'Il divario digitale non favorisce lo sviluppo delle aziende agricole del territorio'
L'appello di Confagricoltura Cuneo: 'Occorre intervenire con urgenza nelle aree rurali più marginali'“La digitalizzazione e la diffusione della banda larga in tutte le zone della nostra provincia, ma in particolare in quelle rurali, rappresenta un fattore di sviluppo per la competitività delle imprese agricole cuneesi. Si guardi, ad esempio, a quanto stanno facendo da questo punto di vista gli Stati Uniti che, a fianco di politiche protezionistiche più volte contestate dalla nostra associazione, hanno tuttavia riconosciuto la riduzione del divario digitale tra aree rurali marginali e città tra le priorità per promuovere la crescita dell’economia agricola americana”. Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, rimarca con forza la necessità di ridurre anche sul territorio provinciale il divario ancora esistente nell’accesso delle aziende alle reti internet più veloci e, di conseguenza, a tutte le opportunità connesse anche in termini economici.
Secondo un recente rapporto dell’Istat, nel 2017 in Italia è cresciuta al 69,5% la quota di famiglie che accedono a internet tramite banda larga e così anche la percentuale di imprese con almeno 10 addetti che si connettono in banda larga mobile (70,9%). In Piemonte, tuttavia, nel 2017 quasi una famiglia su tre non ha avuto a disposizione un accesso a internet da casa (29,7%), un dato superiore alla media nazionale (28,1%) e alle principali regioni del Nord: ad esempio in Lombardia è del 24,3%, in Veneto del 26,4% e in Emilia Romagna del 26,2%. Inoltre, il 3,6% non ha alcuna connessione proprio perché nella propria zona non c’è banda larga. Si tratta soprattutto di vallate e aree collinari dove per gli operatori privati l’investimento è poco remunerativo. Per questo la Regione Piemonte ha attivato il piano per la banda ultra larga, mettendo a disposizione 284 milioni di euro per portare la fibra nelle periferie e nei piccoli centri, cui si dovranno affiancare altri 200 milioni di investimenti privati.
Le aree rurali guardano con interesse a questo investimento che potrebbe aiutare a cogliere al massimo le opportunità della sfida digitale. L’Unione Europea ha stabilito che, entro il 2020, il 100% della popolazione degli stati membri deve poter disporre di banda ultralarga da almeno 30 Mbps, e il 50% della popolazione di banda ultralarga veloce da almeno 100 Mbps. Su entrambe le connessioni resta ancora molto da fare per colmare il digital divide.
“L’investimento digitale deve essere considerato a tutti gli effetti una priorità alla stregua della realizzazione di un’infrastruttura di collegamento stradale e ferroviario – conclude Allasia –. Le imprese agricole, infatti, necessitano sempre più di reti internet adeguate per poter svolgere al meglio la loro attività ed essere più competitive sui mercati. Infine, proprio le zone rurali marginali più distanti da importanti centri abitati e dalle più frequentate vie di comunicazione sono quelle che maggiormente necessitano di farsi conoscere tramite internet e valorizzare così vocazioni economiche riconducibili alla qualità dell’ambiente, alla tipicità dei prodotti agricoli e al turismo. Guardando a quest’ultimo comparto non è pensabile che tanti turisti, stranieri o italiani, arrivino nei nostri territori e non trovino, in molte zone, un’adeguata copertura”.
c.s.
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