Il Piemonte veleggia verso la zona gialla da lunedì, ma la provincia di Cuneo rischia di restare in arancione
La speranza di raddrizzare i dati tra domani e venerdì è ancora in piedi. Serve un deciso decremento della curva di incidenzaAncora non c’è l’ufficialità, ma se il Piemonte veleggia verso la zona gialla da lunedì per la Granda la situazione è decisamente più incerta. Intendiamoci, al momento la speranza di vedere già dalla prossima settimana la riapertura di bar e ristoranti (anche se solo all’aperto) è ancora in piedi, ma ad oggi la provincia di Cuneo non rientra nei parametri richiesti per l’inserimento in zona gialla - vale a dire un Rt inferiore a 1 e un’incidenza settimanale di nuovi casi inferiore a 180 ogni 100 mila abitanti.
Stando ai dati di mercoledì 21 aprile, il secondo parametro è sotto soglia per il Piemonte, mentre per quanto riguarda Cuneo supera ancora (di poco) quota 200. Per la Granda sarebbe possibile scendere sotto 180 con non più di 286 nuovi casi tra giovedì e venerdì, ma l’incremento registrato oggi di 199 lascia più di una perplessità. Non è dunque escluso che possa essere riproiettato il film già visto nelle scorse settimane con la nostra provincia di colore più scuro rispetto al resto della Regione.
Le nuove regole del decreto sulle riaperture, a cui sta lavorando il governo in queste ore, dovrebbe consentire i primi allentamenti anche in altri settori, come il ritorno al cinema e a teatro con distanziamento e mascherina, la riapertura di mostre e musei e il via libera agli sport di contatto (ma senza doccia negli spogliatoi). Solo dal 15 maggio riapriranno le piscine all'aperto, mentre dal 1 giugno dovrebbero tornare gli allenamenti individuali in palestra con una distanza minima di 2 metri tra gli atleti. Via libera alle visite a parenti e amici anche al di fuori del comune di residenza. Tra le novità contenute nella bozza del “decreto riaperture” l'aumento del numero di persone consentite durante le visite. Non più due persone, più minori e disabili, ma quattro, anche se resta il vincolo di un solo incontro al giorno, entro le 22, ma sulla questione c’è un acceso dibattito interno al Governo, in quanto la Lega sta spingendo per ‘allungare’ alle 23.
s.m.
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