istituto. Fondamentale incrementare la presenza dello psichiatra. I detenuti sono 396, gli agenti 193 e gli educatori soltanto 4”.
Casa circondariale di Cuneo
“Presso la Casa Circondariale di Cuneo – proseguono gli attivisti - siamo stati accolti con estrema disponibilità dall’Ispettore Francesco Mandaglio e dal Dott. Gaetano Pressolano, che ci hanno guidato presso le varie aree della struttura. L’istituto si presenta composto da più edifici: la caserma, gli spazi per i detenuti in art. 21 ed i padiglioni per quelli comuni e in regime di reclusione 41 bis. Infine, ma di notevole importanza, il panificio, dove tre detenuti producono pane e pizze per l’istituto stesso e li fornisco ai ristoranti. Le celle si presentano dotate di doccia e servizi, sono preseti più aree ludiche e la biblioteca. Rilevanti sono i numerosi laboratori, uno di carpenteria edile e uno di indirizzo alberghiero, con tutta l’attrezzatura necessaria. La casa circondariale presenta alcune problematiche relative alla mancanza di personale e alla difficile gestione di alcuni utenti con problemi psichiatrici, che andrebbero ricollocati in strutture più adatte. Inoltre, a differenza di altri istituti, le celle sono aperte per non più di otto ore al giorno. Urge riattivare le serre, che dovrebbero tornare in funzione a breve ed é importante istituire una fermata per i mezzi pubblici. Ad oggi gli agenti in servizio sono 164, gli educatori 5 e i detenuti 260”.
Casa di reclusione di Alba
“Ad Alba siamo stati accolti dalla Comandante Ramona Orlandi con estrema disponibilità. – continuano i radicali - Negli spazi esterni sono presenti il vigneto, curato dai detenuti che utilizzano l'uva per produrre vino, il campo sportivo e l'area bimbi destinata alle visite dei famigliari. Quest'ultima al momento è chiusa a causa di un muro pericolante, che peraltro circonda anche il padiglione attualmente funzionante. Le celle restano aperte per più di otto ore al giorno, ognuna di esse è dotata di doccia. La parte dedicata ai semi liberi e art. 21 risulta in buono stato con servizi igienici ristrutturati. Il problema principale è costituito dalla parte inagibile del carcere, che comprende la caserma e buona parte delle celle, attualmente vuote. Gli uffici del personale sono sprovvisti di riscaldamento e si segnalano macchie di umidità in diverse parti della struttura. Le palestre sono piccole e con attrezzi usurati, alcuni quasi inutilizzabili. Importante inoltre sottolineare che la situazione del carcere crea precarietà, per cui molto agenti assegnati non sanno se e per quanto tempo rimarranno ad Alba. I detenuti sono 38, gli agenti 110 e gli educatori 2”.
Casa di reclusione di Fossano
“A Fossano – conclude la delegazione – accolti con molta gentilezza e disponibilità dall’Ispettore superiore Marino Spinardi e dalla educatrice Michela Manzone, scopriamo una realtà inserita pienamente in ambiente cittadino, quindi facilmente raggiungibile dai parenti dei reclusi. L'educatrice, sempre presente, coinvolge tutti in attività interessanti e partecipate, l'ambiente è tranquillo, il comandante presente e sensibile alle esigenze dei reclusi. Non per nulla il carcere di Fossano è ambito da molti. Ai detenuti di altri istituti, che durante la detenzione si siano comportati con estrema correttezza, il carcere di Fossano può addirittura essere offerto come premio. Numerosi laboratori in funzione tra cui quello di carpenteria e di trasformazione della frutta, verdura e prodotti agricoli provenienti dal progetto di Cascina Pensolato, che peraltro occupa detenuti ammessi al lavoro esterno. Giudizio quindi positivo e carcere da considerare come modello. I detenuti sono 91, gli agenti 66 e gli educatori 2”.
Redazione
CUNEO carcere - Radicali