Il rifugio Delmastro non ha più un gestore: “Le presenze sono troppo poche”
Roberto Menzio lascia dopo un anno e mezzo la struttura a Santa Margherita di Dronero: “Ma questo è un presidio e la sua storia deve essere preservata”A meno di due anni dalla nuova inaugurazione il rifugio “Detto Delmastro” non ha più un gestore. Roberto Menzio, che lo aveva riaperto il 2 giugno 2023, ha annunciato la decisione in una lunga missiva: “Lascio il rifugio - spiega - perché è venuto meno il rapporto di fiducia con la proprietà. Lascio il rifugio malgrado molti mi chiedano di ‘resistere’. Lascio il rifugio con pesantezza nel cuore. Ho investito molto in questo rifugio, sia da un punto di vista economico (l’anno scorso ho chiuso con bilancio pesantemente negativo), sia soprattutto da un punto di vista umano. Ho investito tempo per riorganizzare il rifugio, ho investito in progettualità, ho investito in eventi che però ho sospeso dal 19 aprile 2024. E immagino che possiate comprenderne le motivazioni per le quali l’ho fatto. Ho investito. Certo. Avrei potuto investire di più”.
Molteplici le difficoltà denunciate dal gestore, a cominciare da quelle economiche: “Insieme alla proprietà - dice Menzio - ci siamo dati due anni di tempo per farlo decollare. Purtroppo non è ‘decollato’. Le presenze sono davvero troppo poche e le previsioni non sono rosee. Sicuramente parte della colpa è mia, sicuramente avrei potuto fare di più affinché tutto andasse per il meglio. Ho tentato di gestire alcuni problemi che si sono rilevati impossibili da risolvere”. Tra i più gravi quelli relativi all’acqua: già a novembre dell’anno scorso il rifugio aveva dovuto chiudere “perché la sorgente che alimenta l’acquedotto di Santa Margherita erogava meno di un litro all’ora”. Per motivi diversi, per cinque volte in due anni, in occasione di eventi organizzati il rifugio è rimasto senza acqua potabile: “Qualcuno in quelle occasioni mi ha fatto uno scherzo. Qualche volta il black out è durato giorni. Alla quinta occasione, sono stati posti lucchetti anti scasso ai pozzetti dell’acquedotto. Chissà se questi resisteranno o saranno ancora forzati. Sono due anni che ho problemi gravi di erogazione dell'acqua e purtroppo al momento, non si vedono soluzioni concrete al problema”.
Altre difficoltà tecniche hanno riguardato l’alimentazione elettrica, l’illuminazione esterna e i rapporti con gli uffici comunali e la proprietà. A pesare anche la scelta di mantenere la strada chiusa per cinque mesi nonostante, sostiene il rifugista, “non ci fosse stata alcuna pericolosità: durante l’inverno non ci sono state frane o cadute di massi. Solo qualche nevicata rapidamente sciolta”. Di qui la decisione di disdire il contratto di locazione già lo scorso 19 aprile, a fronte della difficile interlocuzione con la proprietà: “Mi sarei atteso una reazione da parte loro. Invece non succede nulla. Probabilmente va bene così” commenta amareggiato Menzio. I tentativi di mantenere un canale aperto ci sono stati, fa sapere: “Al 29 ottobre però nessuna soluzione alle numerose problematiche è stata concretamente trovata”.
Ex dirigente d’azienda, da dieci anni gestore di rifugi alpini prima a Cogne in valle d’Aosta e poi a Ceresole Reale in provincia di Torino, Roberto Menzio aveva deciso di regalare nuova vita al “rifugio partigiano” per ragioni legate anzitutto alla sua storia. Per queste stesse ragioni oggi auspica che qualcuno possa proseguire l’opera: “Pensavo che questo rifugio sarebbe stata la mia casa per questo crepuscolo di vita. Forse non è ancora quello giusto. Ne cercherò un altro e spererò di trovare amici altrettanto importanti e belli come quelli che qui a Santa Margherita ho trovato e che purtroppo, sto lasciando”.
“Porto via da questo posto tante cose belle che custodirò nel mio cuore, gelosamente” conclude: “Mi porto via la mia voglia e la mia esperienza. Spero vivamente che qualcuno con magari ancor più esperienza e necessariamente, più voglia, possa arrivare a gestire il rifugio Detto Dalmastro di Santa Margherita. Spero che questo rifugio possa davvero trovare vita perché è un presidio e la sua storia deve essere preservata e raccontata alle nuove generazioni Con tutto il cuore, mi auguro che il rifugio partigiano Detto Dalmastro trovi un nuovo gestore più capace di me al quale già da ora, darò tutto il mio supporto. Ovvio. Se lo vorrà”.
Redazione
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