"L'amministrazione non ha saputo imprimere un'idea di futuro sostenibile alla città di Borgo"
Paolo Giraudo, consigliere comunale del gruppo "Realizziamo Insieme", prende posizione sulle questioni relative a biodigestore, teleriscaldamento e parco fotovoltaicoRiceviamo e pubblichiamo.
Esattamente un anno fa, il risultato delle elezioni comunali dava alla lista “Uniti per Borgo” il mandato di amministrare la nostra città per i cinque anni seguenti, con spirito di lungimiranza e nell’interesse esclusivo dei cittadini. Al giro di boa del primo anno, l’attuale amministrazione, sicuramente abile nei lavori di manutenzione ordinaria, non ha però saputo imprimere una certa idea di futuro sostenibile alla città di Borgo.
Il progetto del biodigestore, finanziato in larga parte dal PNRR, approvato dal consorzio dei comuni facenti parte di ACSR, è quotidianamente osteggiato per ragioni ideologiche e contro il parere degli specialisti, al punto che è stato presentato un ricorso al TAR, il cui esito nessuno può prevedere, ma che rischia di costare caro alle casse del Comune, e dunque dei cittadini. Abbiamo ribadito più volte che si tratta semplicemente di una follia: in un periodo in cui si va rapidamente verso le energie rinnovabili, il Comune di Borgo vorrebbe segnare la fine di un impianto che nel bene o nel male resterà comunque sul nostro territorio, senza possibilità di crescere, modernizzarsi, diventare più efficiente e sicuro.
Il progetto del parco fotovoltaico di Italgen è stato anch’esso affossato, senza che per il momento siano state proposte delle valide alternative. Ora i cittadini sentono parlare per la prima volta di teleriscaldamento, un progetto per il quale tutti i conti sembrerebbero già fatti, almeno per le tasche di Edison. Un favore fatto al privato piuttosto che al pubblico?
Intendiamoci bene, il nostro gruppo “Realizziamo Insieme” è naturalmente a favore di ogni progetto che vada nella direzione delle energie rinnovabili e sostenibili, ma non a ogni costo: ci interessa in ugual modo il bene dei nostri concittadini. Vorremmo sapere con quale criterio l’amministrazione ritiene giustificata la costruzione di una nuova centrale a biomassa nella zona artigianale di via don Minzoni, così come proposto da Edison. Un progetto che – diciamocelo chiaramente – comporterà disagi per i cittadini, nonostante i cantieri mobili, e i cui benefici non si vedranno nell’immediato, ma soltanto su un lungo arco di tempo, non può essere fatto se non in stretta sinergia con ACSR, integrandolo quindi agli impianti di via Ambovo. Sappiamo bene che l’amministrazione è convinta di aver messo una pietra tombale sul biodigestore, ma lo stato dell’arte ci dice che quel progetto è stato approvato e si farà, come ribadito anche dalla sindaca di Cuneo che non sembra aver cambiato idea in merito.
Abbiamo in mano la possibilità di imprimere una vera svolta sostenibile alla nostra città e alle zone circostanti, creando un impianto biodigestore moderno, efficiente, che potrebbe permettere di scaldare anche l’acqua necessaria al teleriscaldamento della nostra città. Che cosa vogliamo fare? Affidare tutto al privato, affermando che il Comune è coinvolto soltanto nella misura in cui i lavori comporteranno manomissione di suolo pubblico, oppure lavorare per conciliare i legittimi interessi di Edison con quelli ancor più legittimi di noi cittadini, nell’interesse esclusivo del bene pubblico?
Paolo Giraudo
Gruppo consiliare “Realizziamo Insieme”
Borgo San Dalmazzo
Redazione
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