Il nuovo comandante dell’Arma si presenta: “Ai miei carabinieri chiedo di conquistare la stima della gente”
Marco Piras, classe 1976, è “figlio d’arte” e arriva da Sondrio. Reati predatori e truffe agli anziani in cima alle priorità: “Ma voglio parlare di droga nelle scuole”Il manuale del “buon carabiniere” per lui incomincia così: “L’essenziale è non dare risposte superficiali al cittadino ed essere sempre a disposizione”. Queste le prime direttive che il colonnello Marco Piras, nuovo comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Cuneo, ha dato ai suoi uomini e donne.
Classe 1976, Piras è nato a Roma da una famiglia di origini cagliaritane: “Ma sono ‘figlio d’arte’ di un ufficiale dell’Arma, per cui è una vita che giro l’Italia. Mio padre è stato anche comandante a Moncalieri a inizio anni Novanta”. Il Piemonte l’ha conosciuto solo in quell’occasione, per il resto la sua carriera, dopo un paio d’anni nell’Esercito, si è svolta altrove. Dopo la scuola di applicazione a Roma il primo incarico a Tivoli nel 2000. Qualche anno dopo, dal 2007 al 2013, il primo comando alla compagnia di Velletri: “Ero ‘vicino di casa’ di Gerardi, quando lui era a Frascati al Nucleo Investigativo” scherza. Vicino a lui infatti siede il tenente colonnello Angelo Gerardi, prossimo a lasciare l’incarico di comandante del Reparto Operativo per tornare nella “sua” Sardegna, a Nuoro.
Il neocomandante dell’Arma cuneese ha avuto esperienze anche all’estero, nello Stato Maggiore della Difesa. Per due anni, dal 2019 al 2021, è stato comandante di Reparto Operativo a Siracusa, poi è arrivata la promozione al comando provinciale di Sondrio, dove è rimasto per tre anni: “Sono in mezzo a un po’ di pacchi, ma prima della fine di settembre mi sarò trasferito definitivamente con la famiglia. Assumo questo incarico con molto orgoglio. È una provincia che conoscevo solo ‘sulla carta’, ma ho avuto arrivando qui un’ottima impressione”. Del suo predecessore e parigrado Giuseppe Carubia era stato a suo tempo compagno di corso in accademia: “Raccolgo un’eredità significativa: Carubia mi ha parlato di una provincia molto laboriosa, con grandi realtà economiche”.
Il che non vuol dire che la Granda sia un paese dei balocchi, certo. Ma per affrontare i problemi c’è bisogno anzitutto di conoscere il territorio e chi ci vive: “È importante che i carabinieri si facciano vedere e siano presenti nei paesini, che conoscano la popolazione e ne conquistino la stima. Ed è importante che le persone possano parlare con i carabinieri quando li incontrano per la strada”. A maggior ragione, aggiunge, quando si tratta dei crimini che incidono di più sul vivere comune: “Reati predatori e truffe agli anziani si possono combattere solamente avendo percezione di questi problemi, incontrando le persone e spiegando loro da cosa si devono guardare. È tanto più importante in settori come quelli disciplinati dal codice rosso (violenze familiari, ndr), dove i cittadini ci devono raccontare anche problemi personali”.
Il colonnello fa sapere di contare parecchio sulla comunicazione, non solo attraverso i giornali: “Lavoreremo molto nelle scuole: nei luoghi in cui sono stato abbiamo fatto tanti incontri e i riscontri sono stati sempre molto positivi. I ragazzi credevano andassi a fargli la ‘lezione’, per dire che la droga è brutta e cattiva, io invece ho sempre impostato il discorso sulle conseguenze. Ma è importante che su questo lavorino anche le famiglie”. Lo stesso discorso vale per gli anziani: “Non vanno lasciati soli, non bisogna nemmeno pensare che i propri genitori non possano cascarci perché non sono così vecchi o sprovveduti. I truffatori sono professionisti, sanno come imbrogliare le persone e non improvvisano niente”.
Per un comandante che arriva, ce ne sono due che partono. Insieme a Gerardi, che verrà sostituito dal tenente colonnello Daniele Riva, è ai saluti il comandante del Nucleo Investigativo capitano Matteo Ettore Grasso, cui si avvicenderà il tenente Marco Dainese. A entrambi vanno i ringraziamenti della nostra redazione per la proficua collaborazione in questi anni, durante i quali hanno svolto l’importante funzione di tramite fra l’Arma e il mondo della comunicazione.
Andrea Cascioli
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