In calo le richieste di risarcimento danni al Comune di Cuneo
La maggior parte delle cause contro l’ente locale riguardano cadute e incidenti. Nel 2022 sono state otto, l’ultima ieri mattinaL’ultima richiesta di risarcimento danni al Comune di Cuneo è arrivata ieri mattina: si tratta di un motociclista che denuncia di essere caduto a causa di un dosso. Nei primi tre mesi di quest’anno le richieste di rimborso a palazzo civico sono state otto: cinque da persone che hanno patito incidenti sui marciapiedi (cadute per varie cause) e tre da guidatori di veicoli. Oltre a quella odierna, tra quanti hanno chiesto i danni all’ente ci sono un motociclista finito contro alcuni dissuasori e un automobilista che aveva urtato un cantiere.
Negli ultimi anni il trend è comunque in calo. Dalle 62 del 2018 si è passati alle 37 del 2021. Nel mezzo si registrano 55 domande del 2019, poi altre 41 nel 2020. Negli ultimi due anni è probabile che un impatto rilevante sulla casistica l’abbiano avuto le restrizioni imposte dal governo per contrastare la pandemia da Covid-19, che per diversi mesi dell’anno hanno costretto i cuneesi in casa. Nel calderone di chi fa causa all’amministrazione cittadina c’è di tutto: tra i casi più singolari, una signora che è scivolata su una foglia di insalata tra i banchi del mercato alimentare in piazza Seminario. Tante le richieste di chi inciampa e s’infortuna a causa dei marciapiedi sconnessi, ma tra i presunti colpevoli rientra anche il lastricato di via Roma, che per sua natura non è certo un tavolo da biliardo. Ha richiesto i danni - fra gli altri - una donna che attraversava piazza Galimberti con tacchi da 12 centimetri, uno dei quali si è incastrato tra i cubetti di porfido causandole una storta. La maggior parte delle richieste, all’incirca l’80%, arriva nella stagione invernale e riguarda le cadute di pedoni su strade ghiacciate o per scivoloni accidentali. Secondo il codice civile la responsabilità oggettiva per tutti i difetti di manutenzione del suolo ricade sul proprietario della strada, ma va provato il rapporto di causalità tra l’infortunio (il danno fisico documentato) e la presunta incuria.
Dai casi citati, s’intuisce che non sempre chi fa causa è dalla parte della ragione. Quasi una volta su due infatti chi avanza richieste torna a casa a mani vuote. Negli ultimi anni, in alcune occasioni, la controversia si è conclusa amichevolmente, con un rimborso da parte dell’ente che ha riconosciuto il danno, ma senza accollarsi la responsabilità oggettiva e l’onere delle spese legali.
Samuele Mattio
CUNEO cuneo - Comune - risarcimento danni