“Il prezzo del latte alla stalla nei mesi estivi è sceso e ora 'pesano' i costi di gasolio e mutui”
Lo dice Cia Cuneo, con il responsabile tecnico Giovanni Cordero. L’auspicio per i prossimi mesi è che il prezzo torni almeno di nuovo sui 54 centesimi al litro, Iva compresaIn provincia di Cuneo ci sono oltre 700 aziende di bovini da latte, con più di 57.000 vacche in produzione. La “Granda” è l’area che ha il maggior numero di allevamenti sul territorio regionale. A giugno 2023 la media di vendita del fresco alla stalla era di 54 centesimi al litro, Iva compresa. Un importo che, indicativamente, riusciva a generare un effetto positivo sul settore e portare agli allevatori un piccolo margine di guadagno. Il comparto soffriva di meno rispetto al passato. Come è adesso la situazione? Facciamo il punto con Giovanni Cordero: responsabile tecnico di Cia per la macro-area di Cuneo. Sottolinea: “Durante l’estate il consumo di latte cala, per cui l’importo pagato alla stalla è sceso mediamente in una forbice compresa tra i 47 e i 52 centesimi al litro, sempre Iva compresa. Anche se i prezzi dei prodotti nazionali utilizzati per l’alimentazione degli animali, come la soia, sono diminuiti, le aziende hanno comunque affrontato e stanno di nuovo affrontando un periodo critico”.
Le difficoltà maggiori con le quali devono fare i conti? “Sempre per l’alimentazione, i prodotti importati come la soia hanno mantenuto lo stesso prezzo assestandosi, però, a una quotazione più alta rispetto al pre-crisi materie prime. Di conseguenza, continuando a incidere sui costi di produzione. Poi, sono tornati a farsi sentire altri due problemi “di peso”: l’aumento dei carburanti e, quindi, anche del gasolio agricolo e la crescita esponenziale dei mutui con le banche per l’aumento del costo del denaro. I prestiti a tasso variabile stanno salendo alle stelle e gravano in modo rilevante sui bilanci aziendali”.
Le aspettative dei prossimi mesi? “Incerte e da tirare ancora la cinghia. A livello nazionale, come nel Cuneese, il consumo di fresco, anche per le intolleranze alimentari, è in calo. Ora, tuttavia, la tendenza sembra indirizzata a un aumento della richiesta. Per cui, l’auspicio è che la prospettiva si concretizzi e che il prezzo torni almeno a toccare i 54 centesimi al litro o qualcosa in più. Invece, sono meno in difficoltà gli allevatori che vendono il latte ai caseifici produttori di formaggi stagionati, il cui consumo si mantiene sempre a buoni livelli”.
c.s.
CUNEO Cia