Il Coronavirus ci farà reinventare la quotidianità: per la ristorazione cuneese il percorso è già iniziato
In epoca di 'lockdown' in molti stanno 'battendo' la via delle consegne a domicilio: non solo pizza, ma anche piatti di cucina, cibi etnici, dolci, vini e birreIn epoca di lockdown non si va al ristorante, ma è il ristorante che arriva direttamente a casa nostra. E’ in questo modo che uno dei settori più colpiti dalle conseguenze del Coronavirus, quello di chi da sempre, per mestiere, “crea assembramenti”, sta provando a combattere la crisi, reinventandosi per resistere a questo momento di difficoltà. Una via, quella delle consegne a domicilio, che era stata aperta in tempi “pre Covid” in particolare dalle pizzerie, ma che in queste ultime settimane è stata battuta anche da locali di altro genere.
Il “food delivery” è di fatto l’unico varco lasciato aperto per un settore, quello della ristorazione, chiuso per decreto da oltre un mese. Anche in provincia di Cuneo, così, molte attività hanno provato a riadattarsi ad una nuova quotidianità entrando direttamente nelle case dei clienti: alcuni hanno dovuto semplicemente puntare su un servizio già offerto in precedenza, per altri si tratta invece di un mondo nuovo a tutti gli effetti.
L’offerta, con il passare dei giorni, è diventata molto ampia: non solo pizza, i cuneesi possono ricevere nelle loro case praticamente ogni genere di cibo, da quelli tradizionali a quelli etnici. In molti comuni si possono ricevere direttamente a casa anche colazioni, dolci, gelati, cocktail, vini e birre artigianali: insomma, ce n’è letteralmente “per tutti i gusti”, tutti quelli che il settore può offrire.
Alcuni si appoggiano a piattaforme di food delivery, altri scelgono di muoversi “in proprio” promuovendo il servizio tramite i canali social, mentre diversi comuni hanno aperto sui loro siti internet pagine ad hoc elencando tutte le attività che offrono il servizio a domicilio sul territorio. In molti offrono sconti e promozioni per chi effettua pagamenti “virtuali”, per esempio tramite Satispay, in modo da ridurre al minimo gli scambi di contante e i conseguenti contatti.
“Per noi è un’incognita, non abbiamo mai offerto prima questo servizio ai nostri clienti. - spiegano i titolari della pizzeria “Marechiaro” di Borgo San Dalmazzo - Consegneremo non solo le pizze, ma anche dolci e piatti di cucina: per noi è tutto nuovo e sicuramente non sarà un percorso facile, ma questo periodo ci obbliga a reinventarci”.
Consegne a domicilio che sono una novità assoluta anche per il ristorante “I 5 Sensi” di Cuneo. Spiega uno dei titolari, Diego Franco Carlevero: “E’ l’unica attività che ci resta, anche perché la chiusura si prospetta lunga. Sicuramente ci sono delle difficoltà, anche perché la clientela non è abituata a questo genere di servizio. E’ diffusa l’abitudine della pizza a domicilio, ma ricevere a casa piatti di ristorante è una cosa che al momento non rientra nella mentalità di molti, è normale, ogni cambiamento richiede tempo”.
Aveva attivato un servizio a domicilio già dallo scorso agosto, invece, il birrificio “Trunasse” di San Biagio di Centallo, che con la piattaforma online “Beer-Bq” offriva ai clienti la possibilità di assaporare anche a casa i prodotti disponibili nel locale. Un servizio che nelle ultime settimane è stato ulteriormente potenziato: “Anche grazie ad alcune attività con cui già collaboravamo continuiamo a portare le nostre birre a casa dei nostri clienti. - spiega uno dei titolari, Roberto Lerda - In vista del 25 aprile e del primo maggio contiamo di riuscire a consegnare anche hamburger e altri prodotti del nostro locale. Il servizio a domicilio in questo momento è importante a livello economico, ma anche e soprattutto per mantenere il contatto con i nostri clienti, per far sapere che ci siamo e siamo operativi anche adesso, sperando che questo periodo si concluda presto”.
L’adattamento a una nuova quotidianità e a nuove abitudini che in qualche misura coinvolgerà tutti noi, insomma, per il mondo della ristorazione e del “food” in generale è già partito. Il processo, però, probabilmente è solo all’inizio: a “lockdown” terminato, infatti, per locali e ristoranti verrà il momento di reinventarsi ancora, provando a superare la tempesta del Coronavirus riorganizzando gli spazi e rispettando quel distanziamento sociale fondamentale per limitare i contagi.
Andrea Dalmasso
CUNEO coronavirus