I teatri pagano caro l’aumento del costo dell’energia
I sipari continuano ad alzarsi, ma calano le temperature in sala ed è corsa al risparmio. “La spesa del comune di Cuneo è superiore agli aiuti” denuncia l’assessora Cristina ClericoIl prezzo della luce è aumentato del 59% secondo gli ultimi dati dell’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente. Meglio il gas, con un incremento che sfiora il 14% rispetto al mese precedente. Questi aumenti in primo luogo pesano sulle famiglie, ma non risparmiano nemmeno i luoghi della cultura.
Non sono stati anni facili per teatri, musei e cinema. Prima i tagli ai fondi, poi dal 23 febbraio 2020 la “sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi evento e di ogni forma di riunione in un luogo pubblico o anche di carattere culturale” a causa della diffusione del Covid-19. All’iniziale chiusura sono seguite altre aperture e poi, nuovamente, chiusure o aperture con distanziamenti, quindi con la possibilità di occupare solo la metà dei posti disponibili. La pandemia ha messo in ginocchio la cultura e questo sono i numeri a dirlo. Secondo l’Annuario dello spettacolo della Società italiana degli autori ed editori (Siae) nel 2020 gli ingressi a teatro a livello nazionale sono calati del 70% circa. Di conseguenza, anche le entrate al botteghino sono diminuite drasticamente: è stato guadagnato quasi il 78% in meno rispetto all’anno precedente. E quando si credeva sarebbe andata meglio è iniziata la crisi energetica, che ha nuovamente fatto piombare i teatri e i cinema in una situazione di difficoltà, da cui non si sa quando usciremo.
In tutta Italia sono stati adottati accorgimenti e investimenti per far fronte al rialzo dell’energia. Al Teatro Stabile di Torino quest’estate i condizionatori sono rimasti spenti e l’acqua calda è stata limitata alle docce degli artisti. Al Teatro Carcano di Milano sono state sostituite le luci con sistemi a led. Altri teatri, come La Scala, si erano mossi prima della crisi energetica avviando negli scorsi anni un processo di transizione ecologica che, a posteriori, si rivela essere stata un’ottima idea.
“Per il teatro Toselli, che è gestito direttamente dall’amministrazione comunale, abbiamo aderito a un discorso di risparmio energetico nazionale riducendo le temperature” spiega Cristina Clerico, assessora alla Cultura della città di Cuneo. Non c’è però stata nessuna riduzione delle attività del teatro, né alcuna modifica della programmazione. “Stavamo già procedendo al rinnovamento di alcune strutture accessorie per ridurre il consumo energetico, ad esempio alcuni elementi collegati agli impianti luci saranno già sostituiti nelle prossime settimane. Questo intervento era in previsione a prescindere dalla situazione energetica nazionale che ovviamente ha reso ancora più importante procedere in quella direzione” aggiunge. Tra gli interventi principali l’assessora ne segnala uno correlato all’impianto di illuminazione del palco. Il sistema attualmente è composto da quattro fari e dai sagomatori: verranno tutti sostituiti con un’illuminazione che consumerà circa un decimo rispetto a quella attuale: “È più difficile essere altrettanto efficaci sul risparmio energetico dal punto di vista del riscaldamento. Abbiamo abbassato la temperatura e la situazione di vivibilità del teatro non è peggiorata, anche perché è praticamente sempre pieno quando viene utilizzato; quindi, l’affluenza umana aiuta a compensare la riduzione dei gradi”.
Gli aiuti economici ai teatri bastano?
La questione dell’efficienza energetica degli edifici del settore culturale rientra nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Ammonta a 300 milioni l’investimento stanziato per “migliorare l’efficienza energetica degli edifici legati al settore culturale e creativo, che spesso si trovano in strutture vecchie e obsolete”. Oltre a questo intervento dovrebbero arrivare 40 milioni da utilizzare per mitigare gli effetti dei costi dell’energia elettrica e del gas in teatri, sale da concerto e cinema. I fondi erano stati stabiliti dal governo Draghi con il decreto aiuti ter. Entro il 24 ottobre sarebbero dovuti arrivare chiarimenti sulla gestione dei fondi dal Ministero della Cultura ma, come riporta il giornale L’Essenziale, “a oggi il decreto attuativo ancora non c’è”.
Per quanto riguarda la situazione cuneese, l’assessora Clerico spiega che il Toselli non ha ottenuto un sussidio diretto perché è un teatro gestito direttamente dall’amministrazione, però ha ricevuto supporto da parte dell’amministrazione centrale per l’aumento dei costi energetici: “La spesa del comune di Cuneo è superiore agli aiuti erogati dall’amministrazione centrale. Noi siamo un comune non troppo energivoro quindi abbiamo contenuto gli aumenti. Gli incrementi però sono di gran lunga superiori al supporto ottenuto a livello organizzativo”.
In Italia, quindi, ogni teatro cerca di trovare le soluzioni più efficaci per far fronte al problema. È andata peggio in Ungheria dove alcuni teatri e centri culturali di Budapest hanno chiuso per l’inverno. A livello statale il governo ungherese ha imposto una riduzione del 25% dell’uso di elettricità e gas negli edifici pubblici e stabilito come soglia massima negli ambienti i 18 gradi.
Dopo gli anni travagliati che i teatri si sono trovati ad affrontare ci si augura che i sipari possano tornare ad alzarsi, ma questa volta per sempre.
Micol Maccario
CUNEO Teatro Toselli