‘Il sostegno al settore alimentare piemontese? Passa per il taglio dell’Iva’
Necessaria la riduzione per rilanciare la ristorazione, sostiene Coldiretti. La proposta: ‘Un piano di acquisti di prodotti made in Italy per scuole, ospedali e caserme’“Tagliare l’Iva sul vino e sui principali prodotti alimentari sicuramente rilancerebbe la ristorazione che sta subendo gli effetti del lockdown, del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa”, affermano il presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo e il delegato confederale Bruno Rivarossa nel commentare l’ipotesi di riduzione dell’Iva annunciata dal presidente del Consiglio.
La spesa alimentare fuori casa prima dell’emergenza coronavirus - precisa la Coldiretti - era pari al 35% del totale dei consumi a tavola degli italiani. In alcuni settori come quello vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione con oltre la metà del fatturato. Non a caso sei aziende agroalimentari su 10 (57%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, hanno registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che varia da settore a settore.
“Il taglio dell’Iva su beni alimentari essenziali, oltre a giovare sulla spesa delle famiglie più bisognose, può avere un impatto positivo anche sulle imprese agricole ed alimentari” continuano Moncalvo e Rivarossa. Coldiretti ha proposto al governo un piano straordinario per aumentare ad un miliardo di euro la dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo destinato agli indigenti, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% Made in Italy: “Un obiettivo da estendere anche alla ristorazione pubblica con un grande piano di acquisti di prodotti Made in Italy per le mense di scuole, ospedali e caserme. Un piano generale di rilancio che va accompagnato nelle campagne dalla cancellazione, per quest’anno, dei versamenti contributivi dell’imprenditore agricolo e dei propri dipendenti nei settori maggiormente colpiti per sostenere competitività ed occupazione”. Oltre a questo serve una radicale semplificazione del voucher “agricolo”, concludono Moncalvo e Rivarossa, “che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne, come la raccolta della frutta e dell’uva per la vendemmia in Piemonte”.
c.s.
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