"Il fenomeno della dispersione scolastica è in calo"
Doriano Ficara della Cgil risponde alla lettera inviata da alcuni genitori che si definivano preoccupati per il destino della scuolaRiceviamo da Doriano Ficara della Cgil Cuneo e pubblichiamo.
Ho ricevuto una lettera inviata da diversi genitori che si definiscono preoccupati per il destino della scuola e cercando prima di tutto di capire chi è l’interlocutore, mi sono reso conto che molti dei firmatari sono professionisti ed insegnanti e da qui il mio primo sconcerto. Ritengo però doveroso ed opportuno rispondere, punto su punto, colpo su colpo. Sia perché il silenzio di oggi potrà essere considerato la complicità del domani, sia per non far cadere nell’oblio del silenzio le accuse mosse ai Dirigente e all’intero mondo della scuola. Ed è quello che intendo fare con questo comunicato.
Sulla missiva viene sottolineato, individuando la scuola stessa come prima responsabile, uno dei problemi più gravi del sistema di istruzione l’abbandono scolastico che rappresenta oltre ad un insuccesso per il progetto educativo uno danno per l’intera società, con effetti devastanti sul piano morale e sulle conseguenze di ordine umano e sociale. Mi spiace deludere i latori del messaggio ma i motivi di questo fenomeno non sono da ricercare nel contesto scuola (tipologia e caratteristiche della scuola, preparazione degli insegnanti e relazione tra insegnanti e studente, influenza del gruppo dei pari) ma principalmente le cause alla radice del problema sono di carattere sociale (capitale socio-economico e culturale della famiglia di origine, genere e background migratorio). Rispetto al tema, non si possono certo negare due cose:
1) L’abbandono scolastico ha ed ha avuto un trend direttamente proporzionale ai fenomeni migratori presenti nel nostro paese.
2) Il fenomeno della dispersione scolastica è in calo. Il tasso di abbandono è sceso sicuramente grazie ad azioni didattiche, educative ed inclusive volte a promuovere il benessere degli studenti e che contribuiscono alla diminuzione della dispersione. Sempre nella lettera pervenuta alla mia organizzazione sindacale si evidenziano gli esiti dei test invalsi quale certificazione dell’insuccesso della scuola. In merito a questo segnalo che la ricerca spasmodica rivolta a misurare tutto ciò che serve è frutto di una strana concezione di voler avere tutto sotto controllo misurato e valutato anche il grado di apprendimenti. Si tratta di prove uniformate che lasciano il tempo che trovano e sono tutte orientate alla misurazione delle competenze, come se la cosa fosse così semplice ed immediata.
Altro punto nevralgico enfatizzato nel comunicato è il livello di ansia degli studenti mi spiace dover evidenziare come il primo elemento di causa è proprio la famiglia. E’, infatti, la famiglia che pretende, sempre e comunque, risultati d’eccellenza, e così facendo creano fortissimi sensi di colpa e sentimenti di inadeguatezza nei ragazzi che non riescono a essere all’altezza delle attese. Famiglie iperprotettive che di fronte alle difficoltà, non solo scolastiche, dei propri figli, invece di supportarli procurando loro gli strumenti per affrontarle e superarle, subentrano a loro risolvendogliele (certo è più semplice e più immediato è quello che chiede la società attuale massimo risultato con il minimo sforzo). E nel caso non riescano a trovare soluzioni condivise con il mondo della scuola ad esempio sul rendimento scolastico – si trasformano in avvocati d’ufficio dei loro figli, e quando possibile danno incarico ad un legale perché risolva i loro problemi di fatto deresponsabilizzando gli alunni, e scaricano tutte le “colpe” su scuola e insegnanti come fatto in questo annuncio.
Le domande dovrebbero essere altre:
A quali livelli di dispersione saremmo oggi non avessimo avuto dei Dirigenti adeguati, equilibrati e adatti al ruolo che ricoprono i quali insieme a tutta la comunità educante nel silenzio delle loro azioni quotidiane si sono organizzati per raggiungere tutti per non lasciare indietro nessuno. Quali sarebbero i livelli di stress ed ansia dei nostri ragazzi non vi fosse stata una squadra organizzata, preparata e pronta ad affrontare nuovi percorsi educativi la famiglia deve sempre interrogarsi su qual è il fine della scuola e quale il valore di ciò che nella scuola si insegna. Non spetta ai genitori rilevare l’adeguatezza o l’inadeguatezza degli insegnanti anzi questo aspetto è la causa del male della scuola e non la cura. Ma malgrado questi argomenti ricoprano una priorità espositiva nel vostro comunicato e siano esposti con una certa esaltazione, a mio parere non sono questi i temi di vostro cruciale interesse, ma piuttosto la sospensione, da parte dei Dirigenti, di docenti colpevoli di non essersi voluti sottoporre al vaccino. Rispetto a questo tema si ritiene opportuno sostenere quanto segue Le questioni etiche e giuridiche sulle modalità, sull’eventuale obbligatorietà del vaccino e sui provvedimenti, s’intrecciano con questioni scientifiche e sanitarie e volutamente non voglio entrare nel merito ma il Dirigente che dovrebbe anch’esso come i docenti formare con il buon esempio è tenuto a rispettare la norma e ad applicarne i provvedimenti previsti.
Le nuove modalità di insegnamento soprattutto la DDI ha consentito alle famiglie di entrare dentro le classi seguire le lezioni frequentare gli ambienti ed ha consentito quel che è peggio di intervenire nell’azione educativa senza averne le competenze, lamentandosi di modalità, procedure e contenuti mettendo così a dura prova il valore della libertà di insegnamento. Il primo compiti dell'insegnamento dovrebbe essere quello di antagonismo alle tendenze. Sembra quasi che nella lettera si declami il pensiero unico come soluzione degli annosi mali della scuola mentre, non si capisce come, allo stesso tempo si ritiene necessario che ai nostri ragazzi vengano trasmessi non solo contenuti ma modalità di pensiero che consentendo una lettura della realtà con spirito critico. Tutto ed il contrario di tutto (spiace solo che a sostenerlo siano anche educatori che pur di sostenere la loro tesi minano l’essenza stessa della professione docente). Viene sostenuto nel vostro messaggio che la DaD ha prodotto disuguaglianze significative, nulla di più errato, le disuguaglianze ovviamente esistono, ma non sono affatto prodotte dalla DaD, sono create dal sistema sociale ed economico, la DaD le ha solo messe ulteriormente in evidenza. Le disuguaglianze sono in primo luogo prodotte da disparità di natura sociale ed economica.
Nulla è stato fatto su testing, tracciamento, distanziamento e aerazione e la responsabilità non può certo essere addossata sulle spalle di Dirigenti Scolastici e personale Docente e Amministrativo (che al contrario hanno cercato di sopperire a tutte le carenze), dato che per affrontare sfide tanto complesse avrebbero avuto bisogno di un supporto reale e non delle rabberciate e incoerenti normative. Personalmente, come cittadino, ma anche come genitore, sono sempre stato convinto dell’importanza della presenza. Ma, da docente, osservando per l’ennesima volta che si rientra in presenza senza aver mosso un dito per difendere la salute di chi nella scuola lavora e apprende, non posso dimenticare le responsabilità di chi ora si erge a giudice di quella parte del mondo che ruota attorno al sistema educativo e che mai si è accorto dello svuotamento di ruolo che veniva operato sui docenti e che forse faceva comodo a quelle famiglie che dovevano rapidamente essere in condizione di controllare gestire e manipolare le decisioni di noi educatori per ottenere quelle agogniate valutazioni per i propri figli , un mondo che avrebbe dovuto sin da subito far sentire la propria voce nel momento in cui la politica e l’informazione immiserivano il concetto di didattica e che invece hanno volutamente sottaciuto, l’impoverimento sociale ed economico di quella categoria che doveva essere simbolo da emulare per i vostri figli, l’esempio da seguire e l’emblema della formazione umana e critica dei nostri studenti. Svuotare questa figura ha significato limitare la crescita dei nostri ragazzi e condizionarne negativamente il futuro.
Leggo tra le righe del comunicato un invito ai Dirigenti ad una disobbedienza costruttiva delle regole al fine di migliorare il sistema educativo. In merito a questo devo però chiarire che educazione e rispetto delle regole sono due concetti fondamentali per la crescita e lo sviluppo equilibrato dei nostri ragazzi. Ancor più dovrebbero saperlo quei genitori che non riescono a farsi ascoltare dai propri figli oppure faticano a gestire i loro capricci. Se anche la scuola abbandonasse l’obiettivo del rispetto delle regole che è una delle principali difficoltà dei genitori nell’educazione dei propri figli. Ci ritroveremmo in questo caso si di fronte ad una generazione che adatterebbe il sistema ai propri interessi e lo condizionerebbe al fine di ricavarne vantaggio. La complessità del sistema educativo è proprio quello di doversi muovere nel rispetto di regole e trovando in esse gli spunti di crescita e sviluppo dei vostri ragazzi. Quel sistema di auspicata, declamata e oltremodo desiderata sovversione delle regole e di sedizione non trova breccia nel mio pensiero né strada nelle mie modalità di agire e non è certo questo il barometro che dà la misura della validità di un Dirigente. Sono convinto che il non rispetto delle regole sia un processo dai risvolti inattesi e dai molteplici effetti negativi che può ripercuotersi nel sistema educativo, sociale ed economico con esiti imprevedibili. Sicuramente è più difficile portare avanti una linea di pensiero nel rispetto delle regole e dei principi e personalmente sono grato ai Dirigenti che hanno consentito il rispetto di uno stato di diritto anche quando le direttive da applicare non erano sempre e completamente in sintonia con la loro linea di pensiero. Lasciatemi dire che la scuola non può fortificare se i loro componenti non sono forti e voi li avete indeboliti, non può educare se le famiglie si pongono come antagonisti e non come alleati, non può creare una società migliore se deve dare ascolto a chi non dà loro credito nella società.
Concludo sostenendo che non fa bene alla scuola non fa bene al percorso educativo dei vostri figli creare meccanismi di strumentalizzazione e colpevolizzazione. E’ necessario affidarsi al dialogo ed al confronto per superare ed appianare le controversie. Un dialogo in cui i genitori adottino modalità di approccio non intrusivi al mondo della scuola e gli insegnanti possono acquisire nuove modalità di relazione e comunicazione assertiva. Da tempo la scuola opera in situazioni di forte disagio e i rapporti con le famiglie stanno attraversando un profondo periodo di crisi. Il rapporto è caratterizzato da ingerenze e confusione dei ruoli. I genitori sono sempre più irrispettosi e serve una forte presa di posizione per riportare i rapporti nell’ambito delle regole e del rispetto reciproco. Il problema ha radici ben più profonde di quelle che si vorrebbero evidenziare nella lettera che avete inviato e nasconde una grande debolezza sociale della famiglia che trasmette continuamente segnali di malessere, diffonde ovunque inquietudini e insicurezze e che, spesso, preclude la strada ad un rapporto sereno e costruttivo con i figli e con la scuola ed anzi è da intralcio a quelli che sono i normali rapporti che si creano all’interno dell’ambiente educativo “scuola”. Manifestando tutto il mio disappunto e la mia contrarietà per un messaggio inappropriato, cinico e carico di sfiducia quale quello ricevuto non potevo che manifestare la posizione della FLC CGIL Cuneo rispetto la tematica proposta cercando di trasformare questa accusa priva di fondamento in una occasione di confronto positiva e propositiva che serva da volano per la crescita culturale ed educativa dei nostri figli.
Redazione
CUNEO CGIL Cuneo - Doriano Ficara