Il treno è in ritardo di due ore? Niente rimborso
I passeggeri della tratta Cuneo – Torino (e linee più brevi) non hanno diritto a recuperare i soldi del biglietto. Ecco spiegato il perchéLa tratta ferroviaria Cuneo - Torino è sistematicamente al centro di polemiche di ogni genere. Dalla sporcizia dei treni alla sicurezza latitante sono moltissime le mancanze di RFI denunciate dai pendolari, ma ciò che fa più arrabbiare qualsiasi utente è il ritardo. E le segnalazioni di variazioni d’orario sono piuttosto frequenti sulla tratta che va dal capoluogo della Granda alla stazione Porta Nuova, spesso anche molto consistenti.
Quando ci si trova su un convoglio in ritardo, tra chi contesta il capotreno e chi mostra tic di nervosismo, c’è anche chi s’inalbera esclamando ‘Appena arriverò in stazione chiederò il rimborso del biglietto!’. Una richiesta legittima, in quanto il ritardo di un treno può far saltare importanti trattative di lavoro o impegni personali, ma non legale. Ecco il perché:
dal sito di Trenitalia emerge che non sono previsti rimborsi completi, a meno di situazioni ‘catastrofiche’ come la soppressione del treno, una partenza ritardata superiore a 60 minuti; uno sciopero del personale delle Ferrovie Italiane; un ordine dell’Autorità Pubblica o per mancanza di posto disponibile nella classe di validità del biglietto. Quindi che fare? Confidare in uno sciopero? Certo che no, perché potremmo accontentarci di una parziale indennità, ma anche qui la situazione non è buona.
Per il ritardo dei treni regionali l’indennità è prevista per un ritardo superiore ai 59 minuti: 25% del prezzo del biglietto per un ritardo compreso tra 60 e 119 minuti; 50% del prezzo del biglietto per un ritardo di almeno 120 minuti. Abbiamo quindi diritto a un parziale rimborso? No, neanche qui: nel regolamento di Trenitalia si legge che se prima dell’acquisto del biglietto eri informato del ritardo; se il ritardo nell’ora di arrivo proseguendo il viaggio su un servizio diverso o in base ad un percorso alternativo è inferiore a 60 minuti; e soprattutto se questa risultasse di importo inferiore a 4 euro a viaggiatore non si ha diritto all’indennità.
Quindi quali sono i casi in cui si ha diritto all’indennità sulla tratta Cuneo – Torino e tratte più brevi? Mai. Essendo il costo del biglietto di 7 euro, anche un bambino riuscirebbe a calcolare l’indennità massima (quella del 50%, con il treno in ritardo di ben due ore) che è di 3 euro e cinquanta centesimi, una cifra inferiore al minimale imposto dal regolamento, quindi niente rimborso e niente indennità: solamente rabbia.
Per chi deve andare dal capoluogo della Granda a quello regionale su rotaia una soluzione ci sarebbe: andare a prendere il treno per Torino a Robilante. Nel paese di Elisa Rigaudo e Marco Olmo il biglietto costa 8 euro e settanta centesimi, quindi il diritto all’indennità in caso di ritardo superiore alle due ore ci sarebbe. Ne varrebbe la pena?
s.m.
CUNEO Cuneo-Torino - Treni - Rimborso del biglietto