''I ristoratori non sono degli untori, necessaria più attenzione ai tempi delle chiusure e ristori cospicui''
L'intervento del presidente dell'associzione Albergatori ed Esercenti turistici Cuneo Giorgio Chiesa in difesa del mondo della ristorazione“I ristoratori non sono degli untori, un termine che fortemente rigettiamo. Purtroppo va evidenziato, quale esempio generico, che per una serie di concause spesso i tempi con cui ci vengono comunicate le variazioni di colore - che inevitabilmente comportano oggettivi problemi gestionali - sono ridicoli. Tante sono le cose che possono esser migliorate per dare respiro”.
Non le manda a dire il presidente dell’Associazione Albergatori ed Esercenti Turistici di Cuneo e Provincia, Giorgio Chiesa, intervenuto con una nota per esprimere la sua vicinanza al mondo della ristorazione. Un mondo in sofferenza, come anche lo sono in forma diversa gli alberghi, i bar, le agenzie di viaggio, i campeggi, i locali da ballo e spettacolo e più in generale il comparto della montagna.
“Una sofferenza che deriva da una pandemia di immani proporzioni che colpisce a vario livello tutto il comparto rappresentato dall’associazione. Il mondo della ristorazione non si lamenta in modo fine a sé stesso, ben comprendendo che è vittima del momento. Ma non per questo il comparto va abbandonato”, dice.
“Gli esercenti si sono adoperati in tutto e per tutto al fine di adeguarsi alle varie normative ed hanno investito in questo risorse - continua il rappresentante dell’associazione di categoria -. Malgrado ciò a volte accade che ci sia chi tra gli avventori chi crea assembramenti che di fatto penalizzano i gestori. Ragione per la quale il mondo della ristorazione ne patisce. Oltre a rigettare con forza il termine di ‘’untori’’ si chiede quindi una maggior attenzione alle tempistiche che stabiliscono norme a seconda del colore, si chiedono ristori adeguati parametrati ad altri Stati membri dell’Unione Europea. E’ noto che in alcuni Paesi i ristoranti siano altrettanto chiusi, per periodi persino più lunghi dei nostri. Ma di contro in questi Paesi i ristori riservati sono puntuali e cospicui. Di certo ben maggiori rispetto a quel poco che fino ad oggi è arrivato a noi. Chiediamo anche politiche di vaccinazione adeguate, celeri e rispondenti alla necessità di giungere ad una sorta di immunità di gregge che consenta a tutto il comparto turistico, non solo alla ristorazione, di riprendere a operare come tutti si aspettano. E tutto quanto il Governo può e vorrà fare per dare ossigeno, quell’ossigeno che il virus priva non solo a coloro che si ammalano ma anche all’economia”.
"La cultura dell’enogastronomia è uno dei fiori all’occhiello del turismo e non solo di quello - conclude - Facciamo in modo che non muoia. Facciamo in modo di preservarla, sostenendola”.
Redazione
CUNEO Giorgio Chiesa - Ristoratori - albergatori