Industria manifatturiera piemontese in difficoltà: flessione della produzione e incertezza per il futuro
Cuneo si distingue nel panorama regionale: unico territorio in crescita grazie al settore alimentare (+1,5%)Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 213ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2025 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2024 e ha coinvolto 1.839 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 91.604 addetti e un valore pari a circa 61,5 miliardi di euro di fatturato.
L'economia globale del 2024 è stata segnata da sfide significative, con ripercussioni evidenti anche a livello locale. Con un +0,7% in media d’anno, la crescita del PIL In Italia è stata, infatti, inferiore alle previsioni e si è concentrata quasi interamente nella prima parte dell'anno. Gli ultimi trimestri hanno visto un'allarmante battuta d'arresto, con il PIL sostanzialmente stagnante. A pesare è stata soprattutto la debolezza vissuta dai consumi delle famiglie e dagli investimenti delle imprese. Alcuni settori hanno comunque registrato performance positive come le costruzioni, che hanno beneficiato del residuo effetto del superbonus e il settore immobiliare. Di contro, l'industria ha chiuso l'anno in flessione, a causa delle pesanti difficoltà del settore manifatturiero.
In questo contesto il tessuto industriale regionale ha continuato a mostrare segni di sofferenza, registrando per il quarto trimestre consecutivo una flessione della produzione manifatturiera. Tra le cause di questo andamento negativo non solo l’incertezza legata alle tensioni geopolitiche in atto e lo spettro dei dazi statunitensi, ma anche la crisi di alcuni settori chiave per l’economia regionale come l’automotive, la metalmeccanica e il tessile, che stanno affrontando sfidanti difficoltà.
La contrazione media della produzione manifatturiera per l’intero 2024 è stata pari al -0,8%, segnando un cambio di rotta rispetto al trend positivo registrato negli anni precedenti (nel 2023 e nel 2022 la crescita media annua era stata, rispettivamente, pari al +1,5% e +3,4%). Il risultato rappresenta la sintesi di flessioni, seppur di modesta entità, manifestate in tutti e quattro i trimestri del 2024. Alle variazioni del -0,4% e -1,1% rispettivamente registrate nel I e II trimestre del 2024, fanno seguito nel periodo luglio-settembre una contrazione pari a mezzo punto percentuale e una diminuzione del -1,0% nel trimestre conclusivo dell’anno.
Gian Paolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte commenta: “L'indagine congiunturale rivela una fase critica per l'industria piemontese, con una contrazione prolungata della produzione dovuta a fattori geopolitici e difficoltà settoriali. Occorre impegnarsi a invertire questa tendenza attraverso un piano di interventi mirati. È necessario sostenere i settori in crisi, stimolare la domanda interna, potenziare l'export, semplificare la burocrazia e investire nella formazione professionale. L'obiettivo è rilanciare l'economia piemontese, lavorando in sinergia con imprese e istituzioni, per superare le difficoltà attuali e costruire un futuro di benessere e sviluppo sostenibile".
La Regional Manager Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti, aggiunge: “Ci troviamo in un contesto di mercato che mostra una domanda moderata di prestiti per nuovi investimenti, come si evince anche dai dati presentati oggi. Le imprese e le pmi, in particolare, sono al centro della nostra strategia di crescita. Nel Nord Ovest, abbiamo erogato oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro, di cui 1 miliardo e 51 milioni alle imprese nel 2024, di cui oltre il 50% alle pmi. Abbiamo un dialogo costante con gli imprenditori e li supportiamo nei loro piani di crescita e di consolidamento nei mercati in cui operano. Riteniamo che investendo in digitalizzazione e radicando in essi una profonda cultura ESG, si possa crescere e competere. Noi, come banca, siamo in prima linea per aiutare la transizione delle imprese verso la sostenibilità”.
Andrea Perusin, Direttore Regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo, commenta: “Il quadro delineato oggi è coerente con quanto emerge dal dialogo quotidiano con le nostre 96.000 imprese clienti piemontesi e con il riscontro dei nostri gestori di relazione, che rimarcano come alcuni settori più di altri siano alle prese con una profonda ristrutturazione, e come molte filiere saranno obbligate a ripensarsi. La flessibilità e la capacità di diversificare prodotti e mercati restano la forza di questo sistema produttivo, che deve continuare a investire con maggiore coralità per vincere le nuove sfide. Come prima banca italiana, sosteniamo crescita e competitività delle imprese di ogni dimensione, facendo rete con tutti gli attori economici e incoraggiandole a puntare su sostenibilità, indipendenza energetica, innovazione e ricerca, digitale, anche grazie ai 200 miliardi di euro messi a disposizione dal nuovo accordo siglato con Confindustria. Nel 2024, Intesa Sanpaolo ha erogato in Piemonte 2,5 miliardi di euro a imprese e famiglie. In particolare i progetti ESG, dal lancio delle linee di finanziamento S-Loan e Circular Economy, hanno beneficiato di 660 milioni di euro, premiando le aziende impegnate in obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale”.
Nell'ultimo trimestre dell’anno, nonostante l'industria manifatturiera piemontese abbia registrato una contrazione della produzione, gli ordinativi totali sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,1%), grazie alla tenuta del mercato estero (+1,7%) che ha compensato il calo della domanda interna. Anche il fatturato totale ha mostrato un andamento simile, con una lieve crescita (+0,3%) trainata dalla componente estera (+1,0%) a fronte di un mercato interno in leggera flessione (-0,1%). Il grado di utilizzo degli impianti è sceso dal 64,7% del IV trimestre 2023 al 62,9% del periodo ottobre-dicembre 2024. Nel IV trimestre 2024 alcuni tra i settori chiave della manifattura piemontese hanno sofferto contrazioni produttive di particolare intensità. Il risultato peggiore appartiene ai mezzi di trasporto che subiscono una flessione del 9,2% rispetto all’analogo periodo del 2023. All’interno di questo comparto il dato più preoccupante riguarda la produzione di autoveicoli, calata di oltre 46 punti percentuali. In negativo appaiono anche i risultati evidenziati nell’ultimo trimestre del 2024 dalla componentistica autoveicolare (-2,4%) e dal settore aerospaziale (-2,8%).
Le industrie elettriche ed elettroniche segnano una contrazione del 4,4% seguite dalle aziende della meccanica, per le quali il calo produttivo trimestrale si è attestato al 3,7%. Continuano le difficoltà della filiera tessile, che subisce una flessione del 2,4%. In calo anche la produzione della metallurgia (-2,1%). Al di sopra della media regionale, con performance positive, troviamo il comparto alimentare e delle bevande che, mostrando una tradizionale resilienza nei momenti di difficoltà, segna nel IV trimestre 2024 una crescita del 5,0% nella produzione. Il settore del legno e del mobile, con un +1,3%, ha mostrato una buona capacità di tenuta, grazie anche alla ripresa del mercato immobiliare.
Le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche, infine, pur con una crescita più contenuta (+0,9%), confermano la loro importanza nel panorama industriale piemontese. La presenza di grandi poli produttivi specializzati in questo settore rappresenta, infatti, un punto di forza importante per l'economia regionale in questa delicata fase di cambiamento negli equilibri settoriali. Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale si segnala un trend ancora debolmente positivo per le PMI che nel IV trimestre 2024 registrano variazioni che vanno dal +0,1% delle microimprese (0-9 addetti) al +0,5% delle imprese di medie dimensioni (50-249 addetti) passando dal +0,4% delle piccole imprese (10-49 addetti).
Sono le grandi aziende, quelle con oltre 249 addetti, a trascinare in negativo il risultato complessivo del tessuto manifatturiero regionale, segnando una contrazione significativa, sia nel quarto trimestre 2024 (-7,5%) che nell'intero anno 2024 (-4,4%). Nel IV trimestre 2024 l’industria manifatturiera mostra, ancora una volta, andamenti differenziati a livello territoriale, fortemente influenzati dalle specializzazioni settoriali locali. Cuneo si distingue con un incremento del 1,5%, risultato collegato alla forte presenza del settore alimentare, particolarmente sviluppato nella provincia. Anche Alessandria (+1,1%) segna un aumento, seppur di minor entità. In questo caso, le specializzazioni settoriali sono diversificate, con un contributo significativo dell'industria chimica, delle materie plastiche e del settore orafo.
Il tessuto produttivo del Verbano-Cusio-Ossola mostra una crescita leggermente più marcata (+1,7%), sostenuta da una performance positiva delle industrie metalmeccaniche locali, in controtendenza con quanto il settore ha performato a livello medio regionale. A Vercelli la crescita della produzione industriale del trimestre si ferma al +0,5%, frutto della sintesi dell’andamento positivo dell’alimentare, della chimica e dell’abbigliamento e di una contrazione produttiva delle aziende della metalmeccanica. Passando ai dati negativi, notiamo una flessione più accentuata nella provincia di Biella (-2,4%), dato strettamente collegato alla crisi del settore tessile, che ha una forte presenza nel territorio. Anche la provincia di Torino ha registrato una flessione (-2,7%): in questo caso, il calo risulta legato alla contrazione della produzione automobilistica, che ha un peso rilevante nell'economia torinese, accompagnata da cali importanti anche della meccanica, dell’elettricità ed elettronica e dei metalli. Ad Asti, dove la produzione in crescita delle bevande non riesce a controbilanciare il forte calo della metalmeccanica, si registra una flessione dell’1,9%. Novara, infine, a causa di andamenti eterogenei a livello settoriale mostra una contrazione produttiva di lieve entità (-0,4%).
Prosegue il deterioramento del clima di fiducia delle imprese manifatturiere piemontesi. Intervistate sul futuro di breve periodo hanno evidenziato complessivamente un peggioramento nelle previsioni di produzione, ordini e fatturato. L’indice complessivo si colloca al di sotto della linea del 100 da metà 2022 e si attesta, nel IV trimestre 2024, a 77,3 punti.
Focus investimenti e innovazione
Nel corso del 2024 il 30,8% delle imprese manifatturiere piemontesi ha effettuato investimenti, quota in calo rispetto al 2023 (34,7%), e superiore alle previsioni formulate dalle stesse imprese per il 2025 (27,8%). Le industrie chimiche e delle materie plastiche (45,4%), dei mezzi di trasporto (41,9%), meccaniche (41,4%) e alimentari (41,4%) mostrano una maggiore tendenza a investire, mentre a livello territoriale si segnalano Vercelli (39,5%) e Torino (37,6%). La propensione si conferma, inoltre, in aumento al crescere della dimensione aziendale: il 93,5% delle imprese di grandi dimensioni (oltre 250 addetti) ha effettuato investimenti, a fronte del 25,3% delle imprese con meno di 10 addetti. Il 34,6% delle imprese ha, inoltre, introdotto innovazioni, per lo più di prodotto e organizzative.
c.s.
