Il PNRR da opportunità a problema: "I Comuni non possono anticipare le risorse dalle loro casse"
Il presidente dell'Uncem Marco Bussone: "Non si può stanziare inizialmente il 10 o il 20 per cento delle somme e chiedere proprio ai Comuni di fare da polmone finanziario"Il PNRR da opportunità a “patata bollente” per i Comuni. A lanciare l’allarme è Marco Bussone, presidente dell’Uncem. Una voce, la sua, che si accoda a quelle di chi nelle scorse settimane aveva già segnalato le tante criticità relative alla “messa a terra” dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra di loro il presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo, che aveva parlato di “tempi difficili da rispettare” e di “mancanza di personale”, con conseguente rischio di perdere i fondi: il sindaco di Mondovì già a ottobre dello scorso anno aveva parlato senza mezzi termini di “rischio di morte per gli enti”.
Il presidente dell’Unione dei Comuni Montani si focalizza invece sulle anticipazioni di cassa cui i Comuni si trovano a dover fare fronte: ”I Comuni non possono anticipare dalle loro casse le risorse economiche per pagare i lavori del PNRR. Non hanno quei soldi. È un grido di allarme serio, preoccupante, che Uncem ha già riportato a Governo e Parlamentari”. Le conseguenze? “Non solo i Comuni bloccano i lavori, rinunciano, ma se non arrivano adeguate risorse agli enti per pagare le ditte che lavorano e i progettisti, gli enti entrano in una paralisi che di fatto blocca il PNRR. Lo diciamo da due anni. Non si può stanziare in prima battuta solo il 10 o il 20% delle somme per i lavori, da parte dei Ministeri ai Comuni, e chiedere proprio ai Comuni di fare da polmone finanziario. Abbiamo ottenuto nel DL PNRR l'articolo 6 che prevede anticipazioni, ma non sono definiti né il plafond né le modalità di accesso. Altro che asili e realizzazione di scuole dell'infanzia bloccate".
Quello di Bussone è un vero e proprio grido di allarme: “Il PNRR per i Comuni, in particolare i più piccoli, è tutto bloccato se non si dà corpo a un fondo rotativo di almeno 10 miliardi al quale i Comuni possono accedere subito. Peraltro, va ricordato che sono passati nel PNRR fondi di altra natura, come di leggi di bilancio, ad esempio per opere contro il dissesto idrogeologico e per l'efficientamento di edifici. Questo complica ancora di più le cose. Anche per via della piattaforma Regis, non certo di facile utilizzo e immediato accesso. Non si può chiedere ai Comuni di spendere soldi che non ci sono nelle casse, rendicontarli e aspettare 100 o 200 giorni prima che vengano accreditati dallo Stato. È un meccanismo non adeguato, genera paralisi e scarica su chi ha meno, sui livelli più bassi e fragili. Volenterosi, determinati, ma non per questo disposti ad andare verso una drammatica paralisi. Se non li hai, non li puoi spendere. Servono 10 miliardi di euro di fondo rotativo, subito, per non costringere i Comuni a rinunciare i progetti, o far attendere e far pagare le imprese che devono fare i lavori. Non ha senso. Questo è un pezzo di PNRR che proprio non funziona. E va corretto. Senza polemiche politiche - ne abbiamo già troppe e inutili - o ulteriori problematiche".
Redazione
CUNEO pnrr