Il Covid non esiste più? ''Se ha perso capacità di trasmettersi è grazie alle misure di distanziamento''
L'ex ministro della Salute Fazio cauto sullo studio citato da Zangrillo: ''Dati che vanno verificati, ma che potrebbero farci ben sperare in vista di una seconda ondata''Il Covid-19 "dal punto di vista clinico non esiste più". Ne è convinto il direttore della Terapia Intensiva del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo. Le sue parole hanno immediatamente diviso gli esperti, con espressioni di condanna soprattutto da parte degli scienziati che fanno parte del comitato tecnico scientifico.
Tutto è nato durante la trasmissione Rai Mezz'ora in più, quando a proposito delle osservazioni sulla situazione della Regione Lombardia, Zangrillo ha detto: "Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva ci sarebbero stati da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più”.
Nella giornata di oggi non sono mancate repliche e controrepliche alle parole di Zangrillo. Tra i tanti che sono intervenuti sul tema anche l’ex ministro della Salute, Ferruccio Fazio, oggi sindaco di Garessio e a capo del gruppo di esperti a supporto all’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte per la gestione della fase 2 dell’emergenza coronavirus. “Stiamo assistendo a un’importantissima riduzione dei casi, la sua affermazione (di Zangrillo n.d.r.) si riferisce a uno studio che valuta la “quantità di virus” nei tamponi ad aprile e poi a maggio - ha detto Fazio -. Non ha a che vedere con l’analisi genomica, ma c’è una minore concentrazione di virus nei tamponi”.
Il richiamo è a uno studio che Massimo Clementi, professore di Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha effettuato con il professor Guido Silvestri della Emory University di Atlanta.
“Dati che vanno verificati, non sono definitivi, ma che potrebbero farci ben sperare in vista della seconda eventuale ondata - ha continuato il medico -. In ogni caso se il virus ha perso capacità di trasmettersi è solo grazie alle misure di distanziamento e prevenzione che abbiamo adottato, per questo bisogna continuare su questa linea”. Le parole del professore hanno incontrato la piena condivisione di Paolo Vineis, docente alla School of Public Health dell'Imperial College di Londra, vicepresidente del Consiglio superiore di sanità e membro dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte.
S.M.
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