‘Il Comune di Caraglio non è stato truffato dal fornitore di mascherine’
La consigliera Cecilia Dematteis interviene sulla questione delle importazioni ‘taroccate’ da un imprenditore cinese: ‘Nessun raggiro, noi abbiamo sempre ricevuto la merce’È di stamane la notizia della scoperta, da parte della Guardia di Finanza di Torino, di una presunta truffa messa in atto da un imprenditore cinese accusato di aver importato e illecitamente immesso in commercio centinaia di migliaia di mascherine. L'uomo avrebbe sfruttato i propri rapporti d’affari con diversi enti locali piemontesi come ‘copertura’ per rivendere ad altri acquirenti grandi quantitativi di merce: circa 400 mila mascherine sarebbero così finite ad aziende e privati in spregio alle direttive.
La nostra testata è stata tra le prime a dar conto dell’operazione delle Fiamme Gialle in un articolo dal titolo Importava mascherine grazie a false dichiarazioni, poi le vendeva a privati: denunciato un imprenditore cinese, che riprende la ricostruzione fornita dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino.
In provincia di Cuneo il 36enne denunciato, titolare di un’azienda con numerosi punti vendita nel Torinese, ha rifornito una ‘cordata’ di comuni, unioni montane, consorzi socioassistenziali, onlus e cooperative sociali facenti capo al Comune di Caraglio. La consigliera comunale Cecilia Dematteis, capogruppo di minoranza in Comune, è dunque intervenuta nella sua veste di rappresentante della ‘cordata’ di enti per puntualizzare alcune cose rispetto a quanto riportato dalla nota ufficiale della Finanza e da taluni organi di stampa.
In primo luogo, Dematteis fa presente che gli enti pubblici non possono essere considerati “vittime della truffa”: “La merce che era oggetto del nostro accordo, ovvero i vari ordinativi di mascherine chirurgiche o di tipo KN95 o di camici in TNT o di occhialini o di visiere, ci sono sempre arrivati con una certa puntualità”. Si osserva a riguardo che “neppure si è stati vittime di raggiri circa la dichiarazione della merce importata, poiché laddove era interessata la partita degli Enti, ogni volta era palesemente dichiarato presso gli Uffici Doganali, che si trattasse di presidi sanitari certificati CE, da distribuire alla popolazione, o, nel caso di DPI, da distribuire a medici e sanitari, nonché volontari di Croce Rossa o di Protezione Civile”. Tale corrispondenza tra il dichiarato ed il contenuto, aggiunge la consigliera, “è stata sempre riconosciuta in dogana tant'è che se io avessi detto trattarsi di presidi sanitari certo avrebbe destato sospetto se la bolla a corredo della mia merce avesse al contrario parlato di abbigliamento”.
La merce pervenuta finora è frutto di tre forniture, avvenute a partire dal 29 marzo, che hanno comportato l'arrivo di 150 mila mascherine chirurgiche e 30 mila mascherine KN95, ridistribuite su un territorio che va da Pinerolo a Mondovì, passando per alcuni comuni del Saluzzese, le valli Maira e Grana, e la città di Cuneo: “Di altri quantitativi ingenti si era in attesa, ed uso necessariamente l'imperfetto, perché credo che a seguito dell'intervento della Guardia di Finanza nel controllo delle attività della Ditta importatrice certamente resterà tale, cioè un'attesa non soddisfatta”.
Non c’è quindi nessuna scorrettezza da rilevare per quanto attiene al rapporto tra il fornitore e gli enti e meno che mai alla qualità dei prodotti acquistati dal Comune di Caraglio e dalle altre istituzioni e organizzazioni. “Perciò, - conclude la rappresentante della ‘cordata’ difendendo il proprio operato - certa di aver agito, seppur in modo estemporaneo e non certo risolutivo, per il bene della popolazione e degli operatori sanitari con chiarezza posso affermare di non essere stata assolutamente truffata in questa occasione e che non c'è stato nessun danno a scapito dei Comuni, Enti Locali, Consorzi ecc., salvo questo danno d'immagine, recato da una notizia confusa e per certi aspetti superficiale”.
Redazione
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