In Piemonte bullismo e cyberbullismo in calo dopo il lockdown, ma restano fenomeni rilevanti
I risultati di una ricerca condotta in 48 scuole piemontesi dall'Università degli Studi di Torino e del Piemonte OrientaleIeri mattina sono stati presentati nella Sala "Mario Allara" dell’Università di Torino – in occasione del convegno “Secondo il mio punto di vista. Bullismo e cyberbullismo esplorati con gli occhi degli adolescenti" – i primi risultati della ricerca-intervento pilota sul tema, promossa da Consiglio regionale del Piemonte, Corecom Piemonte, Regione e Ufficio Scolastico Regionale e realizzata dalle Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale. Sono state coinvolte nell’indagine 48 scuole piemontesi (tra istituti scolastici secondari di primo e di secondo grado e agenzie formative), per un totale di 56 classi in 8 province. Il campione è costituito da circa 1000 tra studenti e studentesse, 300 insegnanti e 100 rappresentanti del personale ATA. Il lavoro nasce dalla volontà, espressa nella legge regionale 5 del febbraio 2018 (Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo), di comprendere e monitorare la presenza di atti di prevaricazione che si possono manifestare anche online con conseguenze nella vita reale.
Per queste ragioni la ricerca si è proposta tre obiettivi principali: raccogliere informazioni sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo secondo la prospettiva di tutti gli attori, ma principalmente dal punto di vista dei ragazzi e delle ragazze; stimolare la riflessione libera sull’argomento, sollecitando ogni adulto e ogni ragazzo e ragazza a indagare la propria opinione e la propria conoscenza di questi fenomeni; sollecitare i ragazzi e le ragazze a comporre delle proprie richieste da proporre agli amministratori e agli educatori per trattare e contrastare il bullismo e il cyberbullismo.
I risultati riportano le percezioni sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo dai diversi punti di vista interpellati (studenti e studentesse, insegnanti e personale ATA). La particolarità della ricerca consiste nell’aver messo a confronto i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo nel periodo prepandemico con quelli del periodo pandemico del lockdown e delle prime riaperture. Dall’analisi dei dati raccolti si conferma che i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo sono molto complessi da definire, conoscere e interpretare e necessitano non soltanto dello sguardo degli adulti, ma anche dello sguardo di coloro che possono esserne direttamente coinvolti. A riprova di ciò si rilevano alcune discrasie tra la percezione del fenomeno secondo il punto di vista dei ragazzi e delle ragazze e quello degli adulti che si occupano di loro. Per esempio, gli studenti e le studentesse coinvolti/e nella ricerca hanno dichiarato che, a loro avviso, con la ripresa delle attività in presenza sarebbero diminuite le aggressioni fisiche. Gli adulti, viceversa, non hanno manifestato una percezione analoga.
Gli episodi di bullismo e cyberbullismo osservati dai ragazzi e dalle ragazze sarebbero, per quanto riguarda le aggressioni fisiche, diminuiti tra prima del lockdown (20,4%) e l’attuale anno scolastico (15,6%). Un calo che non sarebbe stato percepito dagli insegnanti, che ne segnalano una sostanziale stabilità; il dato sarebbe, infatti, rimasto invariato tra il periodo prima del lockdown (23,6%) e l’attuale anno scolastico (23%). Viceversa, a proposito della prevaricazione online esistono importanti convergenze tra lo sguardo adulto e quello degli adolescenti: infatti, nonostante l’utilizzo massiccio delle tecnologie online nel periodo pandemico, tra i ragazzi e le ragazze la percezione di condotte riconducibili al cyberbullismo pare essersi attenuata nella fase del rientro a scuola, pur rimanendo a livelli non trascurabili. Così la pensano anche i loro insegnanti.
I luoghi del bullismo, in base alle testimonianze degli studenti, sono – in ordine – la scuola, i social, le app di messaggistica, gli spazi fuori dalla scuola e la strada. Gli episodi subiti più ricorrenti, raccontati da chi, ragazzo o ragazza, ne è stato vittima, sono essere preso/a in giro o insultato/a per l’aspetto fisico, il modo di parlare e le opinioni: prima del lockdown (14,8% più volte al mese), durante il lockdown (8,7% più volte al mese), quest’anno scolastico (8,8% più volte al mese).
Per il consigliere Domenico Rossi (Pd), promotore della legge regionale del 2016, "oggi abbiamo una consapevolezza diversa e più completa del fenomeno, abbiamo affrontato una delle più grandi trasformazioni degli ultimi decenni, viviamo il nuovo habitat dell’infosfera, come ci spiega un grande studioso come Luciano Floridi. Gli strumenti previsti dalla legge - come il patentino - hanno funzionato e si sono diffusi, ma dobbiamo fare un passo in più e adeguare alcuni aspetti a un mondo in continua evoluzione".
“Abbiamo portato a termine un lavoro significativo sulla tutela dei minori, la volontà di cambiamento e innovazione ora – dichiara Alessandro De Cillis, presidente Corecom Piemonte – ha un riferimento scientifico. 1000 studenti hanno partecipato alla ricerca attiva restituendo una cartina di tornasole utile e necessaria. La particolarità della ricerca consiste nell’aver messo a confronto i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo nel periodo prepandemico con quelli del periodo pandemico del lockdown e delle prime riaperture evincendo anche una differente percezione del problema tra i ragazzi e il mondo degli adulti”.
“Poniamo l'accento sull'avanzamento delle tutele che conseguirà da questo lavoro, perché – spiega Gianluca Nargiso, vicepresidente Corecom Piemonte – rileva il fenomeno guardandolo “con gli occhi degli adolescenti”. È solo sposando questo angolo visuale che si potrà da un lato cogliere la perniciosità e le insidie delle fattispecie di cyberbullismo e dall'altro capire come fare per arginare e debellare queste devianze”. “Sono particolarmente felice che, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, sia stata portata a termine – precisa Ylenia Serra, Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Piemonte – questa ambiziosa e innovativa ricerca che mira proprio a valorizzare e rafforzare la partecipazione diretta delle persone di minore età in una tematica così attuale e prioritaria per la loro crescita serena. Ci aiuterà a orientare meglio le nostre politiche di prevenzione e contrasto al fenomeno”.
“Discrasie e convergenze non devono stupire. Come già rilevato, i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo – sottolineano le curatrici della ricerca Anna Rosa Favretto, Emanuela Torre, Maria Adelaide Gallina, Stefania Fucci e Tania Parisi – sono complessi da cogliere e da decodificare, risentono del contesto in cui si manifestano e, in ultima analisi, richiedono una pluralità di sguardi per essere colti”.
c.s.
CUNEO cyberbullismo