Il capannone Amazon resta vuoto: "Per ora non si sono trovate soluzioni"
Il vicesindaco Luca Serale ha fornito aggiornamenti sul "caso" in Consiglio comunale. Armellini: "Città e provincia troppo a lungo dimenticate, la Sindaca faccia sentire la sua voce"Il “capannone Amazon” alle porte di Cuneo, in frazione Ronchi, resterà desolatamente vuoto, almeno nel prossimo futuro. È quanto emerso, in estrema sintesi, dal Consiglio comunale di ieri sera, lunedì 27 gennaio, in cui si è discusso della “cattedrale nel deserto” che da quattro anni campeggia inutilizzata (ma con le luci accese di giorno e di notte) nell’area del Miac. Il tema è stato proposto da Paolo Armellini, consigliere degli Indipendenti, che si è rivolto all’amministrazione per chiedere aggiornamenti sulla situazione.
Nella sua interpellanza Armellini ha ripercorso la cronistoria di questa vicenda: il Comune, principale azionista del Miac, ad aprile 2021 ha venduto il terreno da 93 mila metri quadri adiacente alla sede dei Ronchi per 3,9 milioni di euro; acquirente la Scannell Properties, società americana che in Europa lavora per Amazon. Scannell che a inizio 2023 ha poi ceduto il nuovo capannone ad Axa IM Alts, divisione immobiliare del gruppo Axa Assicurazioni, che l’ha affittata con contratto di lungo periodo ad Amazon. Inizialmente vi sarebbe dovuto sorgere un nuovo polo logistico, ma il colosso dell’e-commerce ha poi rinunciato ai suoi piani: oggi, come detto, il fabbricato resta vuoto e inutilizzato.
“Una vicenda che non si riesce a capire fino in fondo. - ha detto l’esponente degli Indipendenti - Una battuta d’arresto inspiegabile, in un periodo in cui Amazon ha investito su un altro capoluogo piemontese, Alessandria, dove ha aperto da poco tempo un nuovo centro di smistamento che tra pochi anni arriverà a dare circa settecento posti di lavoro”.
Per Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), nel corso di questa vicenda “Ci sono stati errori clamorosi, figli del piano regolatore”: “Il problema è che avere degli strumenti inadeguati, come un piano regolatore che prevedeva 69 mila abitanti, danneggia il Comune. Poi sono subentrate le necessità di bilancio del Miac, e non si è mai capito bene a cosa dovesse servire questo capannone. Insomma, un consumo di suolo del tutto improprio. Ma siamo sempre, ripeto, nella logica di un piano regolatore approvato nel 2008 e pensato negli anni precedenti. Da lì derivano una serie di conseguenze concrete. Di fronte a un fallimento così clamoroso non si sa più cosa dire. Se non si programmano bene le cose queste sono le conseguenze".
“L’area di Alessandria è molto più centrale, il sito dei Ronchi è diventato obsoleto, però a quanto mi risulta non c’è la volontà di alienarlo. C’è da augurarsi che dal gruppo proprietario arrivi questa volontà”, ha detto Franco Civallero (Forza Italia).
Le risposte dell’amministrazione sono state affidate al vicesindaco Luca Serale: “Non mi voglio sostituire alle strategie di marketing di un colosso come Amazon. Qui parliamo di logistica, una materia molto complessa: è chiaro che ogni costruzione dal punto di vista immobiliare e architettonico deve essere confacente al lavoro che poi si deve fare. Non ho visitato il capannone, ma sono certo che un colosso mondiale abbia fatto una struttura all’avanguardia. Il compito degli amministratori è anche creare contatti tra le aziende. Noi ci siamo mossi per creare questi contatti, che purtroppo non hanno portato a soluzioni, almeno per il momento. Non dispero, dico che la nostra è una terra di opportunità e investimenti. Ahimè questo non è l’unico esempio sul territorio: ci sono altri immobili in decadenza, mai utilizzati, anche in luoghi più in evidenza di questo. Probabilmente il mondo della logistica è cambiato e ha fatto sì che Amazon abbia cambiato le sue prospettive”.
“Dico alla Sindaca di fare sentire per quanto può la sua voce, come rappresentante di una città in una provincia da troppo tempo dimenticata a livello di infrastrutture”, ha commentato in chiusura Armellini: “Un territorio strategico, anche più di quello di Alessandria. In questi ultimi anni non c’è stato grande lavoro di squadra della politica a tutti i livelli per dare a Cuneo e alla provincia questo ruolo strategico. Uno spazio vuoto da quattro anni non è più accettabile”.
Andrea Dalmasso

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