In Francia si pensa a una commissione d’inchiesta sui ritardi del Tenda bis
“Regna l’opacità” denuncia il senatore Philippe Tabarot. Da questa parte delle Alpi il leghista Bergesio si smarca: “Colpa dei governi di sinistra”Lavori a singhiozzo, ritardi, accuse incrociate tra costruttori ed enti pubblici. Il “caso” Tenda bis fa arrabbiare anche la Francia, dove c’è chi si domanda cosa stia succedendo a Limonetto e dintorni. Qualcuno, come il senatore delle Alpi Marittime Philippe Tabarot, si spinge a domandare se Parigi sia stata ingannata dai vicini italiani e chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta per far luce “sull’accumulo di ritardi, sull’opacità dei lavori e sull’impennata dei costi”. Più nello specifico, Tabarot intende “sollevare il velo sull’utilizzo dei fondi francesi nel finanziamento e nel monitoraggio dei lavori del tunnel di Tenda, a gestione italiana”.
“I ritardi si accumulano, regna l’opacità” tuona l’esponente del partito di centrodestra Les Républicains. Secondo il parlamentare, le “commissioni intergovernative si susseguono senza alcuna vera risposta concreta” da parte dei responsabili italiani. La Francia ha finanziato quasi il 42% dei lavori, ripartiti tra lo Stato, la regione Sud Provenza-Alpi-Costa Azzurra e il dipartimento delle Alpi Marittime. Senza dimenticare che il budget per questo progetto è passato da 150 a 250 milioni di euro. “Mentre il deficit francese è esploso, - denuncia Tabarot - lo Stato continua a chiedere ulteriori sforzi alle comunità e i nostri concittadini si trovano ad affrontare un'inflazione crescente, i contribuenti hanno il diritto di sapere dove va a finire il loro denaro”.
Dall’Italia qualcuno coglie l’occasione per regolare qualche conto in sospeso con gli avversari interni. “Non possiamo permetterci altri ritardi sul cantiere Tenda bis - commenta il senatore leghista Giorgio Bergesio - e sosteniamo le istanze di chi, anche in Francia, vuole fare chiarezza sull’ultimo decennio conoscendo la natura dei rallentamenti nella realizzazione dell’infrastruttura”. “Proporremo iniziative analoghe nel nostro Paese” aggiunge il politico di Cervere, chiedendo di “fare luce su anni di ritardi con la sinistra al governo”.
“Da sempre la Lega si è battuta per questo - continua Bergesio - e, dall’insediamento dell’esecutivo, il viceministro Edoardo Rixi ha più volte ribadito l’esigenza di concludere il cantiere entro la fine di giugno. Gli sforzi del governo italiano, nell’ultimo anno e mezzo, sono andati in questa direzione, favorendo confronti con Anas e l’impresa appaltatrice. Parliamo di un’opera strategica per il Piemonte e per tutta l’Italia, per la quale abbiamo ottenuto tempi certi: il nostro governo e il ministro Matteo Salvini hanno fatto quello che in 12 anni non hanno fatto i precedenti esecutivi, ora è giusto fare luce sui ritardi”.
Toni da campagna elettorale, come si vede. Dove forse si perde di vista il punto focale della questione: a undici anni dall’avvio dei lavori non c’è luce in fondo al tunnel. In mezzo, giusto per essere precisi, ci sono stati governi di centrosinistra, gialloverdi, giallorossi, di larga coalizione e di centrodestra. Le targhe sulle porte dei ministeri cambiano, a rimanere costante è la politica degli annunci e dei rinvii.
Andrea Cascioli
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