"L'installazione di un acquario in un liceo della città? Non è educativa"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei volontari della Lav Cuneo. 'Siamo preoccupati per le possibili conseguenze'
Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
“Ogni animale meriterebbe di vivere libero e pienamente padrone della propria esistenza”. Così finisce il bellissimo libro di Marta Palazzesi, “Nebbia”, presentato ai ragazzi delle scuole medie a Scrittorincittà. Ottima scelta da parte degli organizzatori, che nella rassegna di quest’anno – intitolata “Voci” – hanno scelto di dare voce anche a chi voce non ha e non può gridare l’ingiustizia della propria prigionia.
In questo clima di crescente sensibilità verso gli animali, stupisce la scelta di un Liceo della città, che ha deciso di installare nei propri locali un acquario. A quanto abbiamo appreso, dovrebbe ospitare pesci d’acqua dolce, è di dimensioni ridotte (tanto che sta sopra un armadietto a due ante) ed è stato installato per motivi didattici.
Non siamo biologi marini, né insegnanti di scienze, però crediamo che il primo e più alto obiettivo didattico della scuola, di ogni ordine e grado, sia l’educazione alla libertà e al rispetto.
Vedere ogni giorno dei pesci confinati in pochi decimetri quadrati, in un ambiente che – pur imitando quello naturale – ovviamente naturale non è, può essere “educativo” per i ragazzi, in questa accezione più ampia del termine? Secondo noi no… soprattutto se questo progetto viene ideato e attuato dai loro insegnanti, persone di cui hanno stima e che diventano spesso per loro un modello, una pietra di paragone in questa età così delicata in cui ci si forma una propria morale e un proprio pensiero su ciò che ci sta attorno.
Conoscendo la serietà di questo Liceo, siamo convinti che gli insegnanti abbiano agito in buona fede e abbiano anche cercato di minimizzare i disagi dei pesci, scegliendo probabilmente specie che si adattano meglio di altre a vivere in un ambiente di dimensioni limitate. Forse, come sostengono alcuni, i pesci in acquario vanno incontro a minori rischi: non devono temere i predatori né l’inquinamento. Nonostante ciò, noi siamo contrari ad ogni forma di cattività perché non riteniamo lecito privare nessun essere vivente della libertà; la libertà, per gli animali come per gli esseri umani, ha dei rischi, ma è il bene più prezioso, come insegna bene la favola di Esopo “Il lupo e il cane”, che sicuramente gli studenti di quella scuola conoscono e traducono…
Siamo inoltre preoccupati per le possibili conseguenze: vedendo che i loro educatori considerano normale e giusto tenere pesci in cattività, quanti ragazzi saranno invogliati a comprare un acquario? Si incentiverebbe così il commercio di animali allevati in cattività soltanto per un futile scopo “decorativo”… commercio che – come denuncia l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav – è purtroppo molto diffuso in Italia e spesso, ad esempio nel caso di animali esotici, avviene nell’illegalità. E una volta passato l’entusiasmo iniziale (che negli adolescenti di solito dura poco), che ne sarà di quei pesci?
Forse questi aspetti non sono stati considerati a sufficienza dagli ideatori del progetto; speriamo che questi nostri spunti di riflessione possano essere utili e che possano far nascere una discussione, anche all’interno della scuola, sull’educazione al rispetto degli animali.
Cordiali saluti
I volontari della Lav di Cuneo
Egregio direttore,
“Ogni animale meriterebbe di vivere libero e pienamente padrone della propria esistenza”. Così finisce il bellissimo libro di Marta Palazzesi, “Nebbia”, presentato ai ragazzi delle scuole medie a Scrittorincittà. Ottima scelta da parte degli organizzatori, che nella rassegna di quest’anno – intitolata “Voci” – hanno scelto di dare voce anche a chi voce non ha e non può gridare l’ingiustizia della propria prigionia.
In questo clima di crescente sensibilità verso gli animali, stupisce la scelta di un Liceo della città, che ha deciso di installare nei propri locali un acquario. A quanto abbiamo appreso, dovrebbe ospitare pesci d’acqua dolce, è di dimensioni ridotte (tanto che sta sopra un armadietto a due ante) ed è stato installato per motivi didattici.
Non siamo biologi marini, né insegnanti di scienze, però crediamo che il primo e più alto obiettivo didattico della scuola, di ogni ordine e grado, sia l’educazione alla libertà e al rispetto.
Vedere ogni giorno dei pesci confinati in pochi decimetri quadrati, in un ambiente che – pur imitando quello naturale – ovviamente naturale non è, può essere “educativo” per i ragazzi, in questa accezione più ampia del termine? Secondo noi no… soprattutto se questo progetto viene ideato e attuato dai loro insegnanti, persone di cui hanno stima e che diventano spesso per loro un modello, una pietra di paragone in questa età così delicata in cui ci si forma una propria morale e un proprio pensiero su ciò che ci sta attorno.
Conoscendo la serietà di questo Liceo, siamo convinti che gli insegnanti abbiano agito in buona fede e abbiano anche cercato di minimizzare i disagi dei pesci, scegliendo probabilmente specie che si adattano meglio di altre a vivere in un ambiente di dimensioni limitate. Forse, come sostengono alcuni, i pesci in acquario vanno incontro a minori rischi: non devono temere i predatori né l’inquinamento. Nonostante ciò, noi siamo contrari ad ogni forma di cattività perché non riteniamo lecito privare nessun essere vivente della libertà; la libertà, per gli animali come per gli esseri umani, ha dei rischi, ma è il bene più prezioso, come insegna bene la favola di Esopo “Il lupo e il cane”, che sicuramente gli studenti di quella scuola conoscono e traducono…
Siamo inoltre preoccupati per le possibili conseguenze: vedendo che i loro educatori considerano normale e giusto tenere pesci in cattività, quanti ragazzi saranno invogliati a comprare un acquario? Si incentiverebbe così il commercio di animali allevati in cattività soltanto per un futile scopo “decorativo”… commercio che – come denuncia l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav – è purtroppo molto diffuso in Italia e spesso, ad esempio nel caso di animali esotici, avviene nell’illegalità. E una volta passato l’entusiasmo iniziale (che negli adolescenti di solito dura poco), che ne sarà di quei pesci?
Forse questi aspetti non sono stati considerati a sufficienza dagli ideatori del progetto; speriamo che questi nostri spunti di riflessione possano essere utili e che possano far nascere una discussione, anche all’interno della scuola, sull’educazione al rispetto degli animali.
Cordiali saluti
I volontari della Lav di Cuneo
Redazione
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