Infermieri all’attacco, sulla questione mascherine arriva anche l’esposto di Nursing Up
Il sindacato denuncia: ‘In alcune realtà ci viene imposto di utilizzarle per più giorni’. Critiche sui test col tampone per il personale: ‘Promessi e non fatti’Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, torna a ribadire “la necessità di un intervento urgente, organizzativo e per l’approvvigionamento di materiali” per fare fronte all’emergenza che stanno affrontando tutti gli operatori della sanità.
Per il pomeriggio di ieri, venerdì 20, era annunciato l’invio degli esposti alla Procura della Repubblica a seguito della “continua e inammissibile grave carenza di dispositivi di protezione per tutti gli operatori della sanità piemontese”. Tra le criticità più gravi si sottolineano specifiche mancanze riguardo alle mascherine e non solo: “Vengono utilizzati strumenti dpi che non trovano una adeguata corrispondenza rispetto alle prescrizioni impartite dall’Istituto Superiore della Sanità. Vedasi ad esempio i camici, che in alcune realtà i colleghi sono costretti per direttiva a lavare con il cloro, oppure le mascherine ffp2 che ci viene imposto di utilizzare per più giorni nonostante questo non sia previsto, e quant’altro. Una situazione inaccettabile”. In alcuni territori come il Vercellese, si fa presente, “solo grazie alle iniziative private gli operatori hanno potuto avere dei dispositivi da utilizzare, in molte altre parti del Piemonte ciò non è avvenuto”.
Analoghe denunce sono già venute - con specifico riferimento alla realtà cuneese - da un altro sindacato degli infermieri, il Nursind, che a sua volta si è rivolto all’autorità giudiziaria e alle istituzioni. Nursing Up in particolare denuncia di non essere stato messo a conoscenza delle procedure di sorveglianza sanitaria per il personale Covid e per il resto del personale: “Da settimane ripetiamo che sono necessarie linee guida chiare e omogenee per affrontare questa emergenza, con confronti diretti e continui con i responsabili e dirigenti delle aziende sanitarie, che nella maggior parte delle aziende piemontesi non hanno avuto luogo”.
Il sindacato suggerisce possibili misure per favorire una migliore gestione dell’attività ospedaliera. A cominciare dalla sostituzione degli infermieri “che stanno reggendo l’emergenza in prima linea a gruppi, pensando a delle squadre che possano essere intercambiabili (una al lavoro e una a riposo) per poter far tirare il fiato a infermieri e operatori che sono a pezzi, ben oltre ai limiti sopportabili per i carichi di lavoro”. Inoltre, “vanno rese operative subito le assunzioni che fino a oggi nonostante le promesse, le parole spese da chi ci governa, non hanno visto nemmeno un infermiere arrivare. Un fatto vergognoso”.
È necessario risolvere più che velocemente anche il problema dei tamponi, “promessi e non fatti a tutto il personale, e oggi apprendiamo anche che esiste un problema con i reagenti”. All’Unità di Crisi si chiede perciò di prevedere e affrontare questi problemi con un piglio diverso: “I tamponi vanno fatti a tutti, senza se e senza ma, perché tutelare chi si batte in prima linea è tutelare i pazienti che vengono curati”.
“La situazione attuale sta sfuggendo di mano” osserva il segretario regionale di Nursing Up Claudio Delli Carri, per il quale “l’esposto serve a tutelare i colleghi e gli operatori che sono persone con una famiglia, figli e che hanno una vita, la quale però da settimane è stata completamente sconvolta, diventando solo quella spesa nei reparti di cura oltretutto senza le sacrosante protezioni. Persone che temono per la loro salute e per quella delle loro famiglie, ma che con un coraggio incredibile vanno avanti giorno dopo giorno”.
c.s.
CUNEO sanità - Infermieri - Sindacato - Nursing Up - coronavirus