In provincia di Cuneo solo l'8% della popolazione non riceve il segnale Rai regionale
Il dato, presentato in un convegno in provincia, emerge dall'indagine del Corecom Piemonte: secondo Uncem e Anci il valore sarebbe molto più altoSegnale Rai debole o addirittura inesistente, problemi di ricezione soprattutto nelle zone alpine, copertura a “macchia di leopardo” su tutto il territorio piemontese ed in particolare nel Cuneese. Sono stati questi gli argomenti affrontati lunedì 28 gennaio in Provincia al tavolo del convegno “Segnale Rai: segnali di speranza?” organizzato da Corecom e Consiglio Regionale del Piemonte.
Oltre ai rappresentanti del territorio cuneese, in particolare la parlamentare Chiara Gribaudo, il presidente nazionale Uncem Marco Bussone e il vicepresidente Anci Piemonte, Michele Pianetta, alcuni sindaci ed operatori del settore erano presenti i vertici dei Servizi Broadcast e Gestione Frequenze Rai di Roma con il direttore Roberto Serafini, i colleghi Arturo Baglioni e Valerio Santoro, oltre al responsabile Rai Way per il Piemonte, Ezio Torasso. Il Corecom era rappresentato dal presidente dell’Emilia Romagna Stefano Cuppi, oltreché dal presidente del Piemonte Alessandro De Cillis.
A fare i saluti di casa il presidente della Provincia, Federico Borgna. “Riteniamo che l’argomento sia molto importante – ha detto Borgna – la qualità del segnale televisivo è strettamente collegata al tema della comunicazione ed al diritto all’informazione come un servizio per tutti. La presenza così numerosa e qualificata al convegno di oggi non fa che confermarlo”.
Dal 2011 il Corecom Piemonte ha avviato tre diverse indagini volte a rilevare la situazione della qualità percepita del segnale Rai sul territorio regionale. Le aree più critiche sono localizzate nelle zone alpine, dove le caratteristiche orografiche rendono difficile ottenere una copertura omogenea. Dagli ultimi dati risulta che, tra la popolazione sin’ora rappresentata dall’indagine, circa l’8% non riceva il segnale Rai regionale.
In questa terza indagine, svolta su un totale di 127 Comuni e 365 mila cittadini pari al 60% della popolazione della Granda, sono contenuti anche i dati sulla qualità percepita, sulle zone d’ombra del segnale e sugli impianti di diffusione. I risultati presentati sono risultati simili a quelli della seconda rilevazione del 2016 e comunque al di sotto del dato regionale che si attesta sul 14% di popolazione non raggiunta dal segnale. Secondo i vertici Rai la provincia di Cuneo non presenterebbe particolari criticità e risulterebbe migliore rispetto ad altre aree, anche se i problemi segnalati (carenza di ripetitori, diritti d’uso da regolare, scarsa qualità del segnale in molte località, finanziamenti insufficienti) non sarebbero al momento risolvibili.
Di parere diverso i vertici Uncem e Anci che hanno ribadito come la mancanza del segnale televisivo Rai rappresenti un serio problema soprattutto per le aree montane che spesso non vedono nemmeno i canali principali. Secondo i loro dati sarebbero circa 600 mila i piemontesi che hanno difficoltà nella ricezione del segnale. per questo motivo sono stati sollecitati maggiori investimenti soprattutto sulle nuove tecnologie anche perchè tra il 2021 e il 2022, con il digitale terrestre, molti impianti avranno bisogno di manutenzioni straordinarie, i Comuni montani dovranno sostituire i trasmettitori. Inoltre, nei primi sei mesi del 2020 con l’arrivo della tv ad alta definizione, gli apparecchi senza decoder non vedranno nessun canale, soprattutto nelle zone montane. Da qui la richiesta insistente a ricercare misure di intervento risolutive.
c.s.
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