I sindacati alla Regione: ‘Chiudete i supermercati nei giorni festivi’
Da Cgil, Cisl e Uil un appello al presidente Cirio: ‘In Emilia Romagna e Veneto è già stato imposto lo stop domenicale e non si sono create code’Chiudere i supermercati alla domenica. Lo chiedono i sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, con una lettera congiunta firmata dai rispettivi segretari generali piemontesi e indirizzata al presidente della Regione Alberto Cirio.
In sostanza si tratterebbe di tornare a prima della contestata legge ‘Salva Italia’ con la quale il governo Monti nel 2011 ha imposto la liberalizzazione totale dell’apertura delle attività commerciali. Ma la ragione, spiegano i sindacati, non è ideologica bensì legata all’attuale emergenza sanitaria: “La chiusura nelle giornate festive e domenicali consentirebbe, ai dipendenti ed ai gestori delle attività commerciali aperte, di avere una minore esposizione ai rischi di contagio con una migliore organizzazione delle turnazioni, infatti sono già molte le attività anche della grande distribuzione che hanno autonomamente fatto tale scelta”.
A chi paventa il rischio di assembramenti nelle code per l’ingresso a supermercati e ipermercati - già denunciato da parecchi clienti in questi giorni - i rappresentanti dei lavoratori rispondono che “la scelta delle chiusure domenicali è già stata fatta in importanti regioni, come il Veneto e l’Emilia Romagna, senza che si siano prodotte problematiche particolari legate all’affluenza ed alla gestione dei distanziamenti nelle code”. Dato l’ormai certo protrarsi della ‘quarantena lavorativa’ per la maggior parte degli italiani, inoltre, si ritiene che la popolazione abbia la possibilità di recarsi a fare la spesa nelle giornate feriali.
“Ricordiamo che, per i lavoratori di tutti gli esercizi, durante le festività non esiste obbligo contrattuale di prestazioni lavorative” sottolinea ancora il comunicato congiunto. Cgil, Cisl e Uil fanno inoltre notare che la chiusura domenicale potrebbe agevolare, in quelle giornate, sia i controlli delle forze dell’ordine che la sanificazione delle aree di vendita. Oltre a fornire respiro al commercio di prossimità e in particolare ai negozi di piccole e medie dimensioni, avvantaggiati dalle norme che impongono restrizioni alla mobilità.
“Una scelta in tal senso anche in Regione Piemonte, - conclude la nota - darebbe oltretutto un segnale di attenzione alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore che si sentono in “prima linea” e sono preoccupati per la loro salute e per i rischi di contagio dei loro familiari”.
Dalle sigle confederali giunge infine l’apprezzamento per le iniziative che alcuni comuni hanno intrapreso, invitando le attività aperte ad organizzare corsie preferenziali per il personale dei servizi sanitari ed essenziali: “Giudicheremmo con favore un invito generalizzato ai gestori”.
a.c.
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