In Piemonte il 2024 anno più piovoso di sempre, ma in montagna meno della metà delle neve rispetto alla norma
Il rapporto annuale pubblicato dall'Arpa traccia un quadro singolare: precipitazioni da record fino a ottobre, poi due mesi caldi e tra i più siccitosi degli ultimi settant'anniNonostante gli ultimi due mesi dell’anno abbiano fatto registrare precipitazioni estremamente al di sotto della norma climatica (l’ottavo novembre e il quinto dicembre più secco), il 2024 è riuscito, seppur per pochissimo, a battere il record per la maggior precipitazione annua totale caduta alla testata del bacino del Po chiuso a Ponte Becca, almeno se si considerano gli ultimi settant’anni. Il dato è riportato da Arpa Piemonte ad aprire il consueto rapporto annuale sulla situazione idrica in regione.
I mesi molto piovosi di febbraio, marzo, maggio ed ottobre, tutti nella top 5 dei rispettivi mesi più piovosi a partire dal 1958, hanno più che compensato la scarsità di pioggia osservata a fine autunno ed inizio inverno, permettendo al 2024 con un totale di 1525 mm di pioggia annua cumulata di superare per soli 6 mm il precedente primato, che risaliva a quasi cinquant’anni fa, ovvero al 1977.
Nonostante l’annata presenti caratteristiche da primato per quanto riguarda le precipitazioni osservate, gli ultimi due mesi, e in particolare il mese di dicembre appena concluso, hanno mostrato come detto tratti decisamente siccitosi, con deficit pronunciati ben al di sotto del decimo percentile una situazione che si verifica con una frequenza inferiore ad una volta ogni 10-15 anni.
I 14.4 mm medi del bacino del Po chiuso a Ponte Becca a dicembre rappresentano soltanto un quarto della pioggia (o neve) che cade mediamente nel mese e sono stati appena sufficienti a raggiungere il totale da record del 2024.
Una analisi più approfondita delle precipitazioni di dicembre rivela come il deficit sia distribuito in modo abbastanza uniforme sull’area alla testata del fiume Po, anche se le zone pianeggianti di cuneese, torinese e vercellese sembrano aver sofferto maggiormente la carenza di pioggia negli ultimi trenta giorni. Situazione differente se allarghiamo lo sguardo all’intera annata: in questo caso il surplus è compreso tra +40% e +60% in modo sostanzialmente ben uniforme su tutto il territorio alla testa del Po.
Interessante anche l’analisi della pioggia su una lunga serie storica come quella di Torino, che unisce i dati passati elaborati dalla Società Meteorologica Italiana a quelli più recenti registrati della stazione di Arpa Piemonte di via della Consolata. Si vede che sul capoluogo piemontese l’acqua caduta nel periodo gennaio-dicembre del 2024, sia il quarto maggior quantitativo registrato negli ultimi due secoli dopo il 1810 e questo è il primo ed unico anno del terzo millennio ad apparire in questa speciale top 10.
Particolarmente delicata la situazione dell’innevamento in montagna in questa prima parte dell’inverno 2024-2025. Il monitoraggio effettuato sulla rete di nivometri piemontesi mostra come la neve presente al suolo a fine 2024 sia pressoché ovunque meno della metà rispetto alla norma climatica del periodo. Solo in alcune aree limitate del nord Piemonte e della Val di Susa il deficit è meno pronunciato rispetto al resto della regione.
Per quanto riguarda le temperature, dopo un mese di novembre appena sopra la media grazie al contributo delle alte temperature misurate in montagna, dicembre 2024 fa registrare un’anomalia positiva di circa 1.5 °C rispetto alla norma climatica ponendolo come il settimo dicembre più caldo in Piemonte dal 1958. È particolarmente significativa l’anomalia dell’ultima decade del mese, oltre 2.5°C sopra la norma del periodo, con alcune giornate particolarmente calde a ridosso della fine dell’anno.
In generale, l’anno solare 2024, con circa 1°C di anomalia termica positiva rispetto alla norma 1991-2020, chiude al 4° posto tra i più caldi degli ultimi settant’anni, dopo i record del 2022 e del 2023. Solo il 2015 si intromette in questi ultimi tre anni, nei quali sui sono registrate in Piemonte le temperature medie più alte delle ultime sette decadi, ulteriore testimonianza importante degli effetti del riscaldamento globale in atto.
La situazione fin qui delineata si riflette ovviamente sulle risorse idriche superficiali stoccate sotto forma di equivalente di neve in acqua (SWE), invasi regolati e Lago Maggiore. A fine 2024 il volume invasato complessivo è tornato al di sotto della norma del periodo con un -30%, dovuto soprattutto alla mancanza di neve (SWE -48%), mentre il volume invasato nel Lago Maggiore si mantiene ancora superiore a quanto si osserva solitamente in questo periodo (+28%) e le risorse accumulate negli invasi regolati risultano leggermente superiori ai valori storici di riferimento (+14%).
Per quanto riguarda le portate, dopo i valori decisamente alti del mese di ottobre, a dicembre si registra un ulteriore abbassamento rispetto al mese precedente con diversi valori al di sotto della media rispetto ai periodi storici di riferimento.
In particolare, il Tanaro alla sezione di chiusura di Montecastello registra un deficit delle portate medie mensili di circa il -65%, il Sesia a Palestro il -53% e la Stura di Lanzo a Lanzo del -75%. All’idrometro di Isola Sant’Antonio, che rappresenta la chiusura dell’intero bacino piemontese del Po, si registra una portata media per il mese di dicembre pari a 239 mc/s pari quasi alla metà della portata media mensile storica (deficit del -42%).
Redazione
CUNEO clima - Arpa - Piemonte