Il Senato respinge la sfiducia a Daniela Santanchè: urla e polemiche in aula
Il ministro del Turismo sotto il fuoco delle opposizioni per il caso sollevato da Report: “Sull’avviso di garanzia ho detto la verità”L’aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia individuale presentata dal M5S, a prima firma Stefano Patuanelli, contro il ministro del Turismo Daniela Santanchè. Dopo la chiama individuale i senatori che hanno espresso il proprio no alla mozione sono stati 111, i favorevoli 67, nessun astenuto. I presenti erano 179, i votanti 178, la maggioranza era fissata a 90. Hanno votato contro le opposizioni all’infuori di Azione e Italia Viva, i cui senatori sono usciti dall’aula.
Il voto è arrivato dopo una mattinata di fuoco nell’aula di Palazzo Madama. Patuanelli aveva richiamato la precedente informativa del ministro, il 5 luglio scorso: “Se avessimo avuto le risposte che chiedevamo quando abbiamo chiesto un’informativa al ministro Santanchè, oggi non saremmo qui con una mozione di sfiducia”. L’accusa è quella di aver mentito sulle indagini relative alle società Visibilia e Ki Group, portate a conoscenza del pubblico da Report: secondo le opposizioni Santanchè avrebbe ricevuto l’avviso di garanzia, tacendone ai parlamentari, già prima di essere ascoltata in Senato. “A noi non interessano i procedimenti giudiziari e io mi auguro di cuore che la ministro Santanchè esca perfettamente pulita da qualsiasi indagine” ha detto Patuanelli, stigmatizzando però il comportamento dell’esponente di Fratelli d’Italia.
“Non intendo entrare nel merito in quanto ho già esposto i fatti con chiarezza e trasparenza. Ribadisco che il 5 luglio non ero stata raggiunta da informazione o avviso di garanzia da parte della procura di Milano” è stata la replica del ministro cuneese: “Anche i giornali - ha proseguito - hanno scritto che nella mia residenza è arrivata il 17 luglio l'informazione di garanzia. Quindi in Aula ho detto la verità”. “Negli interventi da parte dei rappresentanti di gruppi di opposizione - ha aggiunto - non ho mai trovato critiche o censure attinenti all'esercizio delle mie funzioni di ministro. Ci possono essere diversità di opinioni, diversità che io rispetto. Ho invece qualche difficoltà a comprendere come si possa promuovere sulla base di elementi di un’inchiesta pseudo-giornalistica una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da ministro della Repubblica”. Le eventualità responsabilità, se verranno evidenziate, sono “antecedenti al mio giuramento da ministro”, ha concluso Santanchè.
Urla e cori “vergogna! Vergogna!” da parte dei senatori del centrodestra si sono levati contro il senatore 5 Stelle Ettore Licheri, che ha concluso il suo intervento in aula dando dei “pagliacci” alla maggioranza. Alle sue parole, i pentastellati hanno applaudito. Dai banchi della destra, invece, molti hanno reagito. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è intervenuto per placare gli animi: “Ciascuno si prende la responsabilità di quel che dice”. A margine dei lavori, il leader di Azione Carlo Calenda ha precisato il senso della mancata partecipazione al voto, differenziandosi dagli ex sodali renziani: “Santanchè si deve dimettere, è una questione di etica pubblica, ma fare una mozione di sfiducia sapendo di perdere può solo aiutare Meloni a tenere Santanchè e quindi diventa solo un fatto di marketing. Italia Viva ritiene debba e possa restare al governo, noi no”.
Redazione
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