Il Miac perde il mercato bovino. Lauria: “Perché nessuno ci ha informati?”
Addio anche alla Mostra nazionale della razza piemontese, andrà a Fossano. Il consigliere attacca: “Segno dell’incapacità amministrativa di chi ha gestito la città”Addio al mercato dei bovini, l’ultimo ancora in piedi in Italia, e addio anche alla Mostra nazionale della razza piemontese. Il Miac di Cuneo perde i pezzi e si troverà, prima della fine dell’anno, a reinventarsi da capo.
Le avvisaglie c’erano tutte: la “smobilitazione” arriva dopo anni di difficoltà finanziarie per l’ente (partecipato dal Comune con il 36%) e un tentativo di rimettersi in pista vendendo 93mila metri quadrati di terreno alla Scannell Properties per realizzarvi un polo logistico di Amazon. Infrastruttura che, peraltro, non ha mai visto la luce: nel gennaio scorso il capannone inutilizzato è stato ceduto al gruppo Axa.
Il Mercato Ingrosso Agroalimentare, nato nel 1997 con il trasferimento dalla storica sede di piazza Foro Boario a Ronchi, lascerà il posto a una borsa telematica dei bovini e all’idea di un rilancio come polo tecnologico dell’Agritech, sotto il cappello della Regione. È la presa d’atto che anche nella Granda la contrattazione viaggia ormai su altri canali, soprattutto online: basti dire che gli scambi sono passati dai 500-600 a settimana del periodo ante Covid a una cinquantina in media. Ma c’è di più: anche la Mostra nazionale della razza Piemontese, organizzata da Anaborapi, si appresta a migrare. Destinazione Fossano, dove l’amministrazione comunale è già al lavoro per accogliere al meglio gli allevatori.
La prima reazione all’ennesima tegola caduta in testa al capoluogo, in fatto di eventi persi, arriva dal consigliere dell’opposizione Beppe Lauria: “Dopo Cheese, la Fiera dell’Estate anche la Fiera Nazionale della razza bovina migra verso altre realtà provinciali, segno tangibile dell’incapacità di chi ha gestito la vita amministrativa della nostra città negli ultimi 20 anni” tuona l’ex candidato sindaco. Lauria ricorda “le straordinarie perdite incamerate e ‘coperte’ negli anni” da parte del Miac, la cui vocazione - aggiunge - “non era certo quella di diventare spazio rimessaggio camper in luogo del mercato immaginato”.
Nell’interpellanza, presentata in vista del prossimo Consiglio comunale, si riapre la polemica sulla questione dei compensi alla dirigenza. Se n’era parlato due anni fa, quando era uscita la notizia che lo stipendio del presidente Marcello Cavallo sarebbe passato da 9mila a 18.500 euro annui (lordi). L’allora sindaco Federico Borgna aveva difeso il “ritocco” e anche la decisione di vendere parte dei terreni a Scannell-Amazon, sostenendo che non mirasse a “ripianare delle perdite, che peraltro negli ultimi esercizi erano rientrate” (gli unici bilanci positivi degli ultimi anni, in verità, sono quelli del 2017 e 2018). Ora Lauria infila il dito nella piaga, chiedendo conto alla giunta di “quale sia il giudizio sugli attuali amministratori del Miac e, soprattutto, sulla loro capacità di onorare il mandato ricevuto, con l’auspicio che lo stesso non fosse solo: aumentarsi il compenso, vendere i terreni, dismettere il mercato e/o dire addio ad una Fiera nazionale”.
C’è infine la questione della mancata comunicazione: se l’amministrazione era a conoscenza delle decisioni della partecipata in merito alla chiusura del mercato bovino, domanda il consigliere, perché non se n’è parlato? Non è normale, conclude l’interpellante, “che un amministratore acquisisca le informazioni dalla lettura dei giornali” e “lo stesso vale anche per il signor sindaco che nell’ultimo periodo, rispetto a quanto è accaduto, sembrava ‘cascar dall’albero’”.
Andrea Cascioli
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